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17 Aprile 2025 15:00

Differenza tra vite, vitigno, vigna e vigneto: tutto ciò che c’è da sapere

Conoscere la differenza tra vite, vitigno, vigna e vigneto significa entrare in contatto con l’anima del vino, con tutto ciò che lo rende vivo prima ancora che finisca nel bicchiere. Un vino è il risultato di una scelta varietale (vitigno), di un adattamento a un luogo preciso (la vigna), di una coltivazione cosciente (il vigneto), di una pianta viva che reagisce al mondo che la circonda (la vite).

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Se ami il vino potrebbe esserti capitato di leggere o sentire termini come vite, vitigno, vigna e vigneto usati quasi come sinonimi. Non lo sono, anzi, ognuno ha un significato ben preciso, e conoscere queste differenze ti aiuterà a comprendere meglio non solo la geografia del vino italiano, ma come nasce davvero una bottiglia. In sintesi possiamo dire che la vite è la pianta, viva e concreta, che cresce nei campi. Il vitigno è la sua varietà, la "razza" che determina che tipo di uva darà e, quindi, che vino nascerà. La vigna è la terra che ospita le viti, spesso vista con occhi affettivi e familiari. Il vigneto, infine, è lo stesso luogo ma descritto in modo tecnico e agronomico, come insieme organizzato di piante coltivate. Vediamo insieme tutte le specifiche differenze.

Cos'è la vite

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La vite è la pianta, viva e vegeta. Il nome scientifico è Vitis vinifera, ed è proprio da lei che tutto comincia. È una pianta rampicante dotata di radici, tronco, tralci e foglie, che cresce arrampicandosi su sostegni naturali o artificiali. Dalla vite nascono i grappoli d’uva e da quei grappoli si produce il vino.

Ciò che devi tenere a mente è che quando parliamo di vite ci riferiamo all’organismo vivente. È la singola pianta che puoi vedere in una vigna: ha un ciclo vegetativo preciso, che comincia in primavera con il germogliare e si chiude in autunno con la vendemmia (che a volte avviene anche prima) e la caduta delle foglie. È sensibile al clima, al terreno e a come viene potata o gestita. Ogni singola vite appartiene a una varietà specifica ed è qui che entra in gioco il termine successivo.

Cos'è un vitigno

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Il vitigno è, in parole semplici, la varietà della vite. È come dire: "questa è una vite di Sangiovese", oppure "quest’altra è una vite di Nebbiolo". Ogni vitigno ha le sue caratteristiche genetiche e morfologiche: tipo di grappolo, colore e forma dell’acino, profumi, acidità, grado zuccherino. In pratica, il vitigno determina il tipo di uva che verrà prodotto e, di conseguenza, il tipo di vino.

Quando leggi un’etichetta di vino e trovi scritto Montepulciano d’Abruzzo o Pinot Nero, stai leggendo il nome del vitigno (o di un vino che ha quel vitigno come base). Alcuni vitigni sono autoctoni, cioè legati a un territorio preciso, come il Verdicchio nelle Marche o il Nero d’Avola in Sicilia. Altri sono internazionali, come il Merlot o lo Chardonnay, coltivati un po’ ovunque nel mondo. Per farti un esempio pratico: se la vite è la pianta, il vitigno è la sua “razza”, il suo codice genetico.

Cos'è una vigna

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Con vigna si intende un appezzamento di terreno coltivato a vite. È la porzione agricola dove crescono e vengono allevate le viti, spesso delimitata da confini ben precisi. Nella cultura contadina, la parola “vigna” ha anche un valore affettivo, quasi intimo: è il pezzo di terra che curi, che conosci metro per metro, che vivi durante le stagioni.

Spesso, quando un vignaiolo parla della sua vigna, ti sta raccontando un luogo concreto, ma anche un ecosistema. Una vigna può avere esposizione a sud, suoli calcarei, argillosi o vulcanici, altitudini variabili. Tutti elementi che influenzano le caratteristiche dell’uva prodotta. E questo ci porta al concetto di terroir, così centrale nel mondo del vino. Non è un termine tecnico, ma sicuramente è molto evocativo.

Cos'è un vigneto e differenza con vigna

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Il vigneto è il termine tecnico e agronomico che indica l’insieme delle viti coltivate in un certo terreno. Quindi, in pratica, vigna e vigneto indicano la stessa cosa, ma il tono è diverso. Vigneto lo troverai nei documenti ufficiali, nei testi di viticoltura, nei dati Istat. È un termine preciso, usato quando si parla di estensioni coltivate, rese per ettaro, diritti di impianto e così via. Il vigneto può essere più grande, organizzato in filari ordinati, dotato di impianti di irrigazione o meccanizzazione. Quando un produttore parla del vigneto aziendale, spesso si riferisce all’intera area vitata sotto la sua gestione, che può includere più appezzamenti e più varietà. In sintesi, puoi immaginare la vigna come un luogo del cuore e il vigneto come la definizione tecnica. Ma entrambe le parole indicano un terreno coltivato a vite.

E invece il terroir?

Abbiamo nominato il terroir che è la base di tutto ciò che abbiamo descritto in precedenza. Con terroir si intende l’insieme delle caratteristiche ambientali, geografiche e umane che influenzano il modo in cui si sviluppa una coltura, in particolare la vite. È un concetto centrale nel mondo del vino, ma può essere applicato anche ad altri prodotti agricoli come il caffè, il tè, l’olio d’oliva, il formaggio o il cacao. In poche parole, il terroir è la somma di ciò che rende unico un prodotto rispetto a tutti gli altri, anche se vengono dalla stessa varietà d’origine. Racchiude un insieme di fattori come la temperatura, le escursioni termiche, le precipitazioni e l’umidità sono fattori fondamentali. Ad esempio, una vite coltivata in un clima secco e ventilato darà uve diverse rispetto a una cresciuta in un clima umido e piovoso. Spesso pensiamo che sia legato solo al terreno, inteso come suolo, ed è sicuramente una parte importante perché influsce sul drenaggio, sulla disponibilità di nutrienti e sulla mineralità percepita nel vino, ma non è solo il terreno a fare il terroir. Perfino altitudine ed esposizione al sole o vicinanza al mare influscono sul terroir.

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