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6 Marzo 2025 13:00

Dolcificanti naturali e artificiali: quali sono le differenze?

Stevia, aspartame, sciroppo d'acero: sostituti dello zucchero sempre più utilizzati e apprezzati. Ma è bene capire la differenza tra quelli naturali e artificiali e quali effetti hanno sul nostro organismo.

A cura di Arianna Ramaglia
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I dolcificanti (o edulcoranti) sono additivi alimentari che vengono utilizzati per addolcire gli alimenti. Essendo considerati in tutto e per tutto additivi, secondo la legislazione dell'UE, devono periodicamente essere sottoposti a controlli per valutarne qualità ed eventuali problematiche prima di essere commercializzati. Gli edulcoranti hanno un potere dolcificante maggiore del comune zucchero da cucina, solitamente tra le 150 e le 600 volte superiore. Proprio per la loro elevata capacità, ne basta pochissimo per addolcire un alimento. Per questo motivo il loro apporto calorico è quasi nullo e molte volte sono consigliati nei regimi alimentari ipocalorici. Spesso però, si sente dire che in realtà i dolcificanti gravano sul benessere fisico. Ma è davvero così? Prima di rispondere è bene fare una differenza tra dolcificanti naturali e artificiali.

Dolcificanti naturali

I dolcificanti naturali, come suggerisce la parola, si trovano in natura e sono tutti quei prodotti che vengono estratti da piante e fonti vegetali, e che non subiscono nessun tipo di raffinamento o aggiunta di altri elementi. Alcuni esempi sono: il miele, composto da zuccheri naturali come glucosio e fruttosio, è ricco di vitamine, sali minerali e proprietà benefiche; la stevia, prodotta direttamente dalla pianta, ha un potere dolcificante superiore quasi quaranta volte quello dello zucchero tradizionale, il che lo rende particolarmente adatto ai diabetici in quanto usato in dosi piccolissime; l'eritritolo e lo sciroppo d'agave sono ipocalorici e hanno un bassissimo indice glicemico; lo sciroppo d’acero si ottiene dalla lavorazione della linfa d’acero ed ha proprietà energizzanti e rimineralizzanti. Un altro dolcificante molto conosciuto e utilizzato, soprattutto grazie all'impiego che ne viene fatto in gomme da masticare e caramelle, è lo xilitolo. Ricavato dalle fragole e dai lamponi, viene spesso aggiunto anche in dentifrici e collutori per rendere il sapore più gradevole.

Un discorso a parte riguarda invece lo zucchero di canna. Spesso infatti viene utilizzato al posto del classico zucchero perché considerato più “dietetico”. In realtà però esistono diversi tipi di zucchero di canna ed è bene fare una distinzione tra: integrale, non sottoposto ad alcun trattamento chimico, e grezzo sottoposto a un processo di raffinazione in cui viene aggiunta della melassa.

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Dolcificanti artificiali

I dolcificanti artificiali, a differenza di quelli naturali, sono prodotti in laboratorio. Hanno poche o nessuna caloria rispetto a quelli naturali, per questo sono particolarmente indicati in caso di regime alimentare dietetico. Tra quelli più comuni abbiamo: l'aspartame composto da due amminoacidi, l’acido aspartico e la fenilalanina, ed ha un elevato potere dolcificante. Basti pensare che un grammo di aspartame possiede la stessa capacità dolcificante di 200 grammi di zucchero. Il sucralosio, così come l'acesulfame K, invece ha la particolarità di essere termostabile, ossia particolarmente resistente al calore, per cui viene spesso utilizzato anche nelle preparazioni dei prodotti da forno. E infine la saccarina, meno apprezzato dei precedenti in quanto il suo gusto risulta metallico e amaro.

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Ma i dolcificanti fanno male?

Non sono state condotte ancora molte indagini che confermano se e come i dolcificanti possano arrecare danno alla nostra salute. È ormai notizia di diversi anni che uno tra loro, l’aspartame, è probabilmente cancerogeno. Uno nuovo recente studio, pubblicato su Cell e condotto su animali, ha dimostrato come l'aspartame può aggravare l'aterosclerosi attraverso l'infiammazione innescata dall'insulina.

Attraverso un altro studio, sempre divulgato su Cell, si è riscontrata invece un'alterazione del microbiota intestinale e l'aumento dei livelli di glucosio nel sangue dopo un consumo prolungato di saccarina e sucralosio. È stato osservato come, su 120 volontari divisi in sei gruppi, ci siano stati dei picchi di glucosio nei soggetti appartenenti ai quattro gruppi a cui erano stati somministrati i dolcificanti per due settimane. La ricerca ha mostrato che la saccarina e il sucralosio hanno inibito la capacità dell'organismo, in adulti sani, di tollerare il glucosio.

Uno studio in laboratorio invece, condotto dall'Università Anglia Ruskin e pubblicato su Frontiers in Nutrion, mostra come il neotame, un dolcificante nato dall'aspartame, può provocare dei danni alle pareti dell'intestino e ai batteri buoni che abitano la flora intestinale. A questo esperimento, condotto in vitro, l'Associazione Internazionale Dolcificanti (ISA) ha risposto che questi test non sono affidabili in quanto le cellule non riescono a rappresentare la complessità di un organismo umano. Gli stessi ricercatori dei test condotti hanno confermato di dover comunque continuare a studiare gli effetti dei dolcificanti per comprendere meglio quali possano essere i rischi legati alla loro assunzione.

Come si può notare da questi esami, non si può ancora confermare che i dolcificanti siano totalmente pericolosi. Il "limite" di questi studi è che sono stati condotti per un intervallo di tempo relativamente breve: ciò vuol dire che ancora non si conoscono tutti gli effetti sull'organismo che un consumo, per un lungo periodo, di questi additivi potrebbe portare. È comunque bene specificare che, è vero che rispetto agli zuccheri contengono meno calorie, ma non fanno miracoli. Uno dei problemi dei dolcificanti, infatti, è che, dato il loro basso apporto calorico, si corre il rischio di abusarne pensando che non causino danni. In realtà, come per ogni alimento, il troppo storpia sempre. Per cui il consumo spropositato di bevande o cibi contenenti dolcificanti può causare gli stessi danni di altri alimenti.

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