Se i Governi non dovessero attuare delle strategie volte al contenimento del problema, entro il 2035 metà della popolazione totale soffrirà di obesità o sarà in sovrappeso. L'analisi della Federazione Mondiale Obesità.
Entro il 2035 praticamente metà della popolazione mondiale sarà in sovrappeso. È il preoccupante quanto inquietante monito che emerge da uno studio condotto dalla Federazione Mondiale Obesità in occasione della Giornata Mondiale dell'Obesità, fissata per il 4 marzo.
L'allarme è di quelli che risuonano forte: in poco più di un decennio si stima come più di 4 miliardi di persone saranno colpite da obesità, con tassi che aumentano più rapidamente tra i bambini. L'obesità infantile, infatti, potrebbe più che raddoppiare nel lasso di tempo preso in considerazione: i minori di sesso maschile colpiti da questa condizione saranno 208 milioni (in aumento del 100% rispetto al 2020), più del doppio invece le ragazze che arriveranno a 175 milioni (un segno più che tocca il 125%).
Questa la preoccupante previsione se non dovessero essere attuate delle restrizioni sulla diffusione, promozione e pubblicizzazione di cibo spazzatura, inteso come tale quello ad alto contenuto di grassi, sale o zucchero. Servire cibo sano nelle mense delle scuole primarie potrebbe essere inoltre un altro importante passo verso il contenimento dell'emergenza.
Secondo l’Oms (l'Organizzazione Mondiale della Sanità), si registra l’obesità clinica quando l’indice di massa corporea arriva a 30 e l’obesità grave quando si supera 35.
Attualmente sono 2,6 miliardi le persone al mondo in sovrappeso o colpite da obesità, pari al 38% della popolazione globale. Entro il 2035 questo numero, qualora il trend al rialzo dovesse mantenersi stabile e i Governi non dovessero attuare strategie di intervento, raggiungerà la cifra di 4 miliardi. Nove su dieci Nazioni in cui si registrerà l'aumento maggiore sono in Africa e in Asia. Come si può cercare di frenare questa pericolosa tendenza al rialzo? Una delle strategie potrebbe essere una maggiore tassazione e limitazione della promozione di cibo malsano, come da qualche tempo stanno attuando in Gran Bretagna, dove sono stati bloccati gli spot online e in tv di cibo spazzatura.
Louise Baur, pediatra australiana e presidente della Federazione Mondiale Obesità, a tal proposito ha dichiarato: "I governi e i responsabili politici di tutto il mondo devono fare il possibile per evitare di trasferire i costi sanitari, sociali ed economici alle giovani generazioni. L'obesità non è una colpa – ha aggiunto – ma il suo impatto sull'economia globale è significativo, perché ammonta a circa il 3% del Prodotto Interno Lordo mondiale”.