In Italia è commercializzata col nome di "Perla Nera" ed è un'anguria coltivata nel mantovano. Tramite alcuni incroci siamo arrivati a questo frutto squisito: la buccia scura è data da un'antica varietà di Mantova, l'assenza di semi tramite un attento processo di selezione botanica. Un gioiellino della scienza, dal gusto unico.
Da qualche anno nei supermercati italiani sono arrivate delle angurie piccine, di un colore verde molto scuro e soprattutto senza semi: si chiama "Perla Nera", brand che identifica l’anguria premium prodotta e commercializzata in sinergia da tre aziende del mondo ortofrutticolo italiano, ovvero Op Francescon, Peviani Spa e Op La Mongolfiera del Gruppo F.lli Giardina. Si tratta di un cocomero di piccole dimensioni, con pochi semi, piccoli, bianchi e morbidi, di colore quasi nero. Non è una vera e propria "anguria mini", perché rispetto a questa tipologia è più grande: è una via di mezzo tra l'anguria classica e quella piccolina, con la particolarità del colore e dell'assenza di semini all'interno. Vediamo nel dettaglio i segreti di questo nuovo frutto.
Questa anguria è coltivata nel mantovano, in Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna e dal 2016 è disponibile sugli scaffali dei supermercati esclusivamente da giugno a settembre. Purtroppo sul sito ufficiale non è specificato come facciano ad avere un'anguria così scura, di queste dimensioni e priva di semi ma in linea di massima questa cosa è possibile e all'estero è una realtà consolidata da circa 20 anni. Per quanto riguarda la Perla Nera sappiamo solo la zona di coltivazione, che non ha subito modifiche di laboratorio e che è figlia di processi di selezione con tecniche naturali. È a sua volta una variante dell'anguria Morina, una varietà dalla buccia nera che si coltivava nel mantovano fino agli anni '60.
In generale però le angurie senza semi (o quasi) esistono da molto tempo all'estero e sono tutte ottenute con la stessa tecnica, totalmente naturale e senza l'uso di Ogm. Sono arrivate sul mercato negli anni Novanta, a partire dalla Cina, dolci come quelle "normali" ma senza i semini da scartare. Per ottenere un'anguria senza semi è necessario che l'unione di due piante dia un'anguria triploide, con 33 cromosomi invece che 22. Questa nuova pianta sarà però sterile proprio perché non ha semi. Ma come fanno le due piante a darne una tripolide? Tramite un'attenta selezione genetica da parte dei contadini:
Questo processo in botanica è visto come un ibrido, perché la pianta sterile si ottiene con una normale impollinazione, senza trattamenti genetici. In realtà però dobbiamo spiegare bene l'assenza di semi: le angurie triploidi, e la Perla Nera non fa eccezione, in realtà i semini ce l'hanno ma sono piccoli, bianchi, quasi trasparenti. Non danno fastidio perché sono involucri vuoti, incapaci di germogliare.
Il sapore di quest'ibrido è abbastanza dolce pur mantenendo un livello di calorie molto basso e una quantità d'acqua presente nel frutto superiore al 90%. La quantità di licopene, un antiossidante che combatte i radicali liberi contrastando l’invecchiamento cellulare, è maggiore rispetto all'anguria "classica". Gli altri parametri sono invece nella norma e ha tutte le proprietà e i benefici di un cocomero comune con fosforo, calcio, sodio, potassio e ferro, vitamina A, vitamina C, B2, B1 e PP. Il prezzo al chilo è leggermente più alto rispetto alle angurie tradizionali ma è difficile fare un calcolo reale sul prodotto: questo tipo di anguria ha una resa maggiore rispetto alla cugina. La buccia è più sottile, quindi se ne butta via meno, e mancano i semi che pure hanno un peso.