Sì, è legale "imbustare" zaini e borse ma il cliente può rifiutarsi di sottostare a questa "sigillatura". Tuttavia il negoziante a questo punto può vietare l'ingresso all'avventore perché è un suo diritto tutelarsi dal taccheggio. Questa pratica è illegale solo se discriminatoria.
Può capitare, soprattutto all'ingresso delle grandi catene di supermercati dei centri commerciali, che venga chiesto ai clienti di riporre i propri zaini o le proprie borse in dei sacchetti sigillati, così da prevenire furtarelli vari. Questa pratica è legale? Pur non essendo espressamente regolata da norme ufficiali, va inserita nelle misure antitaccheggio che i negozianti possono adottare per tutelarsi quindi sì, questa pratica è perfettamente legale. Attenzione però: è un tuo diritto rifiutarti ma a questo punto il negoziante può altrettanto legittimamente impedirti l'ingresso nel negozio. Vediamo i dettagli della questione.
La questione è stata sollevata dall'avvocato Giuseppe Di Palo, molto noto sui social con circa 200 mila follower su Instagram: un supermercato può chiedere di sigillare la tua borsa? "È una pratica comune nei centri commerciali e sì, è perfettamente legale" dice l'avvocato, perché i commercianti "hanno tutto i diritto di difendersi dal taccheggio; la sigillatura è una misura di sicurezza accettata purché non sia discirminatoria o invasiva". In parole povere i supermercati possono chiederlo a patto che lo facciano a tutti e non si limitino a minoranze discriminando in base alla religione, al colore della pelle o a ciò che può essere offensivo per le persone.
Tuttavia, prosegue Di Palo, i clienti "hanno tutto il diritto di rifiutarsi ma il negoziante può vietare l'ingresso se le persone non accettano queste regole. La sigillatura è solo la condizione per entrare nel negozio". Questa seconda parte è fondamentale perché l'articolo 187 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) stabilisce che gli esercenti "non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo". In questo caso però non si tratta di un rifiuto ma di una condizione d'accesso che l'esercente stabilisce per l'ingresso nel proprio locale. La legge tutela i negozianti in tal senso con l'autonomia organizzativa. In questo caso i negozianti sono ulteriormente tutelati perché la condizione serve a proteggere il proprio patrimonio aziendale.