L'Espresso Italiano Tradizionale presentato alla Camera dei Deputati come Patrimonio Immateriale dell'Umanità da proporre all'Unesco. La battaglia del Consorzio per far riconoscere dall'organizzazione la bevanda simbolo dell'Italia, che forse in Italia non viene rispettata abbastanza. La tradizione c'è, la qualità c'è ancora?
Nel 2017 dopo una lunghissima battaglia l’Unesco ha riconosciuto l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano come Patrimonio Immateriale dell’Umanità ed ora l’Italia ci riprova: arrivata alla Camera dei Deputati la proposta per portare all’Organizzazione Mondiale il caffè espresso. L’idea promossa dal Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale vuole “Preservare l’originalità e la particolarità dell’Espresso Italiano Tradizionale”, secondo Maria Chiara Gadda, capogruppo Italia Viva Commissione Agricoltura alla Camera e promotrice dell’iniziativa.
Il caffè in Italia è un rito sociale e le motivazioni che potrebbero spingere l’Unesco ad accettare la proposta sono forti: una bevanda trasversale profondamente radicata nella cultura italiana che è diventata sinonimo, anche lessicale, di incontro sociale. “Andiamo a prenderci un caffè” è una frase che tutti gli italiani hanno detto nella propria vita ed ha molteplici significati deducibili solo dal contesto.
La macchina per l’espresso è stata inventata nel 1884 da Angelo Mariondo a Torino, una data storica che ha rivoluzionato per sempre il modo di bere e servire il caffè: per la prima volta i baristi potevano preparare tante tazzine contemporaneamente. Nel dopoguerra l’espresso ha valicato le Alpi conquistando il mercato globale e, mentre altrove questa tradizione veniva rimpinguata con l’innovazione e lo studio, in Italia ci siamo seduti sugli allori.
Oggi il caffè all’estero si è evoluto, con i baristi che hanno studiato tantissime tecniche di estrazione, lavorazione e coltivazione dei chicchi non a caso Starbucks in Italia si è presentata con una Roastery di tutto rispetto entrando di diritto tra i migliori indirizzi da provare per gli appassionati. Mentre la media dei bar italiani lascia molto a desiderare dal punto di vista della qualità e della ricerca.
Con il tempo si sta avendo la percezione di dover obbligatoriamente fare quel passo fatto in Europa molti anni fa e forse, come successo con la pizza, l’Italia si sta preparando ad una grandissima rivoluzione per questo prodotto che va preservato e custodito gelosamente come ogni buona tradizione ma che non può più permettersi di restare così com’è.