In partenza il 3 aprile una missione spaziale privata per la quale un famoso chef spagnolo ha ideato un menu speciale. Niente cibo liofilizzato o in tubetto: in orbita paella (con pollo e funghi) e prosciutto iberico.
Per un’imminente missione spaziale, in partenza il 3 aprile, un famoso chef spagnolo ha ideato un menu speciale per far sentire gli astronauti, per quanto possibile, sulla terra. A bordo della Stazione Spaziale infatti verranno consumati cibi tradizionali, non liofilizzati, in tubetto o in pillole, capaci di sopportare il viaggio nello spazio. Paella e prosciutto iberico tra le prelibatezze mangiate in orbita. Prelibatezze, letteralmente e in via eccezionale, fuori dal mondo.
Si allarga, a suo modo, il menu dei cibi “normali” divorati nello spazio. Se qualche settimana fa avevamo parlato della pizza preparata (con le dovute accortezze) e consumata in orbita, ma anche del tiramisù mangiato da Luca Parmitano sulla Stazione Spaziale Internazionale o il gulasch realizzato a bordo della navicella da un astrochef, ora è la volta della paella (piatto simbolo di condivisione e unità a tavola) con pollo e funghi, e di altri prodotti tipici della cucina spagnola.
Artefice di tutto ciò è lo chef spagnolo José Andrés (impegnato in questi giorni anche a supportare la popolazione ucraina), il quale è stato scelto da Axiam Space (compagnia spaziale privata, al suo primo lancio in orbita) con il suo team di Think Food Group per preparare dei pasti che possano sopportare un viaggio del genere (confezionati in morbide buste adatte ai viaggi nello spazio) per poi essere consumati a bordo dell’ISS.
A beneficiare dello speciale menu, tutto spagnolo, sarà il comandante iberico della missione Michael Lopez Alegria (ex Nasa) e un altro astronauta di origini spagnole, oltre a due astronauti già presenti sulla Stazione Spaziale.
Niente cibo liofilizzato, ma per quanto possibile “normale” per far sì che chi lo mangerà a così tanta distanza dalla terra possa sentirsi, in qualche modo, a casa. Le altre portate del menu speciale? Voleranno in orbita anche jamón iberico, ratatouille con maiale e mandorle Marcona (considerate tra le migliori al mondo). A condimento dell’olio d’oliva Casas De Hualdo.
Dopo decenni di cibo liofilizzato ed essiccato, insomma, pare che pian piano anche gli astronauti, a centinaia di chilometri di altezza, possano iniziare a mangiare alimenti “normali”. Che il futuro della cucina possa scrivere un nuovo capitolo anche in orbita, ritagliandosi il suo spazio tra le stelle?