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13 Marzo 2025 11:01

Ecco come i dazi di Trump potrebbero influire sull’economia agroalimentare italiana

La questione dei dazi USA è una sfida complessa per il settore enogastronomico italiano. La capacità di trovare un equilibrio tra qualità, prezzo e strategie di mercato sarà determinante per preservare il successo del Made in Italy sul mercato americano e per continuare a far apprezzare i sapori unici della nostra tradizione culinaria.

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La minaccia di nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, paventata dal presidente Donald Trump, agita il mondo dell'enogastronomia italiana. Non si tratta solo di un allarme per le produzioni di lusso, come si potrebbe pensare, ma soprattutto per quei prodotti che hanno conquistato il mercato americano grazie all'ottimo rapporto qualità-prezzo. Un'eventuale impennata dei costi potrebbe infatti renderli meno competitivi, favorendo l'ascesa di alternative meno pregiate.

Olio, aceto, pasta, formaggio: tutti i rischi a cui vanno incontro le aziende

Uno studio di Nomisma per Cia-Agricoltori Italiani mette in luce la vulnerabilità di alcuni prodotti simbolo del Made in Italy. Il pecorino romano, ad esempio, è un formaggio ampiamente utilizzato grattugiato, e quindi più facilmente sostituibile con prodotti similari se il suo prezzo dovesse lievitare a causa dei dazi. Questo evidenzia come anche prodotti di grande diffusione e utilizzo quotidiano possano essere a rischio a differenza dei brand di lusso che risentiranno relativamente della politica di Trump. Alla fin fine, chi può permettersi un'auto da 300 mila dollari, può permettersela anche se costa 315 mila dollari (ad esempio).

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Il pericolo non si limita ai formaggi: con il possibile ritorno delle barriere commerciali, anche altri pilastri dell'agroalimentare italiano potrebbero soffrire. Sidro di mele, oli extravergine d'oliva e aceti balsamici, prodotti che rappresentano l'eccellenza della dieta mediterranea, si troverebbero a competere in un mercato più ostile.

Un capitolo a parte merita il vino, vero e proprio ambasciatore del Made in Italy nel mondo. In particolare, i vini Dop di fascia media, come il Prosecco, rischiano di essere penalizzati. L'Unione Italiana Vini (UIV) ha registrato una corsa agli acquisti Oltreoceano, con un aumento del 20% del volume dell'export nell'ultimo bimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Tuttavia, l'ipotesi di dazi al 25% potrebbe causare un danno di circa 470 milioni di euro per il vino italiano solo per gli effetti diretti sulla domanda statunitense, cifra che potrebbe raggiungere il miliardo di euro considerando gli effetti indiretti sull'export globale. Secondo quanto dichiarato all'Ansa dal presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini "urge un'azione diplomatica forte per trovare una soluzione e non compromettere i traguardi raggiunti finora. L'export agroalimentare negli Usa è cresciuto del 158% in dieci anni e oggi gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di riferimento mondiale per cibo e vino made in Italy, con 7,8 miliardi di euro messi a segno nel 2024″.

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