Natale in Toscana vuol dire dolci rustici ma allo stesso tempo sofisticati, semplici ma ricchi di sapori squisiti. Dal panforte ai ricciarelli, dai cavallucci ai brigidini, ecco tutti di dolci natalizi toscani di cui fare scorta (e scorpacciata) durante le festività.
La Toscana è una regione molto ricca dal punto di vista gastronomico: sono tantissime le specialità culinarie diventate così famose da essere un vero e proprio must durante una visita nella regione. Ma è sotto Natale che la Toscana rende il massimo, soprattutto nell’ambito dei dolci. Ricchi e saporiti, semplici ma raffinati, i dolci natalizi toscani sono una vera esplosione di gusto e di bontà, ma anche un concentrato di tradizione. La maggior parte provengono da Siena, che in questo periodo dell’anno la fa quasi da padrone in fatto di dolci, ma anche altre città mantengono la tradizione di specialità natalizia davvero uniche. Dai cavallucci al panforte, dai ricciarelli ai brigidini, ecco una raccolta dei dolci di Natale toscani più tradizionali da servire durante le feste.
Il panforte è uno dei dolci più famosi del Natale toscano, a base di mandorle, frutta candita e miele racchiusi in due strati di ostia alimentare. Tipico di Siena, è un dolce dalle origini molto antiche: le prime testimonianze scritte risalgono addirittura all’anno Mille, quando si chiamava “pane natalizio” o “pane aromatico” ed era preparato dagli speziali solo per i nobili e clero, poiché conteneva pregiati come le scorze di arancia, cedro, melone, mandorle e spezie. Negli anni la ricetta si è modificata fino ad arrivare alla sua versione moderna, menzionata dall’Artusi nel 1891 nel suo famoso libro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Oggi il disciplinare del Panforte di Siena Igp stabilisce che il dolce possa essere commercializzato in due versioni differenti: bianca, quella che ti proponiamo nella nostra ricetta, nata per la visita della regina Margherita a Siena nel 1879, e nera, che prevede una copertura scura a base di spezie tra cui coriandolo, anice stellato, chiodi di garofano, zenzero, pepe garofanato e peperoncino.
Dolci e soffici, uno tira l’altro e assaggiato uno non potrai più fermarti: sono i ricciarelli, biscotti che arrivano sempre da Siena a base di mandorle, zucchero e albume d'uovo. Secondo la leggenda furono portati in Toscana da Ricciardetto Della Gherardesca al ritorno dalle Crociate, nel suo castello vicino a Volterra, e da cui deriverebbe il nome, ma opinioni contrarie lo vedono provenire dalle calzature con la stoffa arricciata dei sultani. Qualsiasi sia la storia, una cosa è certa: i ricciarelli sono irresistibili. Morbidi e profumati, sono inconfondibili nel sapore e nell'aspetto grazie alla caratteristica forma romboidale. Si consumano per tradizione durante le festività natalizie, ma in questo periodo solo anche usati come delizioso cadeau da offrire ad amici e parenti.
La terza specialità senese tipica del Natale sono i cavallucci, biscotti antichi già diffusi ai tempi di Lorenzo il Magnifico: hanno questo nome particolare perché, all’epoca, venivano offerti soprattutto nelle osterie di campagna e consumati dai conducenti di cavalli. Dentro racchiudono tutti i sapori del Natale grazie a un impasto che comprende la frutta candita (cedro o arancia), le noci, i semi di anice e la cannella. La ricetta non prevede l’uso di uova e di solito, per tradizione, questi squisiti biscotti si consumano in abbinamento a vini dolci.
Lasciamo Siena per raggiungere Prato e incontrare i più deliziosi biscotti secchi della Toscana: sono i cantucci alle mandorle, così tipici della cittadina da essere conosciuti anche con il nome di “biscotti di Prato”. Come suggerisce il nome sono a base di mandorle, nascono nel XVI secolo per essere serviti alla corte dei Medici (anche se, secondo gli storici, le mandorle sono state aggiunge verso la fine del XIX secolo) e assomigliano visivamente a piccole fette di pane: il loro nome, infatti, deriva dal termine latino cantellus, che vuol dire proprio pezzo di pane. Il segreto per prepararli in casa a regola d’arte è tutto nella doppia cottura, il trucchetto che serve a ottenere la tipica consistenza finale croccante e biscottata. E se vuoi servirli come farebbe un vero toscani, proponili insieme a un bicchiere di Vin Santo.
Meno famosi delle specialità proposte fino ad ora, ma ugualmente irresistibili: sono i brigidini, particolari dolcetti tipici della provincia di Pistoia nati nascono in un convento di monache devote a Santa Brigida di Svezia, da cui il nome. Sono i dolci tipici di fiere e feste di paese, ma anche dei famosi mercatini di Natale. Riconoscerli è molto facile perché hanno la cialda sottile e friabile cotta in una particolare forma curva e un colore giallo acceso tendente all’arancione, dovuto all’utilizzo di uova, zucchero, farina e anice. I brigidini si preparano al momento su apposite piastre roventi (ma li puoi anche realizzare in casa) e si possono mangiare appena cotti, ancora malleabili, oppure quando si sono raffreddati diventando friabili ma croccanti.
Un altro dolce tipico dei mercatini natalizi sono le copate, una sorta di croccante a base di miele, noci e mandorle racchiusi tra due ostie alimentari. È una ricetta senese che sembra fosse diffusa già prima del ‘400 e che, secondo la tradizione, è nata in convento: la storia vuole che sia stata ideata dalle suore di Montecelso accoppiando e farcendo le ostie avanzate per creare un dolce da mangiare la notte della vigilia di Natale. Anche se sono nate a Siena le copate si trovano nei mercati di tutta la Toscana, sono ancora di forma tonda e sono proposte in versione chiara originale o in versione scura, ovvero con l’aggiunta del cioccolato. Sono tra i dolci natalizi toscani meno conosciuti fuori regione, ma ti basterò un assaggio per innamorarti del loro sapore sfiziosissimo.
Concludiamo la panoramica con gli ultimi dolci delle feste: i befanini, che arrivano dall’area di Lucca ma si trovano anche nella zona di Viareggio e nella Versilia, e sono i dolcetti tipici dell’Epifania, proprio come suggerisce il nome (ma, in realtà, si trovano per tutto il periodo delle festività). Sono biscotti molto semplici, con un impasto simile alla pasta frolla e cosparsi di granella di zucchero colorata, che di solito si realizzano in famiglia il 6 gennaio e che in passato, quando non si usava ancora preparare la calza, venivano donati ai bambini all’interno di cestini ornati di carta colorata, oppure venivano scambiati tra le famiglie locali insieme ai tagliabiscotti natalizi utilizzati per modellarli, come segno di buon augurio.