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4 Novembre 2024 11:54

Ecco quali saranno le nuove Stelle Michelin: i nostri pronostici

Domani a Modena sarà presentata la Guida Michelin: quali saranno i nuovi stellati? Chi avrà le 2 e le 3 Stelle Michelin. Ecco tutti i nostri pronostici.

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C'è grande attesa per domani 5 novembre quando la Guida Michelin presenterà le sue stelle: chef, giornalisti, clienti e semplici appassionati sono in trepidante attesa per scoprire le nuove Stelle Michelin, tra ingressi, promozioni, conferme e bocciature. Chi saranno i nuovi stellati? Proviamo a scoprirlo insieme.

Le nuove Stelle Michelin in Italia: da 1 a 3 macarons

Ci siamo, è di nuovo quel periodo dell'anno in cui svestiamo i panni del giornalista serio e impegnato (ma dove?) per fare il cosplay della Sibilla Cooman: chi saranno le nuove Stelle Michelin? Parto da due speranze: Michele De Blasio e Roberto Di Pinto. Due chef straordinari sorprendentemente ignorati negli anni passati. Confido che gli amici francesi rimedino alle loro dimenticanze.

Come per la pizza, no? Ah no, lì le speranze le ho perse. Per la Michelin le pizzerie non sono degne. Sul loro sito c'è scritto, cito testualmente: "Qualsiasi ristorante può ottenere la Stella? Sì, qualsiasi ristorante di qualsiasi stile e cucina può ottenere una Stella" eppure c'è un asterisco non segnalato sulle pizzerie a quanto pare. Da una parte non mi dispiace nemmeno considerando le pizzerie inserite in guida e quelle che mancano, mi sento di dire che gli ispettori non sono per nulla avvezzi a questo tipo di ristorazione. Vorrei dire che non ne capiscono nulla di pizza ma non vorrei mettere nei guai la direttrice di Cookist.

1 Stella Michelin

Proviamo ad andare in ordine per capirci qualcosa e lo facciamo in ordine di Stelle, non geografico: i nuovi ingressi con 1 Stella Michelin.

Assodati De Blasio alla Volta del Fuenti a Vietri e Di Pinto al Sine a Milano, entrambi napoletani perché chi ti scrive è napoletano e siamo un po' campanilisti, proseguiamo il viaggio ma a questo punto partiamo dalla Campania. Napoli è la provincia con più stellati in Italia e credo che questo primato verrà ulteriormente rafforzato grazie agli ingressi di Gianluca Mangiapia del John Restaurant ad Afragola, di Carmine Mazza di Terrazza Fiorella a Massa Lubrense, di Gian Marco Carli del Principe a Pompei, di Luigi Tramontano di O me o il mare a Gragnano e di Raffaele De Simone dell'Accanto a Vico Equense. Per me la meriterebbero anche Domenico Iavarone di Zest a Sorrento, e Gianluca D'Agostino di Joca a Napoli ma forse è un po' presto; ho ancora dubbi sul rapporto che Ambrosino di Sustanza ha con la Guida Rossa visti i trascorsi milanesi. Detto ciò, anche se sono stellati nell'animo, non so se quest'anno la guida li premierà. In Campania mi aspetto poi il meritato premio a Domenico Marotta dell'omonimo ristorante a Squille, in provincia di Caserta. Da anni sulla bocca di tutta la critica nazionale, è uno degli allievi prediletti di Enrico Crippa e meriterebbe un riconoscimento.

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Uno dei piatti del Ristorante Marotta

Abbandonando la mia regione saliamo un po': a Verona c'è Iris di Giacomo Sacchetto, uno dei migliori allievi di Norbert Niederkofler e Giancarlo Perbellini, una bella presentazione. Altro delfino di Niederkofler da premiare è Contrada Bricconi (Oltressenda Alta, Bergamo) di Michele Lazzarini: teoricamente sarebbe un agriturismo ma è così bravo da non poter essere ignorato. Tra quelli che non possono essere più ignorati perché siamo tutti convinti che la Stella ce l'abbiano già (forse anche la Michelin, per questo li lascia indietro): Autem di Luca Natalini a Milano, Andrea Leali con Casa Leali sul lago di Garda, Stefano Sforza di Opera a Torino e Jessica Rosval di Casa Maria Luigia a Modena (che quest'anno gioca in casa). Ci metterei anche Alberto Quadrio in questo lotto, attualmente all'Albereta di Brescia, sfortunato negli anni passati, ma forse è troppo prematuro per gli standard della Michelin.

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Uno dei piatti della Volta del Fuenti

In Sicilia occhio al Principe di Belludia a Noto con il giovane Martin Lazarov (ex chef privato di Valentino) e Blum a Taormina con chef Riccardo Fazio seri candidati, diamo quasi per scontata la Stella al Charleston di Palermo: è stato il primo bistellato del Sud nel 1967, ha riaperto da poco e si vuole prendere tutto quello che ha lasciato. Attualmente in cucina due giovani chef talentuosi: Gaetano Verde e Giuseppe Calvaruso. Salendo verso Nord ci fermiamo un attimo al Centro: Mater Terrae a Roma con il catanese Ettore Moliteo è un ristorante unico nel suo genere e molto contemporaneo; Antonio Lerro al Riva (Numana, Ancona) ha portato tutta la tecnica francese in "riva" al mare; il Saporium di Ariel Hagen (fiorentino Doc a dispetto del nome) a Chiusdino, Siena, La Tavola Rossa di Vincenzo Guarino a Postigliano, Perugia. Al Nord io segnalerei innanzitutto Cracco Portofino con il talentuosissimo Mattia Pecis, ma chissà che cosa può aver mai fatto di male Carlo Cracco agli ispettori degli pneumatici per essere ignorato, retrocesso e così via: Carlo, un consiglio, per un anno abbandona le Pirelli, magari si sono offesi anche perché, al netto del talento, dubito che quest'anno sarà premiato Pecis. Sempre nel settentrione i Costardi Bros con Scatto a Torino non saranno lasciati all'asciutto, così come confidiamo in Gianluca Renzi che la Stella ce l'aveva a Bologna e ora è andato ad Asti, alle Cattedrali, nel nuovo gioiellino di Antonino Cannavacciuolo.

2 Stelle Michelin

L'aria comincia a farsi rarefatta e infatti i nomi qui sono molto pochi. Crediamo innanzitutto che verranno riassegnate le Stelle al Don Alfonso a Sant'Agata sui due Golfi, in Penisola Sorrentina. La famiglia Iaccarino non le ha mai perse ma aveva chiuso per ristrutturazione per ben due anni e così la guida ha preferito sospendere il giudizio. L'ambizione è avere la terza ma dubitiamo sia questo l'anno, qualcuno parla addirittura di retrocessione ma credo che resterà tutto invariato.

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Uno dei piatti di Alain Ducasse at ROMEO Napoli

Per me 2 Stelle le dovrebbero avere Cracco in Galleria e Ristorante Famiglia Rana col fenomenale Francesco Sodano ma mi sa che dobbiamo aspettare il 2026 (per Sodano, per Cracco invece ci ho perso le speranze). Discorso simile anche per Giuseppe Molaro di Contaminazioni a Somma Vesuviana: fa qualcosa di unico in Italia e molto raro in Europa, non si può non premiare una ricerca sulla cucina giapponese così profonda quanto quella di Molaro, soprattutto se unita a tecnica e gusto. Non succederà, però sarebbe davvero bellissimo.

Chi avrà le 2 Stelle quasi sicuramente invece sono Andrea Antonini a Roma all'Imago, Gianfranco Pascucci (finalmente) al Porticciolo a Fiumicino e Alessandro Lucassino del Ristorante Alain Ducasse a Napoli nella nuova sala dell'Hotel Romeo.

3 Stelle Michelin

Qui ci troviamo in uno stallo perché secondo me i tristellati italiani sono troppo pochi. La Germania ha 10 ristoranti con 3 Stelle, noi 14. Può mai esserci un divario così risicato tra la nostra cucina e quella tedesca? Non è per urlare nuovamente che il cielo è azzurro sopra Berlino però più di qualche dubbio mi viene.

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Uno dei piatti di Casa Perbellini

Da ragazzo speranzoso e fiducioso nel futuro direi che quest'anno la Guida Michelin torna sui suoi passi e assegna il massimo riconoscimento a qualche chef in più ma, come ogni 365 giorni, se ce ne sarà uno sarà già oro colato: io scommetto su Giancarlo Perbellini a Verona, un giusto coronamento della carriera. Altri papabili (anche già meritevoli) potrebbero essere Michelangelo Mammoliti al Le Rei Natura a Serralunga d'Alba, in provincia di Cuneo, e Moreno Cedroni della Madonnina del Pescatore a Senigallia. Sarebbe davvero clamoroso quest'ultimo non per il talento, straordinario, del cuoco marchigiano, ma perché Senigallia, 43 mila abitanti, (meno dei quartieri Ostiense a Roma o Secondigliano a Napoli) avrebbe ben due ristoranti con 3 Stelle Michelin perché già c'è Mauro Uliassi.

In realtà per me il vero 3 Stelle Michelin che manca all'Italia è però un altro: Anthony Genovese del Pagliaccio a Roma. Ne ha 2, è sempre tra i papabili perché la critica italiana lo adora e io mi accodo alla massa. Non ho mai mangiato bene come al Pagliaccio in Italia ed è incredibile, paradossale e un po' sorprendente che la Guida Michelin non premi il cuoco italo-francese o che Roma abbia un solo tristellato. Sempre per fare un parallelo che lascia il tempo che trova: la Capitale d'Italia ha un solo ristorante con tre macarons; quanto Madrid, Berlino, Oslo, Vienna, Stoccolma; meno di Lisbona che ne ha due, Londra che ne ha sei e Parigi che ne ha addirittura 10 ma la Michelin è comunque una guida francese e si sa che i francesi sono sempre più buoni con i propri connazionali.

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Quello che i piatti non dicono
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