Un metodo di cottura che può generare qualche dubbio, ma infondato. Non c'è nessun pericolo per il forno o per l'utensile, piuttosto è l'impasto a rischiare i maggiori danni, bruciandosi.
La pizza in teglia è una delle varianti di questa specialità più gettonate da preparare a casa. Se per la pizza napoletana fatta a regola d’arte la cottura tradizionale avviene nel forno a legna, per questa tipologia il forno elettrico casalingo basta per avere un ottimo risultato, croccante alla base e morbido all’interno. In alcune ricette, per ottenere questa consistenza, potrebbe esserti capitato di leggere (o vedere) l’azione di posizionare la teglia sulla parte più bassa del forno, preriscaldato a massima temperatura, per i primi 5-10 minuti in modalità statica, per poi portarla nella zona medio-alta. Non è raro, quindi, che possa sorgere un dubbio: mettere un contenitore sul ripiano inferiore dell’elettrodomestico, invece che leggermente rialzato anche solo di qualche centimetro, potrebbe essere pericoloso? La risposta è no, il forno non subisce nessun danno e neppure la teglia: quella che potrebbe farsi male è la pizza. Vediamo perché.
Le modalità di cottura del forno si dividono sostanzialmente in due: statico e ventilato. La differenza è come il calore viene propagato all’interno della camera: nel primo per irraggiamento – che è quello che ci interessa – nel secondo attraverso l’aria calda. Nel forno statico, quindi, non c’è una ventola che distribuisce il calore, ma questo si irradia dal basso e dall’alto, ovvero da dove sono posizionate le due resistenze. Questo ci fa capire che una teglia per la pizza, solitamente di ferro, alluminio o ghisa, quindi materiali capaci si scaldarsi molto velocemente (senza ovviamente carbonizzarsi o fondersi), messa sulla base del forno entrerà a contatto con un’altissima temperatura, che potrebbe bruciare in una manciata di minuti la parte della pietanza a contatto.
Collocare per pochi minuti la pizza in teglia sul ripiano più basso del forno con la temperatura all’ennesima potenza (dai 220 °C ai 250 °C) è utile per dare l’abbrivio alla cottura, con una “botta di calore” notevole che contribuisce a conferire la giusta croccantezza alla base. Un metodo efficace che però bisogna saper governare conoscendo bene come funziona il proprio elettrodomestico, o al posto di un effetto bruciacchiato, ambrato e crunchy, ci si troverà di fronte a un impasto bruciato e non recuperabile.