Colazione, pranzo e cena: oggi sei abituato a consumare questi tre pasti principali (escludendo gli eventuali spuntini) ma sai da dove viene questa abitudine? È una consuetudine che si è radicata in epoca della rivoluzione industriale, ma in realtà furono gli antichi Greci i primi a introdurre il concetto di “colazione”.
In molte culture del mondo e in particolare in quella italiana, l’abitudine alimentare prevede che si consumino tre pasti durante il corso della giornata: colazione, pranzo e cena. In questo modo ci si alimenta ogni sei ore circa, con pasti più o meno abbondanti. Ma è sempre stato così? In realtà no: la consuetudine dei tre pasti al giorno si è stabilita in epoca moderna, anche se ne puoi trovare tracce in alcune culture antiche come quella dei Greci. Non si tratta solo dell’esigenza fisiologica di rifornire l’organismo per mantenere alti i livelli di nutrienti, ma un vero e proprio costrutto sociale ben radicato nella nostra cultura.
È piuttosto risaputo che il primo pasto della giornata, la colazione, è stato a lungo assente nel corso della storia. Sono molti i documenti, ad esempio, che spiegano come i Romani consumassero il primo pasto verso mezzogiorno, convinti che fosse l’unico modo di garantire una buona digestione.
Forse non sai però che la colazione in realtà esisteva, anche se non erano molti i popoli a consumarla. L’invenzione del pasto mattutino sembra appartenere agli antichi Greci: molti loro, infatti, appena svegli mangiavano del pane imbevuto di vino per ammorbidirlo, poi proseguivano la loro giornata una sorta di pranzo frugale e un pasto abbondante verso sera. L’usanza dei Greci però non è stata esportata come altre abitudini, così dai romani in poi il pasto della mattina non è stato più contemplato. Nel Medioevo questa mancanza di alimentazione appena svegli si è consolidata per motivi religiosi: alle persone non era infatti consentito di consentito mangiare prima della messa mattutina. Anche il pranzo di metà giornata era molto leggero ed era la cena a costituire il pasto principale.
È a partire dal XVI secolo che si riafferma l’idea dell’importanza di un pasto mattutino, anche se inizialmente è appannaggio dei nobili e i più ricchi, che si dedicavano a veri e propri banchetti; nel XVII secolo iniziarono anche a diffondersi le prime sale per la colazione.
È a metà del XIX secolo e in particolare con l’avvento della rivoluzione industriale che si consolida davvero e diventa un’abitudine di tutte le classi sociali. La regolarizzazione del lavoro, soprattutto di un lavoro faticoso come quello in fabbrica, rende necessari un pasto pre-lavorativo e una pausa a metà giornata. Proprio per questo motivo iniziò a prolificare anche lo street food, banchetti aperti vicino alle fabbriche che producevano pietanze abbondati per gli operai, da mangiare rapidamente durante la pausa di metà giornata.
La rivoluzione industriale volle dire anche la crescente diffusione della luce artificiale e di elettrodomestici come il frigorifero, che rese molto più facile conservare il latte da consumare all’inizio della giornata. La colazione però subì una nuova battuta d’arresto dopo la Prima guerra mondiale, perché a causa della scarsità di cibo consumare un pasto al mattino diventò un’abitudine poco praticabile, e in molti cominciarono a saltare la colazione.
Il ritorno definitivo della colazione e dei tre pasti giornalieri si consolida definitivamente nel corso degli anni Cinquanta: è in questo periodo che, in Usa, vengono introdotti i cereali e il tostapane, dando vita a un nuovo tipo di colazione. Anche l’Europa si adattò di nuovo e in fretta all’abitudine riportata in voga dagli Stati Uniti e così i tre pasti sono diventati una consuetudine a cui ci atteniamo ancora oggi.