7 Giugno 2019 10:30

Food e design: quando un algoritmo fa vincere il gusto

Il gusto non si tocca. E se la tecnologia aiuta a migliorare la qualità e a innovare la tradizione, meglio approfittarne.

A cura di Ciaopeople Studios
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I piatti tradizionali di successo nascono da gesti e segreti che si sono perfezionati nel tempo. Stendere la sfoglia col mattarello e ammirarne la sottigliezza e la trasparenza in controluce è ancora un gesto che dà soddisfazione e aumenta l'autostima. Alla tradizione si affianca la tecnologia degli ultimi anni: oggi ci si perfeziona sempre di più attraverso il supporto della tecnologia dalla terra fino al prodotto finito per puntare su una qualità sempre più alta. Ma a far la differenza è sempre il "fattore umano", quello che crea, che assapora e che permette di gustarsi la vita.

Cucina molecolare o sottovuoto?

Avete mai assaggiato il gelato all'azoto? È un'esperienza unica e dal sapore intenso e profondo. In Italia è stato creato da un professore universitario, Davide Cassi, docente di Fisica e sperimentato da un gelataio DOC, Corrado Sanelli, che l'ha realizzato per la prima volta nel 2005. Ora a Milano esiste una gelateria che serve solo questo prodotto, ma ce ne sono due anche a Londra, una a Copenaghen e una a Stoccolma. Il futuro del gelato è qui, in questo laboratorio fatto di alambicchi di ultima generazione: in realtà il suo cuore è una grande bombola di azoto e una planetaria raffreddata con azoto liquido che nell'ambiente si trova a -196° C. La cucina molecolare e sottovuoto stanno cambiando le modalità di cottura e di fruizione dei piatti: meno grassi e zuccheri, meno condimenti, rispetto di tutti i nutrienti, dalle vitamine ai sali minerali. Un settore in continua evoluzione grazie alla ricerca, agli investimenti, alle nuove tecnologie – le stesse che hanno aperto la strada anche ad inedite applicazioni nel mondo beverage. Come, per esempio, Amaro Montenegro e il Future Food Institute che sono andati alla ricerca dei maker della convivialità del futuro con una Call for Ideas. Un contest per makers in cui creatività e tecnologia puntavano a rafforzare lo spirito di coesione tra le persone, anche durante la degustazione di spirits e cocktail. Scoprite di più qui.

Cake design, gusto ricercato e algoritmi

Ci sono artisti e ci sono designer. Entrambi lavorano perché ogni prodotto, qualsiasi esso sia, sia bello ed esteticamente piacevole. Ma il designer adora utilizzare la tecnologia per arrivare allo stesso effetto. È un po' la differenza che c'è tra il re dei food artist del cake design, Renato Ardovino, e l'astro nascente Dinara Kasko, divisa tra architettura e pasticceria. Per creare le sue dolci architetture usa il computer e gli algoritmi: il fine è realizzare degli stampi in silicone in 3D che poi "riempie" stratificando sapori diversi. Il fattore umano, appunto. Il risultato finale è eccellente e straordinario da vedere e da gustare: se non avete mai visto la sua Cherry Cake, la sua Geometrical Kinetic Tarts, o la sua Ruby Chocolate presentata a Shanghai nel 2017, vi siete persi uno dei migliori spettacoli dopo il Big Bang. Torte da fotografare insieme al sorriso degli amici e da gustare con un bicchiere d’Amaro d'eccezione, nato anch'esso dopo molte sperimentazioni dalla creatività e dalla passione di Stanislao Cobianchi che ha utilizzato 40 erbe provenienti da 4 continenti per ottenere Amaro Montenegro.

Mixology 3.0

Sono tante le rivoluzioni cool nel campo del beverage e lo sanno bene i cocktail lover, a cui oggi sarà capitato di imbattersi anche in Makr Shakr, una macchina fornita di due braccia meccaniche che riescono a mixare con precisione cocktail in meno di un minuto. La stessa che vediamo in questo video in cui Fru di The Jackal pensa di sfidare nella preparazione del Montenegroni. Se volete scoprire chi vince, meglio guardare il video fino alla fine . Ma la mixology è una vera e propria arte che richiede professionalità, competenze e creatività, tipiche dell’uomo. Per questo motivo, nel tentativo di scoprire i nuovi campioni e innovatori al bancone, Amaro Montenegro ogni anno lancia il contest “The vero bartender”, quest’anno dedicato allo sharing cocktail. Sono premiate la tecnica, il savoir faire ma soprattutto la creatività nella realizzazione di cocktail da condividere. Oggi, insieme alle idee dei pionieri della mixology, sono cambiati anche i gusti delle persone che scelgono sempre di più drink con basse gradazioni e aromi complessi, caratteristiche che si ritovano in Amaro Montenegro e nei cocktail come il Monte Mule, il Monte Sour e il Montenegroni, grandi classici della miscelazione rivisitati.

Voi portate gli amici, scegliete il "Monte" che volete, e il cocktail è praticamente pronto. Il gusto vince sempre se il sapore è vero e le amicizie autentiche.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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Quello che i piatti non dicono
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