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23 Luglio 2024
13:00

Dove mangiare a Parigi: dal gourmet allo street food evitando le trappole per turisti

Dalle baguette ai croissant passando per i ristoranti etnici e i gourmet: Parigi è tutta da scoprire e ci sono ristoranti per tutte le tasche. Puoi spendere 350 euro a persona così come puoi spenderne 10. La cosa più bella di Parigi è che puoi davvero trovare cose per tutti i gusti.

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Per molti è la città più romantica del mondo, la Ville Lumière che ha accolto artisti e viaggiatori per secoli: è la seconda meta turistica più visitata al mondo dopo Bangkok in Thailandia, attira circa 14,4 milioni di turisti ogni anno con i suoi iconici monumenti come la Torre Eiffel e il Louvre, la sua atmosfera romantica e la sua ricca offerta culinaria. A causa di questi flussi immensi, oltre ad avere innumerevoli ristoranti stellati, ha anche migliaia di trappole per turisti. Oltre al rischio imboscata c'è anche, soprattutto da parte nostra, una percezione molto sbagliata sulla cucina francese, troppo spesso associata meramente alle famose escargot e alla cucina stellata. La cucina francese non è solo quella dei ristoranti sofisticati e non è solo quella delle lumache: è fatta di specialità regionali e di molti piatti semplici, non dissimili da quelli italiani fermo restando che le abitudini sono molto distanti dalle nostre: condimenti a base di burro, assenza di primi piatti, sovrabbondanza di salse. Solitamente il menu francese si compone di hors-d’oeuvres o entrées (gli antipasti), i plats (ovvero i piatti principali) e i dessert.  Fatta questa dovuta premessa vediamo le cose imperdibili da mangiare a Parigi, dove trovarle e soprattutto come non cadere nelle infide mani dei ristoranti turistici.

Cosa mangiare a Parigi ed evitare le trappole per turisti

Il sogno di molti è passeggiare per i boulevard con una baguette in mano come un vero parigino ma ti sfidiamo a resistere alla voglia di staccare a morsi quell'incredibile pezzo di pane fumante secco e lungo. Noi non abbiamo saputo resistere. Per non parlare di tutta la viennoserie, quel tipo di pasticceria lievitata, simile al pane ma con un contenuto più alto di uova, burro, latte, crema e zucchero, che conferisce un gusto più ricco e dolce. La caratteristica distintiva della viennoiserie è la sua sfogliatura, ottenuta attraverso un processo di laminazione che consiste nell'intercalare strati di burro nell'impasto. Ci sono poi le crepes, i croque madame e crocque monsier, ma stiamo divagando perché in realtà è tutto molto limitante. Il nostro consiglio è di andare sì a Parigi e di mangiare cose buone e francesi ma di non limitarti a questo tipo di cucina: Parigi è da secoli una meta dei pellegrini di tutto il mondo, in cerca di fortuna, piacere, lavoro. Una città imprescindibile nella storia dell'umanità che ha accolto tutti in maniera indiscriminata e che a volte ha pagato questa apertura a caro prezzo.

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Quello che possiamo dirti è molto semplice: segui il tuo istinto e mangia "like a local", che è una frase bellissima e molto social ma che è più facile da scrivere che da fare. Gli ostacoli sono molteplici perché spesso siamo attirati da prezzi invitanti, da location ben curate e dalla fame che sopraggiunge durante le passeggiate. Ecco, da questo punto di vista, Parigi è infernale perché essendo turistica da secoli, è invasa da secolari locali turistici che non hanno migliorato di una virgola la propria proposta. Come scampare alle trappole turistiche? Innanzitutto evitando i ristoranti nei pressi dei luoghi turistici. È vero, Parigi ha decine di "centri turistici" ma alcuni lo sono più di altri: pensiamo agli Champs Élysées dove probabilmente il miglior locale a disposizione è quel famoso fast food con la emme dorata (ad eccezione di una pasticceria da urlo), oppure il Quartiere Latino, per non parlare dei classici ristoranti sulla Senna (a volte addirittura galleggianti) o ancor peggio quelli a Place du Tertre, la suggestiva piazzetta a Montmartre che è tanto affascinante quanto povera da un punto di vista gastronomico.

Fai attenzione sempre ai menu: un foglio tradotto in tante lingue, con foto sgargianti, probabilmente è una trappola per turisti. I ristoranti autentici tendono ad avere menu più semplici, con piatti tipici francesi e prezzi ragionevoli, anche con un menu del giorno. A tal proposito: evita gli indirizzi famosi, quelli in cui andavano i grandi artisti, quelli coi fiorellini all'ingresso, quelli presenti nelle serie tv e nei film. Ma soprattutto, per evitare le trappole per turisti, ti basta andare in uno degli indirizzi che ti segnaliamo noi.

Dove mangiare gourmet a Parigi — tra 51 e 365 euro

L'alta cucina è di casa in Fracia e Parigi ne è la culla. Ci sono 12 ristoranti 3 Stelle Michelin in tutta Italia, la sola Parigi ne conta ben 10 tanto per fare un raffronto. È vero che i francesi sono più buoni con i propri chef e dopotutto la Michelin è una guida francese che predilige la cucina francese, con uno stile di ristorazione francese. Però il livello è davvero altissimo. Vediamo gli stellati che più ci hanno colpito nella Capitale francese, oltre i nomi noti.

Le Pré Catelan

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Foto dal sito ufficiale

Questo è l'unico 3 Stelle che inseriamo nella lista: si mangia benissimo perché Frédéric Anton è uno degli chef migliori al mondo. Aperto nel 1856, Le Pré Catelan ottiene subito un grande successo nell'alta borghesia francese. Situato in un ambiente bucolico nel cuore del Bois de Boulogne, a soli 5 minuti dagli Champs Elysées, è diventato rapidamente uno dei luoghi più popolari di Parigi. Tuttavia, è la sera del 23 giugno 1894 che il raffinato padiglione entra definitivamente nella storia dello sport. Poche ore prima, durante il primo Congresso Olimpico, era stato fondato il Comité International Olympique. In quell'occasione, il barone Pierre de Coubertin, tra le mura dell'Università La Sorbona, aveva presentato il suo progetto più ambizioso: il ripristino degli antichi Giochi Olimpici.

La cucina di Anton è molto diretta, tendenzialmente classica, molto minimalista. Ha una filosofia semplice che porta avanti in maniera ossequiosa: massimo tre ingredienti per piatto. Qui puoi trovare un raviolo di aragosta, gelatina di aragosta, scaglie d'oro e spuma al foie gras che farebbe ululare un vegano. Riesce ad abbinare salmone e avocado o le alici col piccione (in maniera sublime). È un ristorante da provare, anche perché la location da sola merita essendo la vecchia casa di Napoleone III. Unico problema è il prezzo: ha un menu pranzo convenientissimo per questo livello di cucina, a 165 euro, poi sale: 310 o 365 euro.

Indirizzo: Bois de Boulogne

Septime

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Foto da Instagram

Passiamo da un estremo all'altro perché Bertrand Grébaut non è per nulla classico. Da sempre in top 20 dei 50 Best restaurant, ha 1 Stella Michelin ed è estremamente informale. Il team è giovane, multiculturale, contribuisce a creare un ambiente vibrante e divertente, molto lontano dalla Parigi chic dei grandi alberghi. È un bistrot davvero cool, che punta a far divertire il cliente e se ti aspetti un classico ristorante puoi restare un po' spiazzato. Qui gli ingredienti sono più poveri e familiari: in menu ci sono cozze, zucchine, faraone, frattaglie, spinaci, carciofi. Abbiamo assaggiato una rivisitazione della classica fresella che si fa nel Sud Italia, con la medusa usata in sostituzione del tonno e del sale, che è una vera delizia. I prezzi non sono eccessivi per essere uno stellato a Parigi: 70 euro per un pranzo di 5 portate, 120 per una serata di 7 portate.

Indirizzo: 80 Rue de Charonne

Pantagruel

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Foto da Facebook

Il ristorante stellato si fa ispirare dall'iconica figura letteraria ideata da François Rabelais che incarna l'umorismo, la satira e la critica sociale. Qui Jason Gouzy si diverte con la sua squadra di giovani cuochi e una sala cortese senza essere troppo formale. Piatti brillanti con prodotti notevoli e abbinamenti inaspettati, il foie gras, la quaglia carciofi e vongole, lo scampo di manzo e carote, il magro porro e maiale o l'agnello bietole e piselli portano il segno di una personalità che si afferma. Il ristorante è piccolissimo, ha due menu degustazione: 65 e 85 € a pranzo, 130 e 150 € la sera.

Indirizzo: 24 Rue du Sentier

Gaya

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Foto da Instagram

Il ristorante moderno e tendenzialmente di mare di Pierre Gagnaire, che non aveva intenzione di puntare alla Stella ma che è così bravo da averla avuta lo stesso. Il risultato è quindi un locale dall'aspetto piacevole, chic ma non troppo che emana un'aura molto piacevole. È sempre pieno ed è pieno di giovani professionisti, amici o coppie. Se Gagnaire è diventato famoso come primo 3 Stelle vegano di Francia, qui invece c'è molto pesce: tranci di tonno rosso laccato, rapa daikon, gelato di ostriche e gelatina di alghe, rombo di lenza affogato nel burro Froment du Léon. Senza dimenticare i grandi classici come il paté o il bouchot. I prezzi sono onestissimi: vanno da 55 a 65 euro con la possibilità di scegliere anche un menu alla carta.

Indirizzo: 6 Rue de Saint-Simon

Restaurant A.T.

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Foto dal sito ufficiale

Il nome sta per Atsoushi Tanaka, uno dei migliori chef di Francia, quello che ha saputo unire meglio di tutti la cucina francese e quella giapponese. Una fusion così ben riuscita che la critica ancora si interroga: è un giapponese che fa piatti francesi o un francese che fa piatti giapponesi? Non importa, purché cucini bene. Pierre Gaignaire, suo maestro, lo ha definito "il Picasso della cucina contemporanea". Il paragone può essere eccessivo ma coglie nel segno anche perché la cucina di A.T. (che ha avuto la Stella solo di recente) è proprio strana. È un'esperienza speciale, in un locale piccolo e dall'atmosfera eterea ed essenzialista, un tratto che si ritrova sia in sala sia in cucina. I piatti, intesi come porcellana, sono opere di alto artigianato, unici nel loro genere. Perfino i nomi dei piatti sono minimalisti: "Ostrica", "Camouflage", "Scaloppina" e cose così. Non aiutano la comprensione, è vero, ma raccontano del personaggio. Il menu varia molto, a parte alcuni capisaldi come "Oyster / Kohlrabi / Sudachi", un gioco di colori e consistenze da provare; quando ci siamo stati abbiamo assaggiato un raviolo di barbabietola che ricordava la terra e se sei fortunato da ritrovarlo in menu sorprenderà anche te. Il menu a pranzo costa 85 euro, la sera costa 170 euro.

Indirizzo: 4bis Rue du Cardinal Lemoine

Le Violon d'Ingres

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Foto da Facebook

Locale stellato a due passi dalla Torre Eiffel è forse il monostella che più abbiamo apprezzato in città. Cibo ottimo, piatti ben fatti, con gusti tradizionali, molto sfiziosi e divertenti. Un servizio super: una coccola dall'inizio alla fine della cena. La sala prova ad assecondare ogni richiesta del cliente prima ancora che arrivino: tanto per dare un'idea, ci hanno fatto un caffè ristretto perché hanno sentito il nostro accento sapevano che gli italiani non preferiscono i beveroni che di solito servono ai parigini. Può sembrare la descrizione di un locale apprensivo ma il servizio è di una delicatezza unica. Passiamo al cibo poi: i ravioli di scampi, aragosta e bisque di crostacei sono di una dolcezza rara per non parlare del piccione alla wellington con foie gras, una preparazione difficilissima ed eseguita splendidamente. La coccola finale è una madeleine, che è l'esperienza più vicina a Proust che potresti mai fare. Segnaliamo anche una millefoglie da paura. Il degustazione costa 170 euro ma c'è la possibilità di fare due piatti a 58 euro o tre piatti a 65 euro.

Indirizzo: 135 Rue Saint-Dominique

Restaurant Louis

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Foto di Philippe Martineau

Il minuscolo paradiso che si è costruito lo chef Stéphane Pitré, 1 Stella Michelin, è uno dei locali più sottovalutati di Parigi, così sottovalutato che noi ci siamo finiti quasi per sbaglio. Si trova nel cuore della Capitale, nella vivacissima Rue des Victoires: il ristorante è senza finestre ed è solo una piccola stanza con grigio e verde a fare da padrone. Pur facendo cucina classica francese, il concetto è estremamente italiano, con un unico credo: prodotti buoni e di buona provenienza. La manipolazione degli ingredienti è ridotta allo stretto necessario, i piatti sono ben conditi e abbondanti: la limousine, una razza di bovino tipica della Normandia, con ostriche, brodo dashi affumicato, cavolo cappuccio e rapa rossa vale il viaggio in Francia. I menu sono tre: cinque portate a 51 euro, sette portate a 95 euro o nove portate a 125 euro.

Indirizzo: 23 Rue de la Victoire

L'Abysse

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Foto da Instagram

È probabilmente il miglior ristorante giapponese al mondo al di fuori del Giappone. Qui è tutto tradizionale pur trovandosi all'interno del Ledoyen di Yannick Alléno (chef patron) che ha lasciato il timone a Yasunari Okazaki (2 Stelle Michelin). Lo chef ci porta ai vertici del sushi, una preparazione meticolosa che varia a seconda del soggetto con un condimento o un elemento particolare. Ogni singola portata è preparata davanti a te dallo chef e della sua squadra. Ogni preparazione ha un tocco di sakè, marinatura, wasabi, un qualche dettaglio che rende i bocconi unici e deliziosi. L'atmosfera è rigorosa, ha tutto il protocollo tipico della cucina giapponese, ma è anche molto umana e accogliente, cosa che contraddistingue la ristorazione di Alléno. Qui i prezzi salgono ma ti consigliamo di fare l'esperienza a pranzo se ti piace il sushi, a soli 98 euro. C'è poi un degustazione a 180 euro e un menu omakase a 320 euro.

Indirizzo: 8 Av. Dutuit

Lucas Carton

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Foto da Facebook

La storia di questo posto è pazzesca: fondato nel 1839, nella seconda metà del secolo diventa il ristorante più popolare di Parigi. Cambia proprietario, rinnovano e lo trasformano in un capolavoro di Art Nouveau: per circa 100 anni cucinano bene ma la gente arriva da tutta Europa per vedere il legno scolpito da Louis Majorelle. Viene poi investito dalla rivoluzione della Novelle Couisine: in cucina c’è Alain Senderens, uno dei fondatori del movimento. Prendono le 3 Stelle Michelin, il locale diventa il primo ristorante al mondo a proporre un abbinamento vino per ogni singolo piatto e quello tra i formaggi e i vini rossi poi all'improvviso a queste stelle ci rinuncia, stanco di tutto il “tra-la-la, chi-chi” (detto proprio così) che ruota attorno alla Guida. Cambia menu e rende i piatti più semplici e accessibili a tutti, sia come sapori sia come prezzi. Dopo 30 anni nulla è cambiato se non lo chef: oggi alla guida del ristorante c’è il giovane Hugo Bourny che si destreggia benissimo tra la classicità. I piatti sono semplici, diretti, senza sbavature. Una Stella limpida che punta molto sul sapore degli ingredienti di mercato, poveri; cosa tutt’altra che scontata in Francia. Ottimo il pane, uno dei migliori di Parigi, molto bene anche i dolci: mirtilli, panna, isomalto e blend di pepi delizioso. Un sapore nuovo su un dolce elementare, bella cosa. I prezzi vanno da 120 a 200 euro per i menu degustazione.

Indirizzo: 9 Pl. de la Madeleine

Oxte

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Foto da Instagram

È stato il primo ristorante messicano in Europa ad avere la Stella Michelin. La sala è minuscola, lo chef Enrique Casarrubias è un omone baffuto che fa servizio in sala, dando le spalle ai clienti: è contemporaneamente in cucina e in sala, il pass è al confine tra i due mondi. Ci sono tanti tipi di mole e il degustazione comincia con quello tradizionale. Qui i prodotti francesi sono rielaborati alla messicana e i prodotti messicani sono rielaborati alla francese, con incursioni messicane classiche molto evidenti come ad esempio il gelato al pimento con spuma di mezcal piazzato tra i primi e i secondi per pulire la bocca. C'è contaminazione di pesce e carne con un tocco di pura eleganza. Non è il miglior stellato di Parigi, non è quello con la sala più puntuale, non è il ristorante più bello ma è forse il monostella più gustoso che puoi trovare in questa lista. I menu sono tre: 65, 105 o 135 euro.

Indirizzo: 5 Rue Troyon

Bistrot e trattorie: cucina francese a prezzi ragionevoli — tra 23 e 60 euro

Il mondo patinato degli stellati non è l'unico buono in città. Devi sapere che i parigini sono fortunati perché tra un grande ristorante e un ristorante turistico spesso non c'è alcuna differenza di prezzo. Questo spinge i locals ad affollare i ristoranti che lavorano bene, che a loro volta sono supportati economicamente dai cittadini. Un circolo virtuoso che crea benessere.

Chez Marius

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Se sei alla ricerca del mito bohémien, questo è il posto che fa per te. Un ristorante fuori dalle rotte turistiche dove l'italianissimo Dimitri Gris fa una cucina che definiremmo fusion ma che probabilmente questo termine lo farebbe arrabbiare. Qui dentro devi sederti e goderti il chiasso, le imperfezioni e soprattutto i sapori, a volte violenti, che Gris mette nelle portate. I piatti non sono adatti ai più sensibili: il cervello di vitello, là tartare nel midollo, possono spaventare ma il gusto ti farà dimenticare tutto. Il dolce poi è incredibile: il pain perdue, “il pane perduto”, una fetta di pane raffermo “riciclata” nel burro e caramellata. Il menu cambia ogni giorno, è scritto sulla lavagna e c'è una grande varietà di vini di altissimo livello che quasi sei costretto a bere. Un'esperienza a tutto tondo che definire "goduriosa" sarebbe riduttivo. Qui puoi cenare con circa 30 euro.

Indirizzo: 11 Rue de Chabrol

OSE restaurant

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Foto da Instagram

Alle pendici di Montmartre c'è questo bistrot francese da sussidiario, fatto così come se lo immagina una persona qualunque. Le bottiglie di vino lungo tutte le pareti, il cibo è tradizionale, preparato con un menu giornaliero in base alla cucina di mercato. Una sala attenta al cliente senza opprimerlo, in grado di creare un'atmosfera conviviale ma intima. Il rapporto qualità-prezzo è imbattibile: antipasto e piatto a 25 euro o antipasto, piatto e dolce a 29 euro a pranzo, la sera raddoppiano ma aumentano le portate. È difficile descrivere i piatti che potresti trovare perché cambiano davvero ogni giorno, non è tanto per dire: dal canto nostro abbiamo assaggiato un ottimo paté e un vitello superbamente cucinato, servito con un fondo di cottura da manuale e un pane, fatto in casa, molto buono con cui fare la scarpetta (cosa inusuale a Parigi).

Indirizzo: 3 Rue Durantin

Le clown bar

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Foto dal sito ufficiale

Eravamo gli unici italiani in un locale pieno zeppo di francesi quando ci siamo stati, ma ormai sta diventando un segreto di Pulcinella e sempre più turisti si accingono al Clown Bar per mangiare cibo incredibile. La cucina è classica francese, rivisitata dallo chef giapponese Sota Atsumi. I piatti sono così ben fatti da poter sfidare qualsiasi grande locale che fa pagare prezzi notevolmente più alti. Il salone piastrellato è dipinto con stravaganti illustrazioni di clown e l'umorismo si estende alla cucina. Ti consigliamo di provare il cervello di vitello, uno dei migliori che puoi assaggiare in vita tua, rinomatissimo in città. In realtà abbiamo apprezzato molto anche piatti più semplici e vicini alla nostra cultura: una composizione di pomodori che gioca sull'acidità e sulla dolcezza davvero interessante, per non parlare di ostriche e piccione (servito in maniera classica, con tanto di becco, zampe e unghie, quindi preparati). La cena qui costa tra i 30 e i 50 euro.

Indirizzo: 114 Rue Amelot

Augustin Bistrot

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Foto da Facebook

Un ambiente accogliente, una piccola terrazza in rue Daguerre e una deliziosa cucina fresca di mercato che punta tutto sugli ingredienti. È un ristorante "completo": buon servizio, buona carta, buoni vini. È tutto ben calibrato, un posto alla mano dove puoi passare del tempo di qualità. Ti consigliamo di assaggiare il filetto di branzino alla griglia, gli asparagi verdi e salsa, o la suprema di pollame ruspante al Porto. C'è un menu degustazione a 42 euro che ti consigliamo, se scegli dalla carta è comunque questa la cifra indicativa che puoi spendere.

Indirizzo: 79 Rue Daguerre

Aux Lyonnais

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Foto di Instagram

Se cerchi una trattoria tradizionale "all'italiana", ma con cucina francese naturalmente, questo è il posto che fa per te: Lione è la capitale gastronomica della Francia e qui puoi trovare i piatti della tradizione lionese come suggerisce il nome. Il ristorante è non lontano dall'Opera, è tendenzialmente elegante nell'arredamento ma dentro l'atmosfera è abbastanza rilassata. Importa poco il contorno perché i piatti sono così gustosi che varrebbe la pena andarci anche se fossero antipatici: il pollo di Bresse con pastinaca e tarassaco, la pancetta di maiale all'agresto e la salsiccia gamay sono i piatti che ci hanno colpito di più. I prezzi poi invitano a tornare: 28 euro a pranzo, 35 euro a cena. La cucina ha una firma di prestigio perché il patron è Alain Ducasse.

Indirizzo: 32 Rue Saint-Marc

Jouvence

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Foto da Instagram

Non lontano da rue de Cîteaux, questo ristorante si trova in una farmacia del 1900, ha uno stile ricercato e unico. Qui puoi assaggiare una cucina francese moderna, con molte influenze, e ti suggeriamo di provare l'entrecôte di manzo Angus e la ceviche di capesante. Il servizio è attento e cordiale, invita a tornare. Il menu pranzo va dai 23 ai 28 euro, quello a cena va dai 38 ai 60 euro.

Indirizzo: 172 Bis Rue du Faubourg Saint-Antoine

Ristoranti informali a Parigi: dove mangiare bene spendendo poco — tra 10 e 20 euro

Parigi è nota per i prezzi alti ma non è sempre così: ci sono alcuni ottimi indirizzi dove puoi mangiare a prezzi più che ragionevoli. Spesso sono dei posti giovanili, pensati per gli studenti, a volte a tema, in cui puoi assaggiare cose buone senza spendere un patrimonio.

52 Faubourg St-Denis

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Foto da Instagram

Situato in un'ex macelleria, questo ristorante con il suo arredamento minimalista in cemento e faretti, la politica di non prenotazione e il personale alla moda, sembra voler creare una nuova esperienza di ristorante parigino, più trendy e contemporanea. Abbiamo apprezzato l'ambiente spazioso e luminoso, il menu conciso e una lista di vini variegata e accessibile. Il servizio è rilassato ma efficiente, e l'atmosfera è animata e giovane. Il cibo è creativo e ben presentato, anche se l'uso eccessivo del taglio a cubetti può risultare ripetitivo.

Tra gli antipasti segnaliamo una deliziosa tartare di capesante, ostriche e mele piccanti, servita in un croccante pane cavo, adagiata su una crema di funghi caldi. Un'altra entrée interessante combinava pesce spada marinato con olive nere, pere, ravanelli, mandorle, un mix ambizioso che funzionava quasi alla perfezione, ma risultava un po' impegnativo da mangiare. I prezzi sono davvero invitanti: gli antipasti a 9 euro, i primi a 20 ma è tutto abbondante e soddisfacente.

Indirizzo: 52 Rue du Faubourg Saint-Denis

Balls

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Un posto che con 10 euro ti fa mangiare a Parigi delle polpettine deliziose non può non conquistare la città. Offre (quasi) solo ed esclusivamente polpette fatte con varie tipologie di carne oppure vegetariane. Puoi accompagnarle con una salsa (qualcuno osa dire ragù) in cui le “balls” fritte vengono immerse. Ha anche altre portate molto pop ma sono irrilevanti, le polpette sono il core business del locale. Il piatto ha una buona porzione, circa 250 gr di polpettine. Il sapore è molto diverso da quelle a cui siamo abituati: non c’è pane, non c’è aglio. Solo vitello (nel nostro caso) prezzemolo e cipolline caramellate appena accennate. Abbiamo aggiunto una leggerissima salsa al pomodoro e basilico e una grattugiata di scamorza. Quest'ultima non è al livello delle nostre paste filate ma ci stava bene e dava una maggiore consistenza e sapidità alle balls.

Indirizzo: 47 Rue Saint-Maur

Miznon

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Foto da Facebook

Quasi all'angolo di rue des Rosiers, è un ristorante israeliano che propone, di fatto, street food. Puoi mangiare anche con soli 10 euro, meglio con 15, per assaggiare tante cose buone come le melanzane tahini affumicate, gli hamburger di falafel o una versione mediorientale della ratatouille.

Indirizzo: 22 Rue des Ecouffes

Bouillon Service

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Foto da Facebook

Ci sono quattro sedi di questo ristorante self-service davvero sorprendente: sembra una trappola per turisti effettivamente e invece ti fa mangiare cose carine con circa 10 euro. Ha preso il concetto del fast food originario, cioè ridurre sprechi e personale, per applicarlo all'offerta turistica. Aperto ininterrottamente tutti i giorni, dalla colazione al pranzo, dalla cena al tè pomeridiano. Ovviamente il must è il bouillon, ovvero il brodo ma ha anche una vasta gamma di panini e piatti molto sfiziosi.

Indirizzo: 22 Bd de Clichy

Urfa Durum

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Il miglior kebab di Parigi, senza mezzi termini. Nel nostro immaginario questa “piadina” è quella roba zozza piena di grassi saturi e con animali maciullati che mangiamo quando stiamo in fame chimica alle 3 di notte. In realtà non è così. È un piatto importante, serio, che merita rispetto. La pita di Urfa Durum è fatta al momento e questo fa tutta la differenza del mondo. Hanno una massa e poi la stagliano in panetti come nelle pizzerie. Viene cotta in contemporanea con il lancio dell’ordine, una sincronia perfetta. Questo posto fa autentica cucina curda e infatti il kebab (nel nostro caso di manzo) viene cotto sugli spiedini. Nel “sandwich” ci sono pomodori, rucola, prezzemolo. Ci sono delle spezie indefinite che però non coprono il gusto della carne. Tutto scondito, niente salse. Un piatto pulito, per certi versi leggero, squisito. Uno shock culturale per noi che non siamo abituati a un kebab nemmeno lontanamente mediocre. I kebab costano tra i 4,50 euro e i 9 euro.

Indirizzo: 58 Rue du Faubourg Saint-Denis

La Parigi multiculturale: i migliori ristoranti etnici e accessibili della Capitale — tra 20 e 90 euro

Parigi ha alcuni ristoranti etnici di altissimo livello: abbiamo citato già Oxte, Abysse e A.T. che di fatto sono etnici ma in questo caso andiamo meno nel gourmet e proviamo a scovare quelle cucine tradizionali e spesso sottovalutate che a Parigi hanno trovato terreno fertile, essendo questa città un crocevia di popoli da secoli.

Kwon

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Solitamente la cucina coreana è piccantissima, al limite della sopportazione. In questo piccolo ristorante parigino invece è tutto più delicato anche perché l'offerta è incentrata sul barbecue, un BBQ splendido, in cui il cliente ha l'assoluto potere sul cibo. Da provare il bibimbap è una sorta di insalata di riso vegana. Una bomba ipocalorica che però riempie tantissimo. È deliziosa e sarai pronto a mangiarmene a chili. Ottimi anche i mandu (i ravioli coreani) e deliziose sono le frittelline. Abbiamo adorato la cura dei dettagli con la ricchezza dei supplementi offerti al cliente. Da rivedere il servizio, un po' disattento, ma se cerchi un'autentica cucina coreana in Europa, difficilmente troverai meglio di Kwon. Il tutto a circa 50 euro.

Indirizzo: 7 Rue Ernest Cresson

Ethiopia

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Nomen omen: ristorante etiope estremamente verace. C'è chiasso, colori, gioia, canti. Sembrano stereotipi ma a volte gli stereotipi sono positivi, come in questo caso. Ethiopia è uno dei primi ristoranti africani a conduzione familiare di Francia: ancora oggi ci sono mamma, babbo e figli, dopo 30 anni a servire cibo casalingo etiope e non è tanto per dire anche perché sembra di entrare proprio in una vecchia casa dell'Etiopia. Ci sono i mobili degli zii, gli arazzi alle pareti provenienti proprio dai villaggi nativi. I piatti sono bruttissimi da vedere ma sono buonissimi. Non ti portano le posate e devi mangiare con le mani per un'esperienza, a circa 20 euro, davvero soddisfacente a tutto tondo.

Indirizzo: 89 Rue du Chemin Vert

Maison Noura

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Foto da Facebook

La cucina libanese è tra le più sofisticate del mondo proprio perché unisce le tecniche francesi alle pietanze del Medio Oriente. Da Maison Noura se vuoi qualcosa di speciale trovi pane per i tuoi denti anche perché il posto è meraviglioso. È il tempio della cucina libanese in Europa e quando entri ti sembrerà di immergerti nella Parigi degli anni '10. Ci sono sia piatti tradizionali sia classici rivisitati. Attraverso le numerose proposte dei mezzés (una selezione di antipasti che sono serviti all'inizio del pasto, prima delle portate principali) puoi fare una vera e propria lezione di cucina mediorientale che nel fine settimana si trasforma e diventa molto più modaiola con dj set e danzatrici orientali. Il ristorante è chiuso in estate. A pranzo c'è l'offerta a 29 euro, altrimenti la sera ci sono due degustazione: 65 oppure 84 euro.

Indirizzo: 21 Av. Marceau

Thiou

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Foto dal sito della Guida Michelin

Il nome del ristorante è in realtà il soprannome di Apiradee Thirakomen, la chef del locale, autentica leggenda della cucina thailandese in Europa. Non ti spaventare per la location, si trova nel bellissimo Norman Hotel, perché in realtà i menu di Thiou sono a 29 e 38 euro, accessibilissimi soprattutto per il livello del ristorante. L'ambiente è ovviamente elegante e la chef propone una cucina thai tendenzialmente gourmet con tanta ricerca e qualche incursione da altre tradizioni e prodotti locali. Da provare il granchio softshell in crosta con insalata di mango ed erbe tailandesi, mininem, scampi al basilico, maki croccante al salmone, tobiko alle cipolle, polpo calamari verdure e salsiccia tailandese con citronella e piatti della casa, pad thai e tigre piangente.

Indirizzo: 9 Rue Balzac

Tan Dinh

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Foto di Le Monde

Parigi ha una delle più grandi comunità vietnamite in Europa. Questa comunità ha stabilito una solida presenza, aprendo ristoranti e negozi che offrono cibo autentico. Questi luoghi non solo servono la comunità vietnamita, ma attraggono anche i parigini e i turisti desiderosi di esplorare sapori diversi. Tan Dinh è forse il capostipite di tutto questo. Il ristorante è stato aperto nel 1968 da Robert Vifian (nato in Vietnam, da famiglia francese) e da sua mamma: lui ha vissuto da bambino a Saigon, ora Ho Chi Minh City sperimentando in prima persona gli effetti dell'offensiva del Tet. Vifian è lo chef del locale dal 1978 e in tutti questi anni il menu è cambiato pochissimo, offrendo un'autentica cucina vietnamita a tutti gli avventori, soprattutto artisti, attori e musicisti che negli anni '80 lo hanno eletto come ristorante sicuro per le proprie digressioni culturali. L'esperienza non è così costosa, circa 35 euro a persona, e merita davvero la visita anche per il servizio elegante e sofisticato proposto. Da provare i ravioli vietnamiti con oca affumicata, gli involtini freddi di anatra e kumquat e le triglie al lemongrass.

Indirizzo: 60 Rue de Verneuil

Jugaad

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Foto dal sito ufficiale

Anche la cucina indiana trova terreno fertile a Parigi e qui c'è una proposta davvero genuina, in un ambiente incantevole. Ci sono tutti i segreti della cucina indiana in questo posto, che propone ottimi piatti della tradizione con qualche incursione moderna: braciola di maiale vindaloo o pollo tikka, keemar di melanzane, paneer (un formaggio) in tempura salsa chutney korma di mango. Tutto è accompagnato dall'immancabile pane naan. I prezzi sono abbordabilissimi, bastano 25 euro, per un'esperienza davvero di livello e molto caratteristica.

Indirizzo: 16 Rue Favart

Dove mangiare la pizza a Parigi — tra 15 e 40 euro

Può sorprenderti ma Parigi è una delle città in cui si mangia più pizza al mondo e noi, da buoni italiani, non possiamo stare mica troppo tempo senza addentare un impasto con mozzarella, pomodoro e basilico come topping? Ci sono molti indirizzi che rivaleggiano alla grande con le nostre pizzerie e sono assolutamente da provare.

Iovine's

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Foto da Instagram

Uno dei primi grandi pizzaioli ad arrivare a Parigi, Nicola Iovine è oggi un imprenditore di successo e bisogna prenotare con largo anticipo per avere un posto in una delle sue pizzerie, tutte in luoghi strategici della città. Impasto scioglievole, fa una pizza napoletana tradizionale nel concetto (impasto diretto, farina 00, autolisi, panetto corposo con cornicione abbastanza pronunciato e centro sottile) ma al contempo contemporanea nella cura del dettaglio. È una pizza ben cotta, con buoni prodotti, leggera ma di sostanza per un'esperienza italiana autentica che ha conquistato prima i parigini, poi i turisti e infine gli italiani che numerosi si avvicendano tra i tavoli dei locali. Puoi cenare con circa 20 euro.

Indirizzo: 7bis Rue du Colonel Driant

Pizzeria La Vittoria

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Ambiente familiare per una pizzeria aperta in piena pandemia da due fratelli, Ciro e Carmine Della Pia: la dedica è alla mamma, che si chiama Vittoria per l'appunto ed è la deus ex machina del ristorante. Stanno proponendo un prodotto di vera qualità in una città complessa (e molto pizzaiola) come Parigi. Blend di farine selezionate, ingredienti semplici e di livello: i due ragazzi stanno cercando ancora la via migliore ma la strada imboccata è decisamente quella giusta. Ottima la Capricciosa, una pizza leggera, con ingredienti di qualità e un sapore antico. Il servizio è molto informale e familiare, puoi trovare di tanto in tanto artisti e calciatori napoletani che bazzicano la città perché hanno capito che qui si ritrova la Napoli vera. Chicca durante le feste comandate: visto che la signora Vittoria a casa fa tortani, pastiere o zeppole di San Giuseppe, le sta riproponendo anche al locale così a Pasqua (ad esempio) puoi trovare il casatiello in vendita in pizzeria. Ci sono spesso piatti tipici come la frittata di spaghetti, o la parmigiana di melanzane. Anche in questo caso puoi cenare con circa 20 euro.

Indirizzo: 173 Rue du Temple

Peppe Paris

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Foto da Instagram

Il locale storico si trova nei pressi dell'incredibile Cimitero del Père-Lachaise ma ormai Peppe Cutraro ha conquistato tutta la Francia. È diventato famosissimo in pochi anni, conquistando i vertici della 50 Top Pizza e le pagine dei più importanti giornali gastronomici della nazione d'Otralpe. Un ragazzo a modo che è partito per fare l'emigrante ed è diventato un imprenditore di successo. Tralasciando lo storytelling ci troviamo di fronte a un prodotto di altissima qualità. È bellissimo, ad esempio, quando le pizzerie si annunciano "da sole" perché nei dintorni c'è un odore di cibo buono che attira naturalmente i clienti. Lo sai che stai arrivando lì, non c’è bisogno del navigatore. Grande qualità della materia prima, grande qualità del prodotto finito. Cornicione pronunciato e profumato, impasto scioglievole e digeribile: questa pizza metterebbe a sedere molti nostri conterranei che sbraitano di tradizione. Ottime le pizze classiche, c'è perfino una "Genovese" che spaventa tutti gli stranieri. Da provare quella con tartufo, funghi, nocciole e stracciatella. Il servizio è divertente, la sala molto carina. Qui puoi mangiare con circa 25 euro.

Indirizzo: 61 R. des Martyrs

Dove mangiare le crêpes a Parigi — tra 8 e 10 euro

Le crêpes, da sempre associate alla cucina francese e molto popolari a Parigi, non sono originarie della Capitale quindi è come chiedere una cotoletta milanese a Roma. In realtà, le crêpes hanno le loro radici nella regione della Bretagna, situata nel nord-ovest della Francia, però se vai a Parigi è ovvio che tu voglia assaggiarle. Qui è molto complesso sfuggire alle trappole per turisti perché sono nati tanti franchise molto appariscenti, però ci sono degli indirizzi che le fanno divinamente.

Breizh Café

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Foto da Instagram

Abbandoniamo l'idea delle crespelle della nonna per andare su prodotti contemporanei e all'avanguardia, con gusti decisi e ingredienti selezionati. Location e menu hanno fatto una naturale selezione della clientela: sono tutti giovani, allegri, molto underground. Ha i tavolini sul marciapiede e la possibilità dell'asporto. Qui le crêpes costano circa 10 euro. Il locale è molto alla moda quindi puoi trovare tanta gente e fare un po' di fila.

Indirizzo: 109 Rue Vieille du Temple

Brutus

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Foto da Instagram

Ideata da tre giovani parigini di origine bretone e normanna, Maxence, Charles e Vincent, il suo obiettivo è portare una ventata di freschezza e innovazione nel mondo della crêperie. Il risultato è centrato in pieno e la location nel quartiere Batignolles è bella, elegante e giovanile. I prezzi sono accessibili, tra gli 8 e i 10 euro, per un prodotto di alta qualità, molto buono e dalla consistenza giusta. Da provare.

Indirizzo: 99 Rue des Dames

Le boulangerie imperdibili: dove mangiare la baguette a Parigi

Quale città al mondo ha come meta turistica-gastronomica le panetterie? Solo Parigi può permettersi questo lusso. Le boulangerie sono un pilastro della vita quotidiana parigina e hanno un'importanza culturale, sociale ed economica profonda. Vediamo dove mangiare le migliori baguette della Capitale tenendo bene a mente che c'è più di una baguette tra cui scegliere nelle panetterie. Quindi, se vuoi essere un vero parigino, evita di chiedere "une baguette s'il vous plait?" perché ti scopriranno subito. Ci sono almeno due tipi di baguette in Francia, quella tradizionale, con una crosta più scura e forte e un interno più leggero e soffice e quella standard, che è protetta dalla legge con un disciplinare. Secondo noi è più buona quella tradizionale, le leggi hanno un po' "rovinato" il prodotto.

Gana

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Foto dal sito ufficiale

Con 11 filiali sparse per Parigi, Gana è una boulangerie gestita dalla stessa famiglia da tre generazioni. Il primo negozio è stato inaugurato nel 1938 e oggi le loro panetterie si trovano principalmente in quartieri residenziali. È quindi consigliabile verificare se c'è una sede vicino al tuo hotel. La loro baguette tradizionale, chiamata La Flute Gana, è speciale perché viene realizzata con una farina prodotta internamente, su terreni di proprietà della famiglia, per avere esattamente le proprietà organolettiche richieste ed è ottenuta da materie prime fornite da produttori artigianali locali.

Indirizzo: 235 Rue de Charenton

Tout Autour du Pain

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Foto da Instagram

Il nome si traduce con "Tutto intorno al pane" quindi puoi immaginare che qui non solo le baguette sono da provare. La loro pagnotta tradizionale ha vinto il premio di "Miglior baguette di Parigi" nel 2023 ed è un premio meritato. È una baguette solida, perfetta da gustare durante un picnic in uno dei tanti parchi nelle vicinanze. In tutta onestà ti diciamo che ce la siamo immaginata con un'abbondante farcitura di mortadella di qualità, sarebbe stata ancor più buona.

Indirizzo: 134 Rue de Turenne

Le Boulanger de la Tour

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Foto da Instagram

La "tour" del nome non fa riferimento alla più celebre torre del mondo ma al Tour d'Argent, uno dei ristoranti più famosi del mondo, fondato nel 1582, attualmente detentore di 1 Stella Michelin e di una delle cantine più fornite del mondo, con circa 300.000 bottiglie. Questa panetteria è proprio accanto ed è legata al ristorante: il pane è lo stesso. C'è addirittura un menu degustazione di pane e le baguette sono così buone che puoi scegliere a occhi chiusi per mangiare un buon prodotto.

Indirizzo: 2 Rue du Cardinal Lemoine

Boulangerie Poilâne

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Foto da Facebook

Sta diventando sempre più turistico come indirizzo perché grazie ai social la fama è inarrestabile. Difficilmente trovi un visitatore di Parigi che non si rechi a Poilâne a un certo punto del suo viaggio, indirizzo storico fondato nel 1932. Il panificio è antico e la ricetta delle baguette è la stessa da oltre un secolo, con grano integrale macinato a pietra nell'impasto. Questa è una delle poche boulangerie che fa anche panini farciti (ottimi con il jambon de Paris) ed è forse quella più simile al nostro concetto di "panetteria": ci sono prodotti da forno di ogni tipo e ti suggeriamo di assaggiare anche le altre forme di pane e soprattutto i biscotti, squisiti.

Indirizzo: 8 Rue du Cherche-Midi

The French Bastards

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Foto da Instagram

Il nome è proprio ciò che sembra: i bastardi francesi. Le loro panetterie (6 sparse per Parigi) sono prese d'assalto dai giovani francesi (anche se non sono bastardi). Qui oltre a una grande baguette tradizionale puoi assaggiare pani incredibili che incorporano ingredienti particolari come miele con fichi, nocciole, semi in abbondanza, farina di segale e altro ancora.

Indirizzo: 61 Rue Oberkampf

Croissant, pain au chocolat, eclair e macarons: Parigi è la città delle pasticcerie, ecco le migliori

La pasticceria parigina ha una lunga e ricca storia che la rende rinomata a livello mondiale per la sua raffinatezza, la sua creatività e la sua attenzione ai dettagli. I dolci francesi sono buonissimi e alcuni dei più importanti maestri del pianeta hanno la sede proprio nella Capitale. Vediamo dove andare a mangiare queste pepite di burro e zucchero assolutamente irresistibili.

Cedric Grolet

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È ormai diventato una celebrità mondiale grazie al suo stile sui social: video rilassanti, con ricette inattuabili a casa ma così belle da vedere che è impossibile resistere. Ormai andarci è un'impresa e devi farti anima e coraggio per un'attesa snervante e lunga ma ne vale la pena, almeno una volta nella vita devi andare da Grolet. Assaggiare il croissant o il pain au chocolat di Grolet è un'esperienza che non facciamo fatica a definire scioccante, perché il cervello non è pronto a recepire tutta quella perfezione tecnica. Il numero di sfoglie è incalcolabile, la cura nei dettagli estremamente affascinante. La sosta da Grolet è come quella alla Gioconda: imprescindibile. Da provare la rosa alla vaniglia, una pasta dolce croccante, pralina alla vaniglia, biscotto leggero con mandorle alla vaniglia, confettura di latte alla vaniglia, panna montata alla vaniglia e il vanilla flan sfogliato. I prezzi qui sono comunque una bella botta quindi vacci preparato: puoi spendere anche 60 euro per qualche dolcetto.

Indirizzo: 35 Av. de l'Opéra

Jacques Genin

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Una gioielleria che serve praline al cioccolato al posto dei diamanti, e se le fa pagare come tali: un pacchettino può arrivare a costare anche 50 euro (il prezzo è di circa 130 euro al chilo) quindi ne vale la pena se sei un grande appassionato di cioccolato. Jacques Genin è uno dei più grandi maestri del ciccolato e ogni pralina è figlia di un lavoro meticoloso, unico nel suo genere. Utilizza materie di prima qualità per arrivare a risultati straordinari. Da provare la ganache ai tartufi, la pralina ai caramelli o i cioccolatini classici. Hanno gusti forti, marcati, decisi, incredibilmente persistenti.

Indirizzo: 133 Rue de Turenne

Maison Thevenin

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Questa è una pasticceria più simile a quelle che troviamo alle nostre latitudini e prima di addentrarci nelle meraviglie del dolce, facciamo una digressione: quella di Claude Thévenin è una delle migliori baguette di Francia ma abbiamo preferito inserirlo nella sezione pasticceria perché crediamo che, comunque, sia meglio come pasticciere che come panettiere. Maison Thevenin è famosa per il Paris-Brest e per le eclair, da provare in tanti gusti, ma sono ottime anche le Saint-Honoré e perfino il babà chantilly, molto simile ai babà farciti napoletani. I dolci qui costano circa 30 euro al chilo.

Indirizzo: 14 Rue Daguerre

Des gâteaux et du pain

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Qui devi venire per gli sfogliati: croissant, pain au chocolat, pain aux raisins, chaussons aux pommes e, perché no, la baguette. Indirizzo molto di nicchia ed estremamente elegante, come la sua titolare, Claire Damon. Interno minimalista, dolci esposti come opere d'arte, attenzione a ogni minimo dettaglio. Probabilmente, dopo Grolet, il miglior croissant di Parigi.

Indirizzo: 63 Bd Pasteur

Pierre Hermé

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È il pasticciere più famoso di Francia, più volte premiato come migliore al mondo. A Parigi ha tantissime sedi, tra cui una trafficatissima sugli Champs-Élysées. I suoi prodotti sono fedeli allo stile che lo ha reso celebre: non ci sono decorazioni eccessive e lo zucchero non viene usato come dolcificante ma "come il sale", ovvero come un condimento per aumentare le altre sfumature di gusto. Qui non c'è spazio per la pasticceria tradizionale e, ammettiamo, il croissant è appena passabile visto il livello del pasticciere ma quando cerchi monoporzioni moderne, con gusti nuovi, in pochi possono rivaleggiare con Pierre Hermé. L'unica grande preparazione classica è anche la sua più famosa: i macarons. Queste perle di bontà sono alsaziane come lui e la sua famiglia è tra quelle che storicamente li ha sempre fatti meglio, a partire da suo nonno. I macarons di Pierre Hermé sono una meta che vale il viaggio.

Indirizzo: 86 Av. des Champs-Élysées

Parigi by night: i migliori cocktail bar della città

La scena dei cocktail bar a Parigi è vibrante, dinamica e in continua evoluzione. La città offre una vasta gamma di opzioni che spaziano dai bar classici e storici ai locali moderni e innovativi. Orfani del Little Red Door, uno dei migliori bar al mondo, che ha purtroppo chiuso in circostanze misteriose a inizio 2024, ci sono tantissimi altri bar che sono pronti a imporsi sulla scena mondiale.

De Vie

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Questo locale di recente apertura è nato proprio dai "fuoriusciti" del Little Red Door, l'inglese Alex Francis e il nordirlandese Barney O'Kane. I due bartender hanno portato nel nuovo indirizzo tutto il know-how del LRD, proponendo una miscelazione territoriale incentrata sugli ingredienti e sulle tecniche di cucina, non a caso hanno attivato una collaborazione con l'Eleven Madison Park, il 3 Stelle Michelin più importante di New York. I drink del De Vie sono semplici ma molto lavorati, con un pensiero filosofico di base affascinante in cui ogni cosa legata al bar deve essere legata alla terra e allo sforzo agricolo.

Indirizzo: 22-24 Rue Saint-Sauveur

Candelaria

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Questa perla nascosta è un must per chi ama l'autentica cucina messicana e i liquori a base di agave. All'ingresso, i visitatori trovano una taqueria dallo stile unico, con sgabelli colorati e un ambiente interamente bianco, dove possono gustare tacos ripieni di maiale sfilacciato e fagioli neri. Da qui, si accede a un elegante bar attraverso una porta sul retro. Il personale, accogliente e cordiale, offre un caloroso benvenuto e serve cocktail potenti come ‘La Guepe Verte‘, una deliziosa combinazione di nettare di agave, jalapeño e un tocco di cetriolo.

Indirizzo: 52 Rue de Saintonge

Danico

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Locale parigino di Nico De Soto, proprietario del rinomato cocktail bar Mace di New York, il menu di 12 cocktail non è per i deboli di cuore. Un esempio è ‘La Myrtille', una versione potenziata del kir royale, che contiene cognac lavato con burro di nocciole e infuso con fava tonka. Questo cocktail non è più in menu dal 2016 ma ci dà un'idea del tipo di miscelazione che fa De Soto. Il menu, legato ai viaggi, attualmente è dedicato al Giappone. È elegante e minimale, come tutto ciò che riguarda quella terra incantata. L'atmosfera del locale ricorda Brooklyn, con carta da parati eccentrica, arredi in velluto e un bancone in marmo a spina di pesce, il tutto accompagnato da una colonna sonora composta da vivaci brani degli anni '80. La location si trova nell'ex negozio di punta di Jean Paul Gaultier.

Indirizzo: 6 Rue Vivienne

The Cambridge Public House

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Foto dal sito ufficiale

Si può combinare l'atmosfera accogliente e informale di un pub con il servizio e la raffinatezza di un cocktail bar di lusso? Il Cambridge Public House ha cercato di rispondere a questa domanda aprendo nel quartiere Marais di Parigi nel 2019. Qui si possono trovare Guinness alla spina, un proiettore per gli eventi sportivi e deliziosi panini con la salsiccia nel menu, ma i fondatori Hyacinthe Lescoët e Hugo Gallou hanno trasformato il classico pub britannico in qualcosa di molto più sofisticato.

La sostenibilità e la comunità sono al centro delle loro priorità e The Cambridge è uno dei pochi bar che pubblica i risultati dei suoi rapporti ESG e sull'impronta di carbonio. Questo impegno si riflette anche nel menu, che varia frequentemente, seguendo la stagionalità dei prodotti.

Indirizzo: 8 Rue de Poitou

Le Syndicat

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Questo locale parigino, che ha guadagnato un posto fisso nella lista dei 50 migliori bar del mondo negli ultimi anni, si concentra sugli ingredienti francesi e sull'hip-hop. Con un'atmosfera urbana e industriale, caratterizzata da tende metalliche e uno stile unico, si autoproclama "Organisation de Défense des Spiritueux Français", ovvero "Organizzazione in difesa degli alcolici francesi". Dalla sua apertura nel 2014, ha promosso una vasta gamma di distillati francesi, come il cognac e il Marc de Bourgogne, attraverso menù innovativi. Recentemente, ha offerto ai clienti un'esperienza unica con un tour virtuale dei monumenti di Parigi, creando un cocktail esclusivo per ciascuno di essi. Noi ci proviamo ma te lo diciamo subito: è un bar troppo strano per essere raccontato, va vissuto. Non c'è un'insegna e l'esterno cambia continuamente grazie ad una serie di manifesti pubblicitari e non che coprono tutto l'ingresso. Da fuori è difficile capire che si tratti di un cocktail bar, figurarsi un cocktail bar di questo livello. L'impressione è di trovarsi di fronte a un posto malfamato, da evitare, invece ti siedi, leggi il menu e vieni catapultato in un mondo tutto nuovo. Da mezzanotte si chiudono le serrande e comincia la festa all'interno. Il consiglio che ti diamo è di andare verso le 19:00 se vuoi fare una degustazione ma di andare verso le 22:30 se vuoi divertirti.

Indirizzo: 51 Rue du Faubourg Saint-Denis

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Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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