La formula proposta dalle cosiddette Dark Kitchen (o Ghost Kitchen) può essere una delle risposte vincenti del mondo della ristorazione alla crisi economica provocata dalla pandemia globale. Ma cosa sono esattamente, come funzionano e in cosa si differenziano dai ristoranti tradizionali? Lo abbiamo chiesto all’imprenditore e restaurant manager Luca Guelfi che, proprio durante la quarantena, ha inaugurato a Milano la sua cucina fantasma: Via Archimede - Gastronomia di quartiere. Ecco cosa ci ha raccontato.
La formula proposta dalle cosiddette Dark Kitchen (o Ghost Kitchen) può essere la risposta vincente del mondo della ristorazione alla crisi economica provocata dalla pandemia globale. Ma cosa sono esattamente, come funzionano e in cosa si differenziano dai ristoranti tradizionali? Lo abbiamo chiesto all’imprenditore e restaurant manager Luca Guelfi che, proprio durante la quarantena, ha inaugurato a Milano la sua cucina fantasma: Via Archimede – Gastronomia di quartiere. Ecco cosa ci ha raccontato.
Un format assolutamente innovativo che ha saputo rispondere egregiamente alle esigenze e ai modelli di consumo, in continua evoluzione, dei clienti. Molto prima che il settore della ristorazione venisse duramente colpito dalla crisi economica provocata dalla pandemia globale. Ma, alla luce di quanto accaduto, la formula proposta dalle Dark Kitchen (anche chiamate Ghost Kitchen o cucine fantasma) può essere una delle risposte più puntuali e lungimiranti.
Ma di cosa si tratta? Le Dark Kitchen sono delle cucine in tutto e per tutto ma con una caratteristica peculiare: sono pensate esclusivamente per il delivery. Non aperte al pubblico, dunque, ma perfettamente strutturate e attrezzate per realizzare nelle loro cucine piatti espressi di altissimo livello (attività di questo tipo, infatti, possono permettersi di investire maggiormente sulla qualità delle materie prime utilizzate e sulla loro lavorazione); preparazioni appositamente concepite per il trasporto – non solo fredde ma anche calde se le distanze lo consentono oppure da scaldare se maggiori – e poi consegnate direttamente (e comodamente) a casa.
Ma qual è la differenza sostanziale che le contraddistingue dalle classiche delivery company? Il contatto diretto con il personale del locale che, nel caso delle Dark Kitchen, spiega i piatti del giorno, racconta il menu, dà suggerimenti e ascolta le richieste del cliente. Che si sente un po' coccolato e torna ad essere, finalmente, il protagonista assoluto dell'esperienza gastronomica, altro che fantasma.