Una ricerca dell'Enea dimostra che l'olio essenziale all'origano, combinato a un leggero trattamento termico, uccide tutti i batteri di Escherichia coli. Un bel passo in avanti che aiuta l'industria alimentare.
Se nei prossimi mesi troverai tracce di origano tra gli ingredienti dei succhi di frutta non temere, non è un errore. Una ricerca dell'Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, ha messo a punto un trattamento battericida a base di olio essenziale d'origano che garantisce qualità e sicurezza in tutti i succhi di frutta. Quest'olio essenziale è da anni noto per i positivi effetti antimicrobici contro tanti batteri. Il prodotto è infatti idrofobico: non si attacca all'acqua, caratteristica che gli permette di penetrare nella membrana cellulare dei batteri compromettendone la funzionalità. Un modo naturale, economico e semplice per migliorare la nostra sicurezza alimentare
Stando alla ricerca di Annamaria Bevivino, responsabile del laboratorio di Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari dell'Enea, le proprietà dell'olio essenziale all'origano possono inibire tanti batteri dei succhi di frutta lasciando inalterato il sapore originale. Lo studio è stato effettuato grazie ai fondi del 5 per Mille alla ricerca scientifica: si sono concentrati su questo punto perché "la contaminazione alimentare è una grave minaccia per la salute pubblica a livello globale. Una delle principali specie di batteri patogeni è l'Escherichia coli e il principale inibitore di questo batterio è proprio l'olio essenziale all'origano.
L'importanza di questa scoperta sta nella democratizzazione della proposta: oggi tutti i batteri sono affrontati in maniera "tradizionale", ovvero con la pastorizzazione. Il problema di questo processo sta nel trattamento termico: più alta è la temperatura più proprietà nutritive vengono distrutte insieme ai batteri. Inoltre c'è la questione energetica: pastorizzare tante bottiglie ha un costo molto elevato, quasi insostenibile per molte piccole aziende a seguito degli aumenti in bolletta. Secondo la dottoressa Bevivino questo trattamento "potrebbe rappresentare una soluzione sicura, efficace e anche a basso costo per l’industria alimentare, recuperando sottoprodotti come antimicrobici naturali e riducendo i consumi di energia termica associati al trattamento di pastorizzazione".
La ricerca non dice di eliminare la pastorizzazione, anzi, i risultati migliori si sono visti proprio con un'azione combinata: un leggero trattamento termico, a temperature intorno ai 65 °C contro gli 80-105 °C attuali, elimina drasticamente qualsiasi forma di Escherichia coli. Un bel passo avanti per l'industria alimentare con una soluzione tutto sommato molto semplice.