Torino è una delle città più belle d'Italia e la sua gastronomia non è da meno: tra la tradizione e alcuni dei migliori stellati del nostro Paese, passando per un sorprendente street food e alcune pizzerie davvero eccellenti.
L'offerta gastronomica piemontese è da sempre ricca e affascinante: tanta tradizione, tanta ricerca, ce n'è davvero per tutti i gusti. Ma dove mangiare a Torino? Il capoluogo è una delle città più affascinanti e misteriose d'Italia, nazione di cui è stata anche capitale: la ristorazione non è da meno, una vera regina, un traino dell'economia. A Torino ci sono caffè storici e indirizzi eccellenti per pranzi e cene, che vanno dalla trattoria allo stellato senza dimenticare mai la scena delle pizzerie, molto florida. Ce n'è per tutti i gusti: dalla carne al pesce, dal vegetariano all'alternativo. La cucina torinese è ricca di storia ma una storia che si rinnova quotidianamente grazie a grandi professionisti del settore.
Cerchi un'esperienza culinaria che ti faccia viaggiare con il palato? Torino, con la sua ricca storia e la sua vivace scena gastronomica, è la destinazione perfetta. Dai ristoranti stellati ai bistrot più intimisti, la città sabauda offre una vasta scelta per soddisfare anche i palati più esigenti. Scopri con noi i migliori indirizzi per un'esperienza gourmet indimenticabile.
Non possiamo cominciare un viaggio gourmet a Torino se non a casa di Davide Scabin, uno dei più rinomati chef piemontesi e protagonista dell'alta cucina italiana che continua a sorprendere con la sua creatività inesauribile. Dopo aver conquistato 2 stelle Michelin nel suo celebre Combal.Zero di Rivoli, oggi Scabin si reinventa ancora una volta nella prestigiosa cornice del Grand Hotel Sitea di Torino. Qui, con il suo stile inconfondibile e audace, sfida le tradizioni culinarie con una proposta che non segue le regole classiche del pasto, ma ne ribalta l'ordine.
Il menù degustazione ideato da Scabin offre un’esperienza unica: si parte dai sapori più intensi e marcati, per poi alleggerire man mano il percorso gastronomico (anche da un punto di vista nutrizionale). Questo approccio "inverso" è solo uno degli elementi che caratterizzano la sua cucina, che rimane profondamente legata alla tradizione piemontese ma aperta a influenze internazionali ed esotiche. Il risultato è un vero viaggio del gusto, che attraversa piatti tradizionali e creazioni innovative, tutte firmate da uno dei maestri della cucina contemporanea. Scabin continua a mantenere la sua fama di rivoluzionario della cucina, con un’abilità straordinaria nel fondere tecnica e fantasia, lasciando il segno in ogni piatto che propone. Il degustazione arriva a 260 euro.
Lo sappiamo, sui social questo ristorante è diventato famoso per la pasticceria e per il croissant cubico ma in realtà questo posto è anche uno dei migliori monostella d'Italia grazie a Matteo Baronetto, uno chef preparato come pochi, da anni tra i papabili nuovi 2 Stelle. Parliamo di una vera e propria istituzione piemontese e fiore all’occhiello di Torino. Fondato nel 1757, il ristorante rappresenta uno degli esempi più raffinati di gastronomia storica europea. La sua Sala Risorgimento, dove quasi tutto è rimasto inalterato dal XIX secolo, trasporta immediatamente gli ospiti in un'epoca passata. Il parquet originale scricchiola sotto i piedi, mentre dalle finestre si scorge Palazzo Carignano, sede del primo Parlamento dell’Italia unificata. È proprio qui che Camillo Benso, conte di Cavour, uno degli artefici dell'Unità d'Italia, aveva il suo tavolo riservato, rendendo il ristorante non solo un luogo di eccellenza culinaria, ma anche un simbolo della storia italiana. Alle spalle di questa sala storica, si apre la più informale Sala Pistoletto, un ambiente che coniuga eleganza e modernità, offrendo agli ospiti un'esperienza più rilassata ma altrettanto raffinata.
Tutto molto bello, e la cucina? Lo chef Matteo Baronetto riesce a mantenere un perfetto equilibrio tra ciò che richiede una struttura del genere e la sua visione avanguardista di cucina. Alcuni piatti iconici della cucina piemontese vengono reinterpretati con un tocco di creatività che riflette l’alta cucina contemporanea. Anche la carta dei vini è straordinaria, con una selezione che celebra soprattutto i grandi vini del Piemonte come Barolo e Barbaresco, disponibili anche al bicchiere, per un’esperienza completa che lascia entusiasti gli appassionati. Il menu degustazione è uno solo, a 185 euro, e consigliamo di scegliere questo percorso senza andare alla carta.
Un unico menu a 150 euro con una dicitura molto netta: "La nostra filosofia è basata sul non escludere la proteina animale ma sensibilizzarne il consumo servendola come contorno ai vegetali. Per questo motivo non verranno accettate prenotazioni per chi segue un regime alimentare vegetariano o vegano, e inoltre per chi non mangia pesce". Poco margine di manovra, sembra quasi anacronistico per i nostri tempi ma è una scelta di campo che la proprietà ha voluto fare. Detto ciò: il ristorante è nel cuore di Torino, a pochi passi dal Santuario della Consolata; Unforgettable si distingue per l’esperienza culinaria unica che offre ai suoi ospiti. Anche se oggi siamo in pieno centro, un tempo questa strada segnava il confine tra la città e la campagna. Questo passato rurale rivive nell'ambiente del ristorante, ospitato in un antico cascinale, ma è solo un omaggio alla tradizione. Una volta entrati, si viene accolti in un contesto che si proietta decisamente verso il futuro. Christian Mandura, lo chef, ha saputo creare un’esperienza gastronomica innovativa e sperimentale, lontana dai classici percorsi tradizionali. Il menu degustazione, infatti, si apre con un saluto della cucina servito in un intimo salotto, per poi continuare in un’ambientazione originale: un unico banco condiviso, con soli dieci posti, dove i commensali si siedono uno accanto all’altro, in un’esperienza di convivialità e scoperta. Qui i piatti si susseguono con una forte impronta creativa, dove i protagonisti sono spesso ingredienti vegetali, accompagnati con misura da carne o pesce.
Nato all'interno di un ex refettorio ottocentesco, Opera è un ristorante che racconta una storia. I mattoni a vista e l'atmosfera intima creano uno scenario perfetto per gustare una cucina creativa e raffinata. Lo chef Stefano Sforza, con la sua maestria, trasforma ingredienti semplici in piatti complessi e sorprendenti, dove la frutta gioca un ruolo fondamentale. La tecnica è tendenzialmente francese, una tipologia di cucina che si sposa alla perfezione con i gusti e i sapori della cucina piemontese. Il menu classico è a 110 euro, quello vegetariano è a 80 euro.
Torino fa fede a una solida tradizione gastronomica ma ha saputo innovarsi come poche città in Italia. Qui puoi trovare di tutto: ristoranti healthy, vegetariani, innovativi, etnici. Ce n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Un cocktail bar di prestigio che, nel tempo, è diventato anche un importante punto di riferimento per la cucina nipponica e peruviana. Gli arredi, curati nei minimi dettagli, sono un riflesso delle culture che ispirano la cucina: un mix tra l'atmosfera andina del Sud America e le sfumature eleganti dei Paesi orientali. Un ambiente raffinato ma accogliente, che accompagna gli ospiti attraverso una cucina molto interessante. Il cuore pulsante del ristorante è la cucina dello chef Alexander Robles, che propone un menu degustazione articolato in sei portate a 65 euro. L’idea è quella di offrire una fusione perfetta tra sapori intensi, piccanti e aciduli, e piatti più delicati, creando un equilibrio armonioso in ogni assaggio. C'è anche la possibilità di prendere piatti alla carta.
L'esperienza gastronomica si arricchisce grazie ai drink ideati da Matteo Fornararo e il suo team di esperti mixologist. I cocktail sono studiati per esaltare o bilanciare i sapori dei piatti, riprendendo, ad esempio, la piccantezza o l’acidità dei cibi, oppure offrendo sollievo con sapori più morbidi e dolci. Un abbinamento perfetto che rende l’intero percorso culinario un'esperienza multisensoriale.
Nel cuore pulsante di Porta Palazzo, Stefan Kostandof ha dato vita a Kadeh, un wine bar che porta in città un assaggio autentico e contemporaneo della cucina ottomana. Il nome, che in turco significa "bicchiere", riflette già un po' dell'atmosfera rilassata e conviviale che si respira qui, dove la cultura del cibo e del vino si intrecciano in un’esperienza informale e gustosa. Di fatto è un wine bar con cucina in cui puoi mangiare con circa 25 euro.
Prima esperienza in una trattoria contemporanea per Claudio Locchiatto, dopo tanti anni nelle cucine stellate. Ha portato un angolino di Calabria in Piemonte in cui cucina sia piatti della tradizione sia ricette originali con vera maestria. C'è l'idea di voler far stare bene la gente, di voler fare da mangiare e soddisfare i palati di anziani e bambini allo stesso modo. Il menu è fresco, sbarazzino, con prezzi davvero invidiabili: primi a 15 euro, secondi dai 7 ai 18 euro per una cucina di grande sostanza. Da segnalare la Giandujotta, un antipasto con ricotta e nduja a 8 euro, davvero delizioso.
Nel cuore del quartiere San Salvario a Torino, Scannabue è diventato un punto di riferimento per chi cerca una cucina che affonda le radici nella tradizione piemontese, con un tocco di creatività che amplia gli orizzonti verso la Riviera ligure. Il nome del ristorante è un omaggio a Giuseppe Baretti, critico letterario del ‘700 noto per il periodico satirico “La frusta letteraria”, da cui deriva il soprannome Scannabue.
Fondato nel 2008 da tre giovani imprenditori torinesi, il locale accoglie i suoi ospiti in un ambiente caldo e familiare, dove l’atmosfera casalinga si mescola a una cucina raffinata e curata nei minimi dettagli. Il menu pone grande attenzione alla qualità degli ingredienti, con un’accurata selezione delle materie prime: le paste fresche fatte in casa, le carni bovine provenienti dai migliori allevamenti piemontesi, e il pesce fresco che richiama i sapori del vicino Mar Ligure. C'è una formula di degustazione (minimo per 2 persone) da 37,50 euro a testa, molto interessante.
Nel cuore del vivace quartiere di San Salvario questa osteria (ma è anche tanto altro) propone sapori autentici piemontesi con un'ottima carta dei vini. Anzi, è forse proprio l'enologia il cuore pulsante del locale visto che c'è una continua ricerca sulle realtà vitivinicole piemontesi più interessanti, senza badare troppo al prestigio dell'etichetta. Per essere una sorta di wine bar (in realtà è aperto fin dal mattino per le colazioni) non è particolarmente economico e mediamente devi spendere circa 35 euro per pranzare qui però piatti di prima scelta, disponibili anche in versione "mezze porzioni" così da assaggiare più cose, come se fossero tapas.
Oggi è facile parlare di "trattoria contemporanea" ma forse i primi sono stati loro, quelli di Consorzio, guidati dall'esplosiva chef Valentina Chiaramonte. Oggi tutti si fregiano di usare i prodotti poveri ma vieni a provare le frattaglie qui e facci sapere poi come sono gli altri. Questo posto, pur essendo anticonformista, ha messo suo malgrado un'asticella altissima per gli standard di tutti gli altri segnalandosi come uno dei migliori posti in cui mangiare che abbiamo nel Bel Paese. È piacevole, divertente e si mangia bene. Da provare, oltre al quinto quarto, i ravioles con tumin del mel, i ravioli di finanziera e i più tradizionali agnolotti gobbi farciti di carne tutti a 18 euro. Consigliamo il menu degustazione a 45 euro.
Nascosta tra le vie di un quartiere poco battuto dai percorsi turistici, si trova una vera e propria osteria torinese che gode di una reputazione solida e duratura. Questo locale accoglie i suoi ospiti in un'atmosfera calda e conviviale, caratterizzata da un servizio tutto al femminile noto per la sua attenzione e cordialità. L'ambiente è quello classico e senza tempo, suddiviso in tre piccole salette che mantengono intatta l’intimità dell’esperienza, di cui una condivisa con il bancone del bar, dettaglio che aggiunge ulteriore fascino retrò.
Il menu si concentra su proposte legate alla cucina regionale, con piatti che celebrano i sapori piemontesi in tutta la loro genuinità. Ogni portata è preparata con cura e riflette la volontà di mantenere vivo il legame con le radici culinarie locali. L'esperienza è arricchita dalla possibilità di pranzare o cenare all'aperto grazie al giardino sul retro, un angolo verde e tranquillo che offre un'accoglienza perfetta nelle serate estive. Il pasto qui costa circa 30 euro.
Situato lungo la vivace via Accademia Albertina, questo piccolo ristorante senza pretese fa della semplicità e della qualità della cucina piemontese il suo segno distintivo. L'ambiente è intimo, con tavoli vicini l'uno all'altro che creano un'atmosfera conviviale. L'intero locale è un omaggio alla cucina regionale, con una selezione di piatti che esaltano i sapori autentici del Piemonte, senza però trascurare qualche incursione più lontana, come le influenze siciliane.
Il menu propone una vera celebrazione della carne, con piatti che hanno conquistato il cuore dei clienti. I tajarin fatti in casa, realizzati con ben 40 tuorli, sono tra i protagonisti del ristorante e vengono serviti con un ricco ragù di vitello, donando un sapore intenso e unico. Tra i piatti più apprezzati figurano anche il coniglio e la pancia di maiale, eseguiti alla perfezione e in grado di accontentare i palati più esigenti. Per chiudere il pasto in bellezza, i dolci non sono da meno. Un pranzo qui costa circa 30 euro.
La merenda sinoira, il tradizionale spuntino pomeridiano torinese, si è evoluta nel moderno street food. Oggi, a Torino, la strada è un palcoscenico per un mix di sapori e tradizioni: dalla classica farinata ai baozi cinesi, passando per le specialità piemontesi rivisitate. Una passeggiata tra i vicoli della città è un'esperienza culinaria che soddisfa ogni palato. Senza dimenticare la pizza: qui ha visto il suo trionfo il formato del padellino ma c'è di più grazie ad alcuni grandi indirizzi.
Situato in un ambiente vivace e moderno, Tuttofabrodo è il progetto culinario di Elisa Neri, giovane e appassionata imprenditrice che ha portato il suo amore per la cucina cinese nel cuore della città. L'atmosfera pop e informale fa da sfondo a una cucina che stupisce, in cui i sapori tradizionali vengono esaltati con cura e autenticità.
Il menu è un omaggio alle radici della cucina asiatica, con particolare attenzione a due pilastri fondamentali: i ravioli e il ramen. Preparati seguendo le tecniche più antiche e rispettando la tradizione, i ravioli vengono proposti in diverse varianti, tutte caratterizzate da un equilibrio di consistenze e aromi che li rende particolarmente appetitosi. Altrettanto apprezzato è il ramen (13,50 euro), una preparazione che richiede precisione e pazienza, con brodi ricchi di sapore e ingredienti freschi che ne esaltano la profondità. Il pasto completo costa circa 20 euro.
Patria Chevicheria nasce come estensione più accessibile e informale del ristorante Vale un Perù (Via S Paolo, 52/B), portando la cucina tradizionale peruviana in chiave street food nel cuore di Torino. Questo locale è il frutto dell’ingegno di Patricia Trujillo e Miguel Bustinza, che sono riusciti a distillare l’essenza del loro ristorante originario in un format più quotidiano, ideato per un’esperienza di gusto rapida e autentica. Protagonisti del menu sono i sànguches, panini tradizionali farciti con combinazioni gustose e ben equilibrate, come il Butifarra, un panino iconico ripieno di lonza di maiale marinata nella birra scura peruviana Cusqueña (9€), che richiama i sapori forti e speziati tipici del Sud America. Non mancano le empanadas, fragranti e saporite, e una selezione di piatti meno conosciuti che aggiungono un tocco di originalità, come le Amanecer Andino (6€), crocchette di quinoa con verdure fresche di stagione e un cuore di formaggio fuso, perfette per esplorare il lato più vegetale e sfizioso della cucina andina. Il pasto completo costa circa 15 euro.
La Groferia Piemonteisa nasce dal desiderio di riscoprire e reinterpretare uno dei cibi di strada più iconici del Piemonte, il gofri. Questo prodotto regionale ha una lunga storia, risalente al 1700, quando veniva utilizzato come semplice accompagnamento a tavola e non come piatto principale. Ispirato al gaufre belga progenitore del waffle, il gofri piemontese è una cialda croccante, oggi amatissima per la sua versatilità e perfetta come contenitore per gustosi ripieni. Nel menu spiccano diverse varianti del gofri: si può scegliere la versione classica, una cialda croccante dal caratteristico motivo a nido d’ape, disponibile a 5€. Una variante interessante è il “gofre sbagliato” (6€), preparato con lo stesso impasto ma cotto al forno e arricchito da semi misti, per un tocco rustico. Chi cerca una proposta unica può optare per la miassa (5€), una cialda tipica a base di farina di mais, riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale.
Pizzeria in centro città, una meta intima e accogliente, con un piccolo locale interno arricchito da un dehors per godere della bella stagione. Questa insegna propone un menu composto da 19 pizze, affiancate da un paio di opzioni fuori menu che variano. La selezione comprende anche due tipi di farinata: una versione bianca a base di farina di grano e la tradizionale farinata sottile e croccante. Impasto realizzato con farina semi-integrale, l’impasto subisce una lunga lievitazione di 30 ore che conferisce alla pizza una base soffice e leggera, senza eccesso di unto. La crosta, o cornicione, è friabile, offrendo una piacevole croccantezza che ben si bilancia con il morbido cuore della pizza. Il pasto completo costa circa 20 euro ma è forse il miglior padellino nella città dei padellini.
L'idea di pizza di Bricks è molto interessante perché ha piemontizzato il prodotto napoletano con ingredienti e soprattutto cereali locali. Un impasto buono, buoni abbinamenti di sapore e un'ottima padronanza dell'argomento. La location spicca per il suo ambiente moderno e il servizio veloce, pensato per chi cerca una pausa gustosa e senza attese. Il menu è vario, spaziando dalle pizze classiche alle proposte firmate da Liviu Ceoflec, pizzaiolo di Bricks, che includono anche interessanti varianti al padellino (degno rivale dell'indirizzo precedente).
Un punto di forza della pizzeria è la possibilità di scegliere tra quattro tipi di impasto, tutti a base di farine biologiche. All’assaggio si distingue per la leggerezza della base e la consistenza del cornicione. Gli ingredienti selezionati con cura esaltano i sapori di abbinamenti noti e reinterpretati. Questo approccio consente di valorizzare la qualità dei prodotti utilizzati e di proporre gusti che coniugano semplicità e ricercatezza. Carlo Ricatto, titolare della pizzeria, ha aperto anche un altro indirizzo che suggeriamo, dello stesso brand: BrickstoGo Gastro Bakery & Food Corner (Via San Paolo, 12): proposta di gastronomia molto interessante, prezzi contenuti e tanta fornitura (perfino una super mozzarella che a Torino è un'autentica rarità). Le pizze vanno dai 7 ai 16 euro.
Un'esperienza davvero unica per tutti gli appassionati della pizza d'autore: Massimiliano Prete è uno dei più bravi lievitisti d'Italia e tutto il suo lavoro su impasti è lievitazione si vede alla grande in questa pizzeria. Utilizzando grano coltivato appositamente per lui nei dintorni torinesi, il pizzaiolo ha creato un'offerta che va oltre la pizza classica. Tra le varianti troviamo la Pizz’otto, la Pizza Croccante, la Fa Croc, la Pala e la Pizza Classica. Le degustazioni a spicchi sono consigliate per scoprire al meglio il mondo delle sue pizze, dove spiccano proposte originali come la Baccalà e la Scarola. Ogni fetta racconta la cura e la ricerca di sapori autentici e ingredienti di alta qualità, perfetti per chi cerca un percorso degustativo di grande raffinatezza e carattere. Il degustazione costa 33 euro.
Uao è un angolo accogliente situato nei pressi di Piazza Madama Cristina. Questo piccolo locale, arredato nei toni del blu e del bianco, è pensato per un’esperienza informale e piacevole, con posti a sedere sia vicino al forno che all'esterno, perfetti per un rapido spuntino o per un pasto da asporto.
Il menu offre le classiche napoletane con un tocco unico, grazie agli ingredienti che aggiungono una marcia in più a ogni proposta. Tra le pizze speciali troviamo la ‘Nduja & Sour (8 euro), una base margherita arricchita con pomodori gialli, ‘nduja, mascarpone e un tocco di olio all’arancia, e la classica Margherita a 7 euro.