Frutta e verdura ricche di vitamine e sali minerali, per contrastare i classici malanni di stagione, ortaggi dalle proprietà detox e infine tanto buon pesce locale: ecco il menu di gennaio.
Con gennaio salutiamo l'anno nuovo e l'inizio della stagione più fredda. Conclusi i lauti pasti festivi, è tempo di disintossicare l'organismo – nel caso in cui si sia ecceduto e se ne senta la necessità -, ma soprattutto di prepararlo ad affrontare le classiche e immancabili influenze del periodo. La natura, anche in questo caso, è sempre pronta ad offrirci la frutta e la verdura più giuste a tale scopo: via libera alle Crucifere che, ricchissime di sali minerali e sostanze antivirali, sono un vero e proprio scudo per l'inverno. A questa grande e portentosa famiglia appartengono cavolfiore, broccoli, cavoli e cavoletti di Bruxelles, da gustare come semplice contorno, in ricchi sformati con l'aggiunta di besciamella e formaggi filanti, oppure da ridurre in crema per condire cereali, paste e risotti. Per evitare la dispersione delle preziose sostanze nutritive, evita di lessarli in acqua per un tempo prolungato; piuttosto scottali leggermente per pochi minuti, stufali in padella con un filo di olio, aglio e spezie o ancora cuocili in forno fino a leggera doratura. Se soffri di gonfiore addominale, profuma il tutto con qualche seme di finocchio, un po' di zenzero fresco grattugiato o della curcuma in polvere. Oltre a renderli più gustosi, senza aggiungere alcun tipo di grasso, noteremo una riduzione della loro capacità fermentativa: in questo modo potranno essere gustati in tutta serenità da chiunque.
Tanti i protagonisti del mese: a partire dai porri, ortaggi appartenenti alle Liliacee, dal caratteristico sapore dolce e delicato, per proseguire con barbabietole, bietole, carote, cipolle, finocchi, lattughe, sedano, spinaci e zucca (che, ahinoi, dovremmo salutare a breve); troviamo poi le insalate amare, grandi amiche del fegato e particolarmente indicate per depurarci dopo gli ultimi stravizi natalizi: cicorie, radicchi, scarola e indivia belga; quest'ultima può essere consumata sia cruda sia cotta, meglio se accostata a della frutta acidula, come kiwi, mela verde o frutti di bosco, che stimolerà maggiormente i processi digestivi.
A gennaio inizia anche la raccolta dei primi carciofi romaneschi, anche conosciuti come mammole o cimaroli, che vanno ad affiancarsi a quelli spinosi e violetti; fregiati del marchio Igp nel 2002, presentano delle caratteristiche ben precise: dalle dimensioni piuttosto notevoli, hanno forma sferica e compatta, sono privi di spine e peluria interna, hanno un cuore tenerissimo e un gusto delicato e aromatico. Si producono nelle fertili terre laziali che, grazie al terreno argilloso e al clima temperato, si sono dimostrate particolarmente adatte alla coltivazione di questo ortaggio. Versatili ed eclettici, i carciofi, a prescindere dalla varietà acquistata, possono essere consumati in mille modi diversi: crudi – tagliati a fettine e conditi con un'emulsione di olio, succo di limone, sale e pepe -, saltati in padella, uniti a un buon primo piatto, ma soprattutto passati in pastella e fritti in olio bollente. Caldi e fragranti, sono una tentazione a cui è impossibile resistere.
Per un'alternativa più leggera, ma altrettanto golosa, ai classici carciofi fritti, puoi tagliarli a fettine, passarli nella farina di mais, nell'uovo e infine nel pangrattato, quindi cuocerli in forno con un filo di olio: il risultato sono delle chips croccanti, dorate e tenere al morso, ideali da offrire agli ospiti all'ora dell'aperitivo, come antipasto o contorno di un secondo a base di carne e pesce.
Per quanto riguarda la frutta, questo è il mese di kiwi, mele, pere, ma soprattutto degli agrumi: arance, mandarini, pompelmi e limoni, è il momento giusto per fare il pieno di vitamine, soprattutto la preziosissima C, fibre vegetali e sali minerali. In particolare, a gennaio possiamo gustare in tutta la sua dolcezza e succosità l'arancia rossa di Sicilia Igp: dalla forma simile a un globo oppure ovoidale, comprende la varietà Moro, cultivar originaria della provincia di Siracusa, particolarmente adatta a essere spremuta; la Tarocco, dai frutti di grosso calibro, sferici, privi di semi e dalla polpa irresistibilmente zuccherina; e infine troviamo la Sanguinello, con maturazione tardiva e raccolta tra marzo e aprile.
Il territorio di produzione è localizzato prevalentemente nella Sicilia orientale: il clima arido, le forti escursioni termiche e il terreno fertile ne determinano la tipica colorazione rossa, con screziature più o meno intense a seconda della varietà, e il gusto inconfondibile. Oltre a gustarle al naturale, a spicchi o spremute, con questi agrumi è possibile realizzare dolci da credenza soffici e piacevolmente umidi – da inzuppare nel latte al mattino o da gustare a merenda insieme a un tè caldo -, creme delicate, raffinati dessert al cucchiaio, sorbetti e gelati e, infine, marmellate, conserve e gelatine da abbinare anche a ingredienti salati, come salumi, formaggi e selvaggina.
Il rispetto della stagionalità è altrettanto fondamentale in pescheria: scegliere pesce di stagione e locale, preferendo quelle specie meno conosciute e cosiddette "povere", aiuta le nostre tasche – perché potremmo acquistarlo sicuramente a un prezzo più vantaggioso -, l'ecosistema marino e la salute di tutti noi (questo sarà, infatti, più ricco di preziose sostanze nutritive). Preferisci sarde, sogliole, triglie, merluzzo e rana pescatrice: le prime tre da gustare in una calda zuppa di mare o friggere in olio bollente, le ultime due da preparare in padella con pomodorini, olive e capperi oppure cuocere in forno con le patate. È il momento anche delle seppie, ripiene o in umido, e dei calamari, da scottare sulla griglia per pochissimi minuti e accompagnare a un buon contorno di stagione.