La raccolta differenziata ormai è una pratica che fa parte della nostra vita quotidiana. Eppure, nonostante la sua importanza, è ancora carica di leggende popolari che ne rovinano l’efficacia. Cerchiamo di sfatare i falsi miti per imparare a differenziare nel modo migliore.
Smaltire correttamente i rifiuti è una pratica diventata parte della nostra vita quotidiana: la raccolta differenziata è arrivata in tutte le case ed è importantissima per preservare l’ambiente e gli ecosistemi naturali, perché permette di riciclare più materiali possibili.
Al fin e di realizzare questo obbiettivo importate, però, è necessario che la raccolta differenziata venga effettuata con cura e attenzione, conoscendone le regole basiche. Ti sembrerà forse scontato, ma in realtà circolano ancora tantissimi falsi miti in materia, convinzioni che si sono diffuse e si sono radicate e che creano confusione su alcuni materiali e il modo corretto di smistarli.
Sfatiamo alcuni dei miti più comuni e più scorretti riguardo alla raccolta differenziata, in modo da imparare a smaltire ogni singolo rifiuto in modo idoneo e riuscire così a salvaguardare per davvero il pianeta e le sue risorse. Ti ricordiamo anche che, per qualsiasi dubbio sulla differenziata, puoi consultare i portali delle fonti ufficiali (i consorzi di filiera come Corepla, Conai e Comieco per esempio), che hanno ampie sezioni su come differenziare i materiali.
Uno dei miti più diffusi riguardo alla raccolta differenziata è che i contenitori di alimenti, in particolare quelli in plastica o di vetro, vadano lavati a fondo prima di essere smistati, altrimenti il riciclo non sarà efficace. Questo è completamente sbagliato: i residui non compromettono né il recupero né il riciclo dell’oggetto in questione. Lavare a fondo plastica, vetro e imballaggi alimentari non è necessario, ma questo non vuol dire che debbano essere carichi ancora di scarti: basterà dare una rapida sciacquata in modo che non presentino residui troppo evidenti.
I tappi di plastica hanno sempre creato grande confusione, soprattutto riguardo al fatto di dover essere buttati con la bottiglia o staccati e buttati singolarmente. In realtà la pratica corretta è smaltirli lasciandoli avvitati, per evitare che di disperdano nell’ambiente andando non solo a inquinare, ma a mettere in pericolo molti animali che potrebbero trovarsi a ingerirli. Proprio per questo la nuova direttiva dell’Unione Europea prevede che i tappi escano dalla fabbrica direttamente uniti alla bottiglia. Per quanto riguarda i tappi non di plastica, invece, possono essere separati dal barattolo o dalla bottiglia. In questo caso i tappi in materiale sintetico vanno buttati sempre nella plastica (o, nel caso del metallo, nella raccolta specifica se è prevista), mentre per i tappi di sughero dipende dal comune di appartenenza: alcuni hanno raccolte dedicate, alcuni li smaltisco presso l’eco-centro, altri li accettano nell’organico.
È molto diffusa la convinzione che sia meglio non gettare il cartone della pizza nella carta perché è troppo sporco e quindi difficile da riciclare. In questo caso non è un mito del tutto falso, ma necessita dei chiarimenti. Se il cartone della pizza non è sporco o unto, per esempio nel caso delle pizze che non hanno condimento particolarmente unto o eccessivo, puoi tranquillamente buttarlo nel contenitore della carta. Se invece il contenitore o una parte di esso ha residui di cibo impossibili da rimuovere (per esempio pezzi di mozzarella, molto olio o sugo), va inserito nel bidone indifferenziato. Nel caso in cui sul cartone sia specificato che si tratta di materiale compostabile andrai invece a smistarlo nel bidone dell’umido.
Quanto tempo hai perso a lasciare a bagno i barattoli di vetro per rimuovere le etichette, convinto che vadano necessariamente staccate prima di poterli buttare? È una falsa convinzione molto diffusa, ma sbagliata: le fonti ufficiali assicurano che non è necessario separare le etichette dai barattoli, perché è una separazione che viene effettuata in impianto. Quello che devi fare, invece, è rimuovere ciò che può essere tolto facilmente a mano come il tappo e sciacquare il contenitore per togliere i residui organici più consistenti.
Il vetro è uno dei materiali che crea maggiore confusione al momento di buttare gli oggetti nella raccolta differenziata. Sarà capitato anche a te di avere uno specchio da gettare o degli oggetti di ceramica che non vuoi più, ma anche lampadine o cristalleria: ricorda che niente di tutto ciò che abbiamo elencato è vetro o vetro puro (no, nemmeno gli specchi, che oltre al vetro hanno un sottile strato di argento o alluminio) e quindi come tale va gettato nell’indifferenziato. Lo stesso discorso vale anche per i frammenti: i pezzi rotti vanno nell’indifferenziato, compresi i pezzi di un vetro rotto. In questo caso perché può contenere tracce di piombo che rendono impossibile il riciclaggio del vetro.
È un errore molto comune, ma in questo caso è facile lasciarsi trarre in inganno: le biro e i pennarelli sono effettivamente fatti di plastica e quindi potrebbe venirti automatico gettarli nel contenitore della plastica. Invece è un errore, perché oltre alla plastica questi prodotti di cancelleria contengono inchiostro e, in alcuni casi, hanno la punta costruita in materiale differente. Le puoi gettare con la plastica, quindi, solo se riesci a separare l’involucro dell’inchiostro e la punta, altrimenti andranno tra i rifiuti indifferenziati.
Un discorso simile al precedente è quello che riguarda gli scontrini, uno di quei rifiuti che non va mai differenziato: siamo sicuri che ti è capitato più di una volta di gettarli tra la carta, mentre in realtà è un errore che devi imparare a correggere. Gli scontrini, infatti, vengono stampati su un particolare tipo di carta termica che non permette il riuso: non sono quindi riciclabili e vanno tra i rifiuti indifferenziati.
“Che senso ha differenziare i rifiuti, tanto i camion mescolano tutto.” Quante volte hai sentito ripetere questa frase, oppure ti sei trovato a pensarla tu stesso? Questo è certamente uno dei miti più diffusi sulla raccolta differenziata ma è anche uno dei più falsi (ovviamente escludendo casi in cui vengono attuate pratiche disoneste, che per fortuna però non sono la normalità). Non solo esistono giorni specifici destinati alla raccolta di una categoria precisa di rifiuto, ma esistono anche camion strutturati appositamente per raccogliere più materiali. Questi mezzi hanno all’interno diversi scompartimenti e anche se il camion è lo stesso e all’apparenza getta tutto insieme, all’interno si apre solo la sezione specifica del materiale raccolto in quel momento. Differenziare in modo corretto la nostra spazzatura aiuta anche gli operari del settore e in questo modo, se ognuno fa il suo nella corretta distinzione dei materiali, la percentuale di riciclo possibile sarà maggiore.