Qual è la bottiglia più costosa mai venduta? Chi ha inventato lo champagne? E come aprire una bottiglia senza fare il botto? Lo champagne è il vino più famoso al mondo, sinonimo stesso di classe e prestigio, simbolo del buon vivere: vediamo le 10 curiosità più interessanti nel giorno dello Champagne Day.
Oggi è lo Champagne Day e gli appassionati di tutto il mondo brindano al vino più iconico che esista. Si tratta di un emblema indiscusso che ha attraversato i secoli, diventando un mito dell'enologia mondiale. Parliamo di un vino che sintetizza storia, cultura, artigianalità, qualità, prestigio per una nazione intera e per un territorio più ristretto, Champagne appunto, che produce alcuni dei vini più importanti del pianeta.
Il 22 ottobre si celebra lo #ChampagneDay, con tantissimi eventi che raccolgono un invito lanciato dal Comité Champagne, l'organizzazione internazionale che riunisce tutti i vignaioli della regione. Per quest'anno è previsto un brindisi collettivo virtuale e tutta una serie di eventi che possono essere seguiti tramite l'hashtag.
Per festeggiare simbolicamente questo vino e per essere preparati al meglio nel caso in cui si partecipi dal vivo a uno di questi eventi, vediamo le 10 curiosità più divertenti che ci siano sullo champagne, il vino dei re.
Se pensate allo champagne siamo sicuri che un solo nome vi verrà in mente: Pierre Pérignon, Dom Pérignon per la precisione. Oggi è lo champagne più famoso che ci sia, il suo nome viene proprio dall'inventore, un abate francese che, per caso, "scopre" la rifermentazione del vino in bottiglia nel 1670. In realtà le virgolette sono necessarie perché non c'è alcuna prova scritta di questa storia. Questa curiosità non piacerà ai francesi, ma la rifermentazione in bottiglia che dà vita allo champagne l'ha inventata un italiano all'inizio del XVII secolo.
Francesco Sacchi, un medico di Fabriano, descrive un metodo per rendere frizzanti e spumosi i vini normali. Descrive tutto il metodo nel "De salubri potu dissertatio": nel trattato si ipotizza un effetto benefico che i vini spumanti abbiano sulla salute. Sacchi dice che per rendere frizzante un vino fermo bisogna aggiungere mosti o uve passite. Ancora oggi il metodo classico con cui si fa lo champagne avviene tramite l'introduzione di zuccheri e lieviti selezionati.
Se c'è una cosa che però dobbiamo affibbiare senza ombra di dubbio all'abate dell'abbazia d'Hautvillers è l'uso del tappo di sughero. Prima del suo spumante si utilizzavano stoppa o cera fusa, Dom Pérignon intuisce che questo metodo avrebbe avuto altre necessità tecniche.
Il tappo di sughero dello champagne è molto caratteristico, facilmente riconoscibile: una volta stappato assume una forma a "funghetto". Ovviamente al momento dell'imbottigliamento è cilindrico come tutti gli altri, ma il suo diametro è molto più grande del collo della bottiglia. Per essere inserito è necessario comprimerlo tramite una pressa e, subito dopo, va "rinchiuso" nell'apposita gabbietta. L'azione di queste due forze consente al sughero di contrastare la fuoriuscita di anidride carbonica che c'è nella bottiglia. Una volta stappato il vino, il sughero si espande e il tappo assume la forma da fungo che tutti noi conosciamo.
Lo champagne va servito sempre freddo ma mai ghiacciato. La temperatura ideale è tra i 6 e gli 8 °C se si tratta di un vino giovane, fino ai 10 °C per uno champagne maturo o millesimato. Le bottiglie non vanno mai nel congelatore, basta metterle in frigo per circa un paio d'ore. Se dimenticate la bottiglia fuori e quindi non avete tempo, non disperate: basta riempire di ghiaccio un secchiello, metterci la bottiglia dentro e aggiungere il sale grosso; vedrete che raggiungerà la temperatura necessaria molto più velocemente.
Una volta tirata fuori la bottiglia dal frigo viene la parte più difficile. Sappiamo che è molto divertente sentire il botto ma è di un'ineleganza sconcertante, non si fa mai. L'esplosione è naturale, è dovuta all'espulsione del gas violenta e improvvisa, che si trasforma in uno spostamento d'aria che porta al conseguente rumore. Le onde sonore saranno più forti quanto più lo spostamento d'aria sarà violento e improvviso.
Per evitare il botto è importante liberare il tappo dalla gabbietta continuando a tenerlo fermo. Con la mano forte bisogna girare molto lentamente la bottiglia, tenendola dal fondo. Una volta arrivati alla fuoriuscita quasi totale del tappo bisogna inclinarlo leggermente per liberare una prima parte di gas (sentirete un leggero sibilo). Quando il suono "scomparirà" non ci saranno più pericoli di avere il botto e potrete servire champagne e spumanti come veri sommelier.
Tutto quello che abbiamo appena descritto ha una e una sola eccezione: la celebrazione. Durante i festeggiamenti il botto è accettato e quale celebrazione è più iconica di un gran premio automobilistico? La tradizione dello spruzzare champagne sul podio nasce nel 1967 grazie a Dan Gurney dopo aver vinto la 24 ore di Le Mans, da quel momento in poi è stata acquisita da tutti gli sport del mondo.
Non è stato però il pilota americano il primo ad agitare una bottiglia dopo una vittoria, bensì Jo Siffert, pilota svizzero e grande rivale di Gurney. Nel 1966 Siffert spruzza accidentalmente la folla a causa di bottiglie lasciate incautamente al sole, cosa che ha causato un accumulo di pressione all'interno della magnum. L'anno successivo vince Gurney che agita la bottiglia di Moët e spruzza il suo capo (Henry Ford II), sua moglie e dei giornalisti in maniera goliardica.
Il rapporto tra le corse automobilistiche e questo prestigioso vino comincia nel 1950, quando il primo Gran Premio di Francia si è svolto sul circuito di Gueux a Reims. Ovviamente, per una gara disputata tra le verdi colline piene di vigneti della regione della Champagne, al vincitore è stata regalata una bottiglia magnum del vino pregiato. La marca di quello champagne era Moët & Chandon, la cantina che avrebbe accompagnato i piloti di Formula 1 per quasi tutta la storia della competizione. Da quest'anno, per la prima volta, sui podi della Formula 1 sono state spruzzate le bollicine italiane al posto di quelle francesi grazie ad un accordo con la cantina trentina Ferrari.
Le macchine da corsa vanno molto veloci ma vi siete mai chiesti quanto "corra" il tappo all'apertura? Se volete fare il botto bisogna fare molta attenzione perché il tappo di uno spumante o di uno champagne raggiunge i 75 chilometri orari. La velocità è sufficiente a rompere il vetro di una finestra e potrebbe causare danni importanti a chi vi sta accanto. Il record mondiale per la più alta velocità raggiunta da un tappo è proprio di uno champagne: ben 105 km/h. Bisogna fare molta attenzione dunque: bevete e stappate responsabilmente.
Di chi potremmo parlare se non di Marylin Monroe? La diva per eccellenza del cinema, una delle donne più belle e sensuali di sempre. Stando a quanto scritto dal suo biografo c'è stato un solo grande amore nella travagliata vita dell'attrice americana: lo champagne. Non è un caso che nell'immaginario comune la californiana abbia fatto almeno un bagno nello champagne: ci sono volute ben 350 bottiglie per riempire la vasca in cui Marylin Monroe si immerge per bearsi delle bollicine francesi.
Abbiamo scritto "bottiglia" non a caso: lo champagne più costoso al mondo è un Goût de Diamants, Taste of Diamonds. Il prezzo? Un milione e mezzo di dollari. Si tratta di una serie limitata prodotta per Shammi Shinh, fondatore di Brands Prodiguer di Knightsbridge, dalle uve di un vigneto di 8 ettari coltivato a conduzione familiare da Chapuy a Oger. Le bottiglie sono disegnate da Alexander Amosu, un famosissimo designer anglo-nigeriano specializzato in questo tipo di "follie": suo è anche il BlackBerry più costoso al mondo, ma lì si è limitato a 250 mila euro.
La bottiglia di Goût de Diamants, Taste of Diamonds oltre ad avere uno champagne iper-selezionato raggiunge questa cifra grazie alle idee di Amosu: le bottiglie, a tiratura limitata, portano un cristallo Swarovski al centro di un diamante da 19 carati che richiama il simbolo di Superman, incastonato in un'etichetta in oro 18 carati.
Si dice che il seno perfetto sia quello che entri in una coppa di champagne. Ma perché questa dovrebbe essere la dimensione giusta? Perché la prima coppa "di champagne" fu fatta basandosi sul calco del seno di Maria Antonietta, l'ultima regina di Francia dell'ancien régime. Questo ci fa intuire che l'affermazione andrebbe vista in maniera del tutto opposta: innanzitutto è la coppa di champagne ad essere stata costruita sul modello del seno, quello della regina appunto, e non viceversa. Secondo punto controverso: questo bicchiere nasce per contenere del latte (per questo il seno) e non certo del vino. La coppa originale è di ceramica perlacea, dotata di un bottoncino rosa, realizzata per la latteria che Luigi XVI dona alla moglie. Solo molti anni dopo avrebbe assunto le attuali fattezze in cristallo per contenere la più raffinata bevanda che ci sia.
Uno dei giochi simbolo che hanno caratterizzato la televisione italiana negli anni Ottanta era il cosiddetto "gioco dei fagioli", il clou della trasmissione "Pronto, Raffaella?", il primo spettacolo televisivo della Rai trasmesso nella fascia oraria di mezzogiorno, condotto da Raffaella Carrà. Durante il gioco i telespettatori dovevano indovinare il numero preciso di fagioli presenti all'interno di un barattolo di vetro. Se lo stesso gioco lo avessero fatto con le bollicine di champagne, le persone non avrebbero mai indovinato il numero esatto perché è stratosferico: ci sono circa 49 milioni di bollicine in ogni bottiglia.
La cifra è stata calcolata attraverso una complessa operazione matematica, stessa operazione usata per calcolare quante bollicine ci siano in un bicchiere di champagne: circa un milione. La cifra è stata ritoccata al ribasso da un enologo francese solo pochi anni fa. Fino al 2014 si pensava ci fossero 15 milioni di bollicine in ogni bicchiere.
Lo champagne è sempre stato parte attiva dell'aristocrazia francese ma uno più di tutti ha influito sulla sua diffusione a livello mondiale: Napoleone Bonaparte. L'imperatore è stato il primo "champagne influencer" della storia. In realtà il sovrano corso era astemio e non mangiava mai tanto, nonostante fosse abbastanza tarchiato, ma quando vedeva le bollicine perdeva ogni inibizione.
In questa passione ci ha messo lo zampino uno dei suoi migliori amici, Jean-Rémy Moët, nipote del fondatore della prestigiosa cantina. I due si conobbero nel 1782 all'Accademia militare di Brienne-le-Château e da allora si sono tenuti in contatto fino alla morte di Napoleone. L'imperatore ha fatto conoscere in tutto il mondo lo champagne ed è grazie a lui se c'è stata l'internazionalizzazione di questo vino e della cantina di Moët, tutt'oggi una delle più prestigiose che ci siano.