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29 Settembre 2023 12:00

E se introducessimo i prezzi dinamici nei supermercati? Ecco perché farebbe bene a tutti

I prezzi dinamici sono quelli che applicano gli alberghi: i prezzi variano a seconda del periodo. Nei supermercati potrebbero variare a seconda della scadenza. Uno studio negli Stati Uniti dimostra che si ridurrebbe del 21% lo spreco alimentare e i supermercati guadagnerebbero il 3% in più senza fare nulla.

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In America sono pronti a introdurre una regola molto interessante che potrebbe avere risvolti in tutto il mondo: i supermercati potrebbero introdurre i "prezzi dinamici", un po' come fanno le compagnie aeree o gli alberghi. Ma cosa sono i prezzi dinamici? Si tratta di quelle tariffe che, a seconda della data, possono variare nel corso del tempo. Nel caso specifico del banco alimentare il costo di un prodotto varia a seconda di quanto è vicino alla data di scadenza. Secondo uno studio della Rady School of Management dell'Università della California a San Diego, questa tecnica potrebbe essere il modo più efficace per le catene di supermercati di tenere i prodotti deperibili fuori dalle discariche, riducendo lo spreco almeno del 21%. Una cifra davvero importante per un'idea, poi teorizzata dagli studiosi, anche facile da applicare. Il cibo si salverebbe, i negozianti guadagnerebbero di più, i clienti spenderebbero di meno.

Cosa sono i prezzi dinamici e come applicarli nei supermercati

Come riporta un rapporto della Fao, uno dei principali problemi relativi ai gas serra riguarda lo spreco di cibo. La decomposizione dei rifiuti organici rilascia metano e questa fuoriuscita può essere ridotta facilmente secondo i ricercatori di San Diego. In California oltre il 10% degli sprechi alimentari proviene dai rivenditori di generi alimentari che buttano via i prodotti deperibili invenduti e ormai scaduti. Lo studio ha applicato due metodi di ricerca, facendo forza su una legge molto particolare in vigore in California: nel "Golden State" c'è il divieto di gettare rifiuti organici per le aziende, quindi le persone sono "costrette" a ingegnarsi col compost o con altri metodi di raccolta. Lo studio ha messo in correlazione questo divieto e la tariffazione dinamica e i risultati sono straordinari.

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Questa ricerca ha portato a due risultati molto importanti e che dovrebbero far aprire gli occhi a moltissime persone:

  1. Le aziende hanno ridotto i metri cubi di rifiuti da riciclare, riducendo i costi per lo smaltimento;
  2. Il pricing dinamico, d’altro canto, spinge i rivenditori a buttare via meno cibo applicando innanzitutto un algoritmo. Questo calcolo determina quando e di quanto i negozi di alimentari dovrebbero ridurre il prezzo dei prodotti deperibili a seconda del loro inventario e della data di scadenza. Con questa tariffazione i venditori possono modificare il prezzo del cibo anche più volte al giorno a seconda della deperibilità dell'alimento.

Secondo Robert Sanders, un assistente professore di marketing e analisi presso la Rady School, "questa ricerca mostra che la maggiore flessibilità dei prezzi derivante dagli sconti sugli alimenti che stanno per scadere riduce significativamente gli sprechi alimentari e aumenta i margini di profitto tra i rivenditori". L'analisi dimostra una riduzione degli sprechi di circa il 21% e aumenta i margini lordi di guadagno dei supermercati del 3%: è una win-win come dicono loro perché si riduce lo spreco e si alzano i guadagni, facendo anche risparmiare dei soldi ai semplici clienti. Questa "è una soluzione basata sul mercato che gli stessi rivenditori potrebbero implementare" secondo Sanders.

Un ulteriore vantaggio dei prezzi dinamici riguarda la scelta di acquisto per i clienti: incentiva anche le persone a scegliere alimenti meno lavorati, generalmente più sani, più convenienti per i consumatori. È probabile che questo sistema venga presto adottato in California che per il momento sta attuando una politica repressiva per scoraggiare le aziende a produrre rifiuti: sta aumentando le tasse di smaltimento a dismisura. Secondo i ricercatori però l'aumento dei costi non scoraggia le imprese a fare meglio perché non c'è un cambiamento concreto nel modo di fare. Bisogna agire sul portafoglio in entrata dei singoli e su quello dei clienti per massimizzare i risultati, avere un futuro migliore e guadagnare di più.

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