Lo chiamano il "Justin Bieber della cucina" per il suo talento, per l'impatto mediatico che ha avuto negli Stati Uniti e per la giovanissima età. Oggi ha 22 anni ma è sulla cresta dell'onda da quasi un decennio in America: il suo Gem, aperto un paio d'anni fa, è sempre tutto esaurito a New York. È la seconda esperienza con Masterchef per lui: a 18 anni ospite in Australia, questa settimana in Italia.
Flynn McGarry è uno degli innovatori della cucina americana, la cosiddetta New American Cuisine. Anche se non ha ricevuto ancora alcun grande riconoscimento gastronomico dalle guide di settore, la sua è una firma prestigiosa che ha conquistato i palati di grandi critici come quelli del New York Times e del New York Post. Flynn McGarry è un cuoco americano, classe 1998, famoso in tutto il mondo per il suo successo a dir poco precoce.
Chiamato in patria "teen-chef", è diventato celebre come "Justin Bieber della gastronomia" perché abbina la giovane età e l’assoluto talento a un modo di porsi e cucinare che buca lo schermo. Proprio per questa ragione gli autori di Masterchef hanno scelto Flynn McGarry come primo grande ospite internazionale della decima edizione del programma di Sky.
Quando si parla di precocità il primo esempio che ci deve venire in mente in quanto italiani deve essere Massimiliano Alajmo: prima Stella Michelin a 19 anni "ereditata" dalla mamma, seconda Stella a 22 anni, terza Stella a 28, il più giovane di sempre. Sempre restando nel Bel Paese anche Matteo Sivero ha conquistato la prima Stella a soli 19 anni (La Fontanina a Verona). Talenti precoci in cucina ce ne sono.
Flynn McGarry ha un percorso per certi versi simile ai nostri Alajmo e Sivero, per altri versi molto diverso. Come i cuochi italiani mostra precocemente il suo talento e come loro ha rapidamente preso in mano le redini delle brigate e occupato le copertine delle riviste di tutto il mondo. A differenza di Alajmo e Sivero però McGarry ha esordito praticamente bambino. Ma come ha cominciato Flynn? A casa, a causa dei genitori. "A causa" e non "grazie ai genitori" perché McGarry dice sempre che ha intrapreso questa strada perché stanco del "repertorio" culinario fornito dai suoi genitori: piatti surgelati e take away.
Il piccolo chef (ha circa 11 anni quando mostra l’inclinazione) conquista il palato dei genitori che si accorgono di avere un talento in casa. Trasformano la cameretta di Flynn in un laboratorio per aiutarlo a esercitarsi e installano una macchina sottovuoto, fornelli a induzione, una griglia binchōtan e un circolatore a immersione. Dall’anno successivo abbandona la scuola e comincia a studiare a casa con dei tutor personali così da avere più tempo per cucinare.
Oltre alle materie scolastiche studia anche tutto il repertorio gastronomico, con libri di cucina e videoricette online. Il suo nome fa il giro degli Stati Uniti: tutti si interessano a lui, così a soli 13 anni apre il suo primo ristorante, l’Eureka a Los Angeles con un menu degustazione da 160 dollari a persona, sempre al completo per tutti gli anni a venire.
Alla fine del liceo si trasferisce a New York dove apre Eureka NYC, un ristorante pop-up. Sempre nella Grande Mela fa uno stage all’Eleven Madison Park, uno dei migliori ristoranti al mondo, più volte premiato come numero uno dalla World 50 Best Restaurant. Sempre negli Stati Uniti studia all’Alinea di Chicago, il ristorante di Grant Achatz, uno dei grandi rivoluzionari della New American decantata da Cucinanuova. Per McGarry anche un’importante esperienza all’estero insieme a Rasmus Kofoed, lo chef del Geranium a Copenaghen, l’unico tristellato in Danimarca.
Questo periodo della vita di McGarry è sotto l’occhio attento della stampa americana: il golden boy degli States non delude le aspettative e le persone si appassionano alla sua vita. L’interesse cresce sempre più, al punto che la casa di produzione Kino Lorber chiede a Cameron Yates di girare un documentario, distribuito nel 2018 anche da Amazon Prime, in cui racconta la sua vita e carriera dai 13 ai 18 anni.
Sempre nel 2018, all’età di 20 anni, avvia il suo primo vero ristorante, il Gem. Si tratta di un locale aperto solo la sera, da 18 coperti; alle spalle c’è una living room, un bar caffetteria ideale per la colazione o bere dei tè e dei caffè pregiati accompagnati dagli snack preparati da Flynn o dai dolcetti del Gem.
Eater, Food & Wine, il New York Times, hanno tutti scritto giudizi incoraggianti sul menu del Gem, così come sui ristoranti temporanei aperti negli anni precedenti dal giovane chef. La temutissima recensione del New Yorker ha definito Flynn McGarry un cuoco che "padroneggia perfettamente le regole dell’alta cucina". Il Time ha inserito lo chef tra gli adolescenti più influenti del pianeta e poi successivamente tra i 30 under 30 da tenere d’occhio. Quella italiana non è la prima esperienza in una puntata di Masterchef per McGarry: lo chef di Los Angeles ha già partecipato come ospite a Masterchef Australia quando aveva 18 anni.
Mancano però due risultati che ci si aspetterebbe da un cuoco sotto i riflettori come lui: la Guida Michelin non inserisce il Gem con nessun simbolo all’interno della sua selezione di New York; ancora più sorprendente per certi versi l’esclusione dalla guida Zagat che, con la Rossa, è quella più influente di tutti gli Stati Uniti. Una guida che fa una selezione molto attenta su New York visto che i sui fondatori, Tim e Nina Zagat, cominciarono il loro personalissimo viaggio tra i ristoranti americani proprio dalla Grande Mela, la loro città.
A McGarry importa poco, va avanti per la sua strada grazie a un ristorante sempre tutto esaurito: "Mi sveglio alle 6 del mattino, alle 7:30 sono già nei farmer market per fare la spesa. La giornata non termina prima delle due di notte perché perdo la concezione del tempo in cucina" ha detto in varie interviste. Ciò nonostante cerca di mantenere una vita sociale adatta a un ventenne (pandemie a parte) e quindi esce con gli amici e adora provare gli altri ristoranti.
La sua cucina è un mix di varie culture, che prende dai suoi studi e dai suoi viaggi. Chi l’ha provato dice che è assolutamente memorabile la sua capasanta con gochoda shuzo, merluzzo affumicato con spritz al Cynar, foie gras e budino di pane di segale.
Il suo credo nel mondo della ristorazione è molto semplice, anche molto maturo per la sua età. Flynn è appassionato di interior design e, grazie alle tante ospitate in tv, ha avuto modo di conoscere uno dei suoi artisti preferiti, Brett Robinson. Insieme all'architetto californiano ha arredato ogni suo ristorante come se fosse un salotto di casa. Secondo l'ospite di Masterchef andare al ristorante deve essere rilassante e nulla è più rilassante della propria casa. Flynn McGarry ha più volte ribadito che la ristorazione contemporanea sembra aver perso l'amore per l'accoglienza. I locali non concepiscono più lo spazio interno come uno spazio di vita, in cui le persone passano del tempo. Per tutti questi motivi ha deciso di dare un'impronta precisa e decisa ai suoi locali: un arredamento essenziale, che ricordi con classe un soggiorno di casa. Un ritorno al passato, a tempi più semplici e rassicuranti, per poi scioccare le persone una volta che si siedono alla sua tavola.