Amato per la sua tradizione artigianale e il suo sapore unico, l'irresistibile cioccolatino è diventato un'icona che affonda le sue radici nel cuore del Piemonte.
Nato come un'innovazione nella cioccolateria piemontese nel 1865, il gianduiotto è una prelibatezza che incanta il palato di chiunque lo assapori. Questi irresistibili cioccolatini hanno le loro radici in un'antica tradizione artigianale di Torino e sono diventati un'icona della dolcezza italiana. Scopriamo le origini e il fascino che hanno reso il gianduiotto celebre in tutto il mondo.
L'origine del gianduiotto è strettamente legata al Piemonte, famosa per le sue nocciole: molte storie circondano la sua creazione, ma non esiste una versione definitiva. Una delle teorie più accreditate suggerisce che molti cioccolatieri piemontesi, tra cui Michele Prochet, avessero iniziato a produrre cioccolato sostituendo parte dell'impasto con le nocciole. In epoche passate il cacao era, infatti, un ingrediente prelibato, ma anche costoso e difficile da ottenere in alcune regioni italiane. Al contrario le nocciole erano abbondanti e crescevano profusamente nelle colline del Piemonte. La sostituzione di parte del cacao con le nocciole non solo avrebbe permesso di ridurre i costi, ma anche di sfruttare il sapore caratteristico delle nocciole per creare una specialità regionale distintiva: la gianduia.
Tuttavia, il perfezionamento e la diffusione del cioccolatino sono legati a sviluppi successivi. Nel 1832, Pierre Paul Caffarel arrivò a Torino, e insieme a Michele Prochet, fondò la Caffarel Prochet & C. Non contenti di fermarsi qui, Caffarel e Prochet perfezionarono ulteriormente l'impasto. Macinarono e tostarono finemente le nocciole, arrivando alla creazione del "givu", un bocconcino che è considerato l'antenato del gianduiotto.
Il debutto ufficiale del celebre cioccolatino torinese avvenne nel Carnevale del 1865. In questa occasione, una maschera tipica piemontese, chiamata Gianduja, che rappresenta un tipico piemontese, allegro e generoso, noto per la sua passione per il buon cibo e il vino, iniziò a distribuire questi famosi cioccolatini alla gente in festa. Da quel momento in poi, furono chiamati gianduiotti o, per dirla in dialetto, giandojòt proprio in onore di Gianduja. Questa storia affascinante sottolinea l'evoluzione e la creazione del gianduiotto, che è diventato un simbolo di Torino e della sua ricca tradizione cioccolatiera.
Una delle caratteristiche più distintive del gianduiotto è la sua forma a prisma, scelta per rappresentare il cappello tricorno indossato da Gianduja. Per ottenerla si usano degli appositi stampini che consentono di creare cioccolatini dalla forma regolare con spigoli arrotondati che sono l'altra nota distintiva di questo prodotto.
La produzione artigianale del gianduiotto è un'arte che richiede maestria nella lavorazione del cioccolato e delle nocciole del Piemonte. Questo processo tradizionale garantisce la qualità e il sapore distintivo che rendono il gianduiotto così amato in tutto il mondo. Ecco i passaggi fondamentali del processo di produzione.
Il gianduiotto è profondamente radicato nelle tradizioni piemontesi e svolge un ruolo significativo durante le festività locali. Nel periodo natalizio, ad esempio, diventa un elemento imprescindibile delle tavole: le scatole di cioccolatini sono spesso scelte come regali e simboleggiano l'attenzione e l'affetto tra amici e familiari. Spesso vengono anche usati per matrimoni e altre occasioni speciali nel Piemonte. Ma è durante i festeggiamenti di Carnevale, che il gianduiotto diventa il vero protagonista: simbolo della maschera tipica piemontese, è in bella mostra in qualsiasi vetrina di negozi di dolciumi, nei bar, nelle pasticcerie e nelle bancarelle.