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7 Novembre 2022 13:34

Olio d’origano nei succhi di frutta: ecco perché potresti trovarlo fra gli ingredienti

Una ricerca dell'Enea dimostra che l'olio essenziale all'origano, combinato a un leggero trattamento termico, uccide tutti i batteri di Escherichia coli. Un bel passo in avanti che aiuta l'industria alimentare.

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Se nei prossimi mesi troverai tracce di origano tra gli ingredienti dei succhi di frutta non temere, non è un errore. Una ricerca dell'Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, ha messo a punto un trattamento battericida a base di olio essenziale d'origano che garantisce qualità e sicurezza in tutti i succhi di frutta. Quest'olio essenziale è da anni noto per i positivi effetti antimicrobici contro tanti batteri. Il prodotto è infatti idrofobico: non si attacca all'acqua, caratteristica che gli permette di penetrare nella membrana cellulare dei batteri compromettendone la funzionalità. Un modo naturale, economico e semplice per migliorare la nostra sicurezza alimentare

L'origano combatte i batteri

Stando alla ricerca di Annamaria Bevivino, responsabile del laboratorio di Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari dell'Enea, le proprietà dell'olio essenziale all'origano possono inibire tanti batteri dei succhi di frutta lasciando inalterato il sapore originale. Lo studio è stato effettuato grazie ai fondi del 5 per Mille alla ricerca scientifica: si sono concentrati su questo punto perché "la contaminazione alimentare è una grave minaccia per la salute pubblica a livello globale. Una delle principali specie di batteri patogeni è l'Escherichia coli e il principale inibitore di questo batterio è proprio l'olio essenziale all'origano.

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L'importanza di questa scoperta sta nella democratizzazione della proposta: oggi tutti i batteri sono affrontati in maniera "tradizionale", ovvero con la pastorizzazione. Il problema di questo processo sta nel trattamento termico: più alta è la temperatura più proprietà nutritive vengono distrutte insieme ai batteri. Inoltre c'è la questione energetica: pastorizzare tante bottiglie ha un costo molto elevato, quasi insostenibile per molte piccole aziende a seguito degli aumenti in bolletta. Secondo la dottoressa Bevivino questo trattamento "potrebbe rappresentare una soluzione sicura, efficace e anche a basso costo per l’industria alimentare, recuperando sottoprodotti come antimicrobici naturali e riducendo i consumi di energia termica associati al trattamento di pastorizzazione".

La ricerca non dice di eliminare la pastorizzazione, anzi, i risultati migliori si sono visti proprio con un'azione combinata: un leggero trattamento termico, a temperature intorno ai 65 °C contro gli 80-105 °C attuali, elimina drasticamente qualsiasi forma di Escherichia coli. Un bel passo avanti per l'industria alimentare con una soluzione tutto sommato molto semplice.

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