L'associazione Origin Italia aderisce alla road map richiesta dalla Fao per migliorare la sostenibilità dei prodotti a indicazione geografica di tutto il mondo.
Tutte le filiere agroalimentari delle Indicazioni geografiche e i rispettivi consorzi di tutela saranno 100% sostenibili entro il 2030. Una promessa davvero ambiziosa, a cui è quasi difficile credere dato che mancano cinque anni e mezzo: ma questo è quanto emerso dall'assemblea dei soci di Origin Italia che aderisce alla strategia di sostenibilità della Fao. Origin è l'Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche e riunisce i consorzi di tutela dei prodotti Dop e Igp, rappresentando oltre il 95% delle produzioni italiane a Indicazione Geografica. Vediamo insieme cosa emerge dall'assemblea.
L'assemblea si è svolta in provincia di Cagliari e i consorzi di tutela si sono impegnati a seguire un percorso virtuoso sulla sostenibilità aderendo alla Strategia dell'Organizzione delle Nazioni Unite. È stata messa a punto una road map per introdurre i criteri di sostenibilità nelle filiere di qualità territoriali che sarà seguita da tutte le associazioni Origin presenti in giro per il mondo.
Dalle parole di Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, si evidenziano tutte le buone intenzioni perché si parla di un percorso ambizioso che segna una nuova visione del sistema Dop e Igp ma non viene spiegato il come si voglia raggiungere un obiettivo tanto grande in un tempo tanto breve. Dall'Ansa si legge che c'è la necessità "di andare verso un modello di sostenibilità condiviso e certificabile ci aiuta a evidenziare due elementi da sempre presenti nel mondo delle Indicazioni geografiche" come il forte legame con il territorio e la sostenibilità sociale "perché — conclude Baldrighi — difendiamo una cultura, un modo di operare, e nello stesso tempo valorizziamo la forte incidenza economica che i prodotti Dop Igp hanno in zone spesso marginali rispetto ai grandi centri produttivi".
La road map di Fao e Origin nasce nel 2016 grazie a una ricerca fatta da vari istituti di diverse nazioni. Ha portato alla definizione di un tool di oltre 440 indicatori utilizzabili dai sistemi produttivi per valutare e monitorare lo sviluppo sostenibile e il loro impatto sull'ambiente e le comunità locali.