Cosa dicono le Linee Guida per la valorizzazione dei formaggi italiani, il protocollo d'intesa firmato a Parma da Afidop e Fipe alla presenza del ministro Lollobrigida.
Alla fine l'accordo per valorizzare i formaggi italiani è arrivato: dopo le dichiarazioni delle settimane passate del ministro dell'Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e le varie precisazioni, è stato firmato un protocollo d'intesa da Afidop (l'associazione dei formaggi italiani a denominazione d'origine protetta e a indicazione geografica protetta) e dalla Fipe (la federazione italiana dei pubblici esercizi appartenente alla Confcommercio). L'obiettivo è aiutare i ristoranti a valorizzare e tutelare le eccellenze casearie italiane, fornendo uno strumento che aiuti a raccontare il nostro grande patrimonio.
Il documento è stato presentato a Parma, dov'è in corso Cibus, manifestazione dedicata alle eccellenze gastronomiche italiane, alla presenza del ministro: servirà a valorizzare un comparto, quello dei formaggi Dop, che vale 8,6 miliardi di euro, ma anche a stimolare il settore della ristorazione che, nel nostro Paese, vale 92 miliardi (entrambi valori al consumo).
I formaggi italiani Dop oggi vengono proposti solo in un ristorante su 4, secondo lo studio promosso da Afidop, e realizzato da GriffeShield su oltre 20mila ristoranti italiani e presentato proprio a Cibus: inoltre, solo 1 su dieci li valorizza correttamente, presentandoli nel menu con la giusta denominazione. Un panorama deprimente, se si pensa alla grande ricchezza casearia dello Stivale.
Lo scopo dell'intesa è quella di educare in primis chef e gestori di locali, ma anche e soprattutto il consumatore e non solo quello italiano: all'estero, infatti, i formaggi sono il prodotto italiano più utilizzato nei ristoranti (94,7%) dopo il vino per la preparazione dei piatti della cucina italiana, seguiti da olio e pasta a pari merito e infine dai salumi.
Nel vademecum per ognuno dei 21 formaggi selezionati attualmente sotto la certificazione e per quelli che eventualmente verranno in futuro vengono indicate la corretta denominazione nei menu, la descrizione delle loro caratteristiche e le indicazioni sulle modalità di conservazione. Inoltre chef e ristoratori troveranno consigli sull'impiattamento e sul mantenimento delle proprietà organolettiche. "Daremo ai titolari di pubblici esercizi – ha spiegato Aldo Mario Cursano, vice presidente vicario Fipe-Confcommercio – gli strumenti idonei per dotarsi di prodotti di alta qualità, ma anche ai consumatori la certezza di consumare cibo eccellente e di provenienza certificata".
Ecco nel dettaglio cosa prevedono a grandi linee le indicazioni del vademecum.