Lo associamo a uno dei gusti della tipica granita siciliana, ma il gelso è un vero alleato del nostro benessere: una pianta di cui si utilizzano tutte le sue parti e che si dimostra preziosa anche per l'ambiente.
La sempre maggiore valorizzazione della biodiversità negli ultimi anni ha portato alla riscoperta di specie vegetali dimenticate, in particolare piante e frutti antichi che fino a mezzo secolo fa rappresentavano una vera e propria ricchezza per il territorio grazie ai loro molteplici utilizzi. Tra questi possiamo annoverare il gelso, un albero maestoso ed elegante che in passato era particolarmente diffuso in quanto delle sue foglie si nutrivano i bachi da seta, produzione che rappresentava una fonte di reddito per molte famiglie contadine. Oggi il suo ritorno è dovuto soprattutto alle tante proprietà benefiche dei suoi frutti (ma non solo), e alla sua funzione anti-smog, in quanto in grado di assorbire l’inquinamento del suolo e del terreno.
Il gelso è una pianta che appartiene alla famiglia delle Moracee ed è originaria dell’Asia. Se ne conoscono tre varietà a seconda del colore dei suoi frutti: il gelso bianco (Morus alba), il gelso nero (Morus nigra) e il gelso rosso (Morus rubra), quest’ultimo nativo del Nord America e molto raro in Europa. Si tratta di un albero longevo che può raggiungere anche dimensioni notevoli, 10-15 metri, con ampio fogliame verde. Le sue caratteristiche sono pressoché identiche nelle tre tipologie: tra le differenze più significative, il gelso bianco è il prescelto nella bachicoltura in quanto le sue foglie sono più grandi e tenere, mentre il gelso nero è quello che vede un maggiore impiego dei suoi frutti, che sono di forma oblunga, di colore viola scuro, dolci, polposi e succosi, ottimi per realizzare confetture, salse (come ingrediente per la famosa granita siciliana), con un forte potere colorante (occhio ai vestiti quando li maneggiate, le macchie sono difficili da togliere).
Le diverse componenti del gelso sono da sempre usate in fitoterapia, alla stregua di una pianta medicinale. Da foglie, corteccia e radici, infatti, si possono ricavare infusi, decotti e impacchi. Le foglie, per esempio, consumate come un tè, hanno effetti diuretici e lassativi, quindi purificanti, e sono considerate un rimedio naturale sia per abbassare gli zuccheri nel sangue in chiave ipoglicemizzante, sia come antinfiammatorio, lenitivo e tonificante: si trovano facilmente in erboristeria spezzettate ed essiccate. Passando ai frutti, specialmente quelli neri, vengono definiti dei superfood, tipo i mirtilli. Comunemente sono chiamati more di gelso, anche se il termine scientifico di questa infruttescenza è sorosio: si presentano a grappoli, con i bianchi leggermente più aciduli, mentre gli scuri più zuccherini, entrambi comunque hanno un gusto molto piacevole, fresco e dissetante. Senza dimenticare che sono un toccasana per il corpo, dato che condividono le molte proprietà delle altre parti vegetali: le more sono ipocaloriche (solo 40 calorie in 100 grammi), ricche di vitamina A e vitamina C, sali minerali (potassio, calcio, magnesio, ferro) e hanno un buon contenuto di folati. Consumati freschi o disidratati, apportano benefici che vanno dalla difesa del sistema immunitario al controllo del colesterolo cattivo nel sangue, passando per gli effetti antiossidanti e di alleati della salute cardiovascolare.
Tra le proprietà appena viste dei gelsi c’è anche quella di purificare l’organismo. Ebbene, la stessa qualità vale anche se si parla di ecosistema. In che senso? Le foglie e le radici del gelso hanno la capacità di assorbire le sostanze inquinanti presenti nell’aria e nel suolo, svolgendo un ruolo di depuratore ambientale: non è quindi solo un amico della nostra salute, ma anche di quella del pianeta.