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29 Agosto 2022 15:00

Di cosa sa la coca: sapore delle foglie ed effetti del “superfood” sudamericano

Le sue foglie hanno proprietà energizzanti e pare che in Perù le piante vengano coltivate da oltre 8000 anni. Considerate una sorta di super food, le foglie di coca essiccate sono masticate per combattere gli effetti delle alte quote. E sì, proprio da loro si ricava la cocaina.

A cura di Alessandro Creta
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Per togliere subito ogni dubbio: sì, stiamo parlando della pianta dalla quale si ricava poi la cocaina. Allo stesso tempo, però, no; non stiamo parlando di una droga, ma di quello che nelle Regioni più alte del Sud America (proprietà nutrizionali alla mano) pare esser un autentico superfood. Perlomeno, nei Paesi in cui viene coltivata e commercializzata e dai quale, per ovvi motivi, è impossibile (o perlomeno illegale) esportarla all’estero.

La pianta di coca cresce rigogliosa tra Colombia, Bolivia e Perù, a un’altezza compresa tra i 600 e i 2000 metri, e le sue foglie vengono utilizzate (rimanendo nei limiti del legale) per gli usi più disparati. Viene realizzato un apposito mate, ma anche altri infusi, ci si fanno liquori, caramelle, dolci, farine e vengono vendute essiccate in piccole bustine. Per essere poi masticate così, in purezza, prevalentemente al fine di combattere il malessere dovuto all’altitudine. Altro che segale cornuta, quella sì dagli effetti allucinogeni.

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In tal modo lo consumano, in particolar modo, turisti poco abituati a raggiungere le elevate quote andine tipiche di questi Paesi del Sud America. Incuriositi e attirati dal fatto di poter assaporare foglie di coca, le acquistano nei mercatini e per le strade portandosele nelle loro escursioni in quota, tenute in bocca poi per combattere il malessere dato dall’altezza.

Le foglie vengono usate, per lo più, non come stupefacente (e ci mancherebbe altro, dato che sono caratterizzate appena dall’1% di alcaloidi, e annessi principi attivi, utilizzati per produrre la cocaina) bensì come energizzante, rinvigorente. Masticata come un chewing gum, la coca pare sia necessaria per reggere il peso dell’altitudine, specialmente per chi non è abituato a queste quote. Il soroche, termine locale con il quale si indica il mal di montagna, si combatte anche così: superati i 3000 metri, la foglia di coca rappresenta un rimedio naturale contro i disturbi (nausea, mal di testa, respiro affannoso ) causati dalle importanti altitudini.

Il risultato? Il malessere pare passare in appena una decina di minuti: se sia tutto merito delle foglie di coca o in parte c’entri un po’ di effetto placebo, questo rimane un punto interrogativo.

Che cos’è la coca

Il nome scientifico della pianta di coca è Erythroxylon Coca ed è indigena di Perù e Bolivia. Oggi viene coltivata in altri Paesi del Sud America come Colombia, Brasile e Cile, ma anche in Cina e Indonesia se ne trovano alcune piantagioni. Come detto è la pianta dalla quale, al termine di un apposito processo di lavorazione e raffinazione, poi si ricava la cocaina. Tuttavia le foglie di coca praticamente da sempre fanno parte della cultura di varie popolazioni sudamericane, soprattutto quella peruviana.

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All’interno delle comunità Inca in particolare era utilizzata in occasione di riti religiosi, ma anche per contrastare la fatica e la stanchezza (proprio come oggi), oltre che combattere i morsi di fame e sete. Tornando al presente, tra Perù, Bolivia e Colombia non è raro vedere locali masticare foglie di coca come se fossero un comune chewing gum. Un'abitudine, non una dipendenza: da queste parti, dopotutto, il consumo è comune da millenni e millenni a questa parte.

E per chi si stia chiedendo se la Coca Cola abbia qualche attinenza con le foglie di coca la risposta è sì: nel 1886 il farmacista John Pemberton ideò una bevanda rivoluzionaria, nelle intenzioni iniziali pensata e realizzata come energizzante e proprio a base di queste foglie. L'ingrediente però tempo dopo venne bandito dalla ricetta, ma il drink mantenne il suo nome originario.

Sapore e proprietà della coca

Gusto comprensibilmente molto erbaceo, spiccatamente amarognolo e aspro almeno quello delle foglie consumate in purezza, masticate come fossero una gomma.

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Dall’ultimo studio condotto sulle sue proprietà, di cui si fece promotrice l’università di Harvard nel 1975, emerse come la coca sia anche ricca di vitamine (B1, B2, B3, A, C, E) e minerali, oltre a una componente di proteine, ferro, calcio e fibre molto importante. Qualità che fanno delle foglie un vero superfood, marchiato e macchiato però dall’uso illegale che se ne fa per la realizzazione di droga.

Anche per questo in Sudamerica le comunità locali stanno spingendo per sdoganare e far rivalutare a livello estero la reputazione di questa pianta, quantomeno, in campo puramente alimentare, al motto "la coca non è cocaina".

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