In estrema sintesi possiamo dire che tutti gli hamburger sono burger ma non tutti i burger sono hamburger. Vediamo le differenze e tutte le implicazioni legali: in America è vietato l'uso improprio del vocabolo "hamburger" da decenni, nelle ultime settimane anche la Francia si è mossa in tal senso. In Italia fioccano le richieste ma non si muove ancora nulla.
Quante volte ti capita di leggere o sentire indistintamente le parole "burger" e "hamburger"? Per molti sono sinonimi ma non è così, una differenza esiste. Con il termine "burger" si indicano tutti i "medaglioni", che siano di una qualsiasi carne o di verdura non cambia; per "hamburger" invece la scelta è categorica: la carne può essere solo di manzo.
La differenziazione in Italia è prettamente linguistica, derivante dalle traduzioni inglesi, ma in America le cose sono un po' diverse: c'è una legge, piuttosto antica, che vieta espressamente l'uso del termine "hamburger" per medaglioni che non siano di carne bovina. La pena prevede multe salatissime. Vediamo nel dettaglio le differenziazioni tra i due termini e cosa succede in Italia e all'estero.
In estrema sintesi possiamo dire che tutti gli hamburger sono burger ma non tutti i burger sono hamburger; questo perché "burger" è un termine generico, l'hamburger è una specifica del burger che contiene carne macinata cotta o arrostita. I burger possono essere di tutti i tipi e nel mondo si trovano tantissime varietà: da quello di montone, tipico dell'Asia, a quelli di pollo, maiale, tacchino molto venduti in Occidente o i burger di pesce sempre più di moda in Italia; ci sono poi tutte le varianti di burger vegani, con soia, tofu, piselli, asparagi, lenticchie, per non parlare dei burger "da laboratorio".
Sui burger vegetali e su quelli prodotti artificialmente al sapore di carne ci sarebbe tanto da discutere. Sono oggetto di grande dibattito nel mondo sia dal punto di vista linguistico, sia dal punto di vista legale. Ultimamente è stata la Francia a vietare il termine "burger" a tutte le aziende produttrici di prodotti vegetali. "Non sarà più possibile utilizzare termini propri di settori tradizionalmente legati alla carne e al pesce per designare prodotti non appartenenti al mondo animale" si legge nella nota pubblicata dai francesi e che, di fatto, separa anche da un punto di vista delle denominazioni e del riconoscimento i prodotti a base animale da quelli a base vegetale.
In Italia c'è invece Coldiretti che spinge da diversi anni in questa direzione, chiedendo allo Stato di approvare una legge per rendere quanto più chiara possibile l'etichetta del prodotto da acquistare.