Cosa vuol dire davvero gastronomia sostenibile? Cosa possiamo a fare noi per ridurre il nostro impatto sul pianeta, a partire dalla tavola? Ecco tutto quello che devi sapere per mettere in atto comportamenti virtuosi e fare la tua parte.
Gastronomia sostenibile: tutti ne parlano, in pochi sanno cos'è davvero. Fare scelte che riducano il nostro impatto sul pianeta, organizzare la spesa in modo da evitare qualsiasi tipo di spreco, cercare di ridurre il più possibile i propri rifiuti: sono questi (fra gli altri) i comportamenti virtuosi che possono farci davvero cambiare il nostro stile di vita, contribuendo a ridurre l'inquinamento che l'essere umano genera da secoli, semplicemente adattandoci alle regole della cucina sostenibile.
Una buona parte di questo inquinamento, infatti, è proprio generato dalla produzione di cibo, in particolare dalla produzione di massa: ed è qui che dobbiamo intervenire in primis, per fare la nostra parte. Ricorda che è proprio la somma dei comportamenti individuali a creare un movimento collettivo e quindi a innescare un cambiamento. Perché il futuro a cui stiamo andando incontro dipende soprattutto da noi.
Ogni famiglia italiana spreca in media quasi 20 kg di cibo all'anno, pari a 370 grammi a settimana. Numeri simili rispetto all'Olanda (365 grammi a settimana) ma più bassi di Spagna (534 gr), Germania (534 gr) e Ungheria (464 gr). I dati, relativi al 2018, sono dell'Osservatorio Sprechi alimentari del Crea Alimenti e Nutrizione. Rispetto ai paesi analizzati, però, l'Italia ha un altro triste primato: è da noi che si buttano maggiormente prodotti completamente inutilizzati (il 43,2% versus il 31% della quantità sprecata), mentre si riscontra una minor propensione a gettare gli avanzi del piatto (14,6% vs 20,0%) e i prodotti aperti, ma non finiti di consumare perché scaduti (30,3% vs 36%). Nel 2021 si è avuto un aumento dello spreco domestico che ha toccato i 420 grammi a settimana per famiglia.
Ci sono dei comportamenti virtuosi che, per quanto facili da applicare, non sono seguiti ancora dalla gran parte dei consumatori. La consapevolezza alimentare parte proprio da questo presupposto: siamo noi a fare scelte che incidono sul nostro territorio (e sulle comunità che vi risiedono), per cui innescare comportamenti virtuosi è una responsabilità individuale. Ecco cosa fare per ridurre il tuo impatto sul pianeta, partendo dall'alimentazione.
Se comprare un elettrodomestico "economico" può sembrare una buona idea sul breve periodo, sul lungo periodo questo impatterà non solo sull'ambiente, ma anche sul tuo portafogli, facendo lievitare le spese. La cosa fondamentale da fare in fase di scelta degli elettrodomestici è informasi sui consumi e scegliere il modello più efficiente che il tuo budget possa consentire. Questo non vale solo per elettrodomestici grandi come lavastoviglie, forno o frigo, ma anche per gli utensili di tutti i giorni come padelle, pentole, coltelli e così via: ricorda che prima o poi dovrai smaltirli, quindi più durano meglio è.
Informati inoltre sulle fasce orarie in cui sprechi di meno, se hai una bolletta impostata su questo sistema: accendere gli elettrodomestici negli orari migliori significa ridurre gli sprechi di acqua e corrente elettrica.
Pulire bene il forno, tenere il frigo alla temperatura giusta, conservare al meglio piastre, padelle, taglieri: tutto questo è davvero importante se vuoi allungare il più possibile la vita dei tuoi strumenti ed evitare di doverne comprare di nuovi. Se l'era del consumismo ci ha convinti che anziché far durare gli oggetti era più semplice acquistarne di nuovi, questa tendenza è decisamente da invertire: cerca di far durare utensili ed elettrodomestici più a lungo possibile, vuole dire ridurre rifiuti ingombranti da smaltire in modo specifico.
Una decina di anni fa in molti no avrebbero scommesso nulla sul sistema della raccolta differenziata: eppure piano piano ci siamo abituati. Ricordati di smaltire i prodotti della cucina correttamente, alcuni di loro, infatti, non sono da conferire nei rifiuti normali. Fai molta attenzione e informati sulle regole del tuo comune: molti materiali che utilizziamo, se rilasciati nell'ambiente, sono altamente inquinanti. Se puoi, riutilizza il compost per il tuo giardino o per l'orto.
Se riesci, riutilizza il più possibile l'acqua che consumi: anche l'acqua di cottura della pasta o quella delle patate possono essere usate nuovamente in modi creativi e utili. Ricorda di utilizzare la quantità di acqua corretta per cucinare, cerca di evitare di usare l'acqua calda quando non serve, non scongelare mai sotto l'acqua corrente: queste e altre regole ti aiuteranno a ridurre gli sprechi di acqua e ad alleggerire la tua bolletta.
Fare la spesa in modo corretto è la prima regola per un'alimentazione che si possa definire sostenibile. Per prima cosa mai andare a fare la spesa a stomaco vuoto: organizza una lista in modo razionale solo dopo aver fatto un check di frigo e dispensa. Compra sempre alimenti di stagione, che si tratti di verdura, di frutta o anche del pesce.
Ricorda di accumulare, se vuoi, gli alimenti non deperibili come pasta, legumi in vetro o in scatola, farina e così via, ma di comprare in piccole quantità quelli deperibili come verdure, frutta, carne e pesce. Leggi bene le etichette per sapere da dove proviene il prodotto, come stato coltivato o allevato ed entro quale data va consumato. Se hai comprato troppo cibo congelalo nel modo corretto: questo vale anche per gli avanzi. Preferisci sempre le produzioni locali alla Gdo: non solo per una questione di qualità ma anche di abbattimento dei costi di trasporto e intermediazione.
Per quanto si possa fare, compra alimenti sfusi: non solo verdura, frutta, carne o pesce ma anche cereali, olio, biscotti e perfino saponi e detersivi: ormai sono tantissimi i negozi che ti permettono di comprare lo sfuso, munendoti di un tuo sacchetto personale. In questo modo ridurrai l'acquisto di imballaggi e il volume della tua differenziata.
Una buona parte degli sprechi deriva proprio dal fatto che, conservando male gli alimenti in frigo oppure in dispensa, questi vanno a male prima: se hai letto i dati sullo spreco di cibo in Italia avrai notato come tendiamo a buttare alimenti interi perché guasti. Dunque devi per prima cosa conservare correttamente i prodotti, mettendo gli alimenti a scadenza più ravvicinata davanti e quelli a scadenza più lontana dietro. In questo modo eviterai di "dimenticare" i prodotti più deperibili.
Sono tantissime le parti commestibili dei prodotti che buttiamo in pattumiera semplicemente perché non conosciamo il modo di riutilizzarli. Ma la cucina degli scarti in Italia esiste da sempre: è quella che facevano i nostri nonni e bisnonni, riutilizzando tutte – o quasi – le parti delle verdure o della carne che non venivano vendute. La cultura del quinto quarto, ad esempio, nasce proprio da questo. Puoi quindi informarti su come riutilizzare questi scarti: sarai più sorpreso di quanto pensi nello scoprire quanto possano essere gustosi le parti degli alimenti che fin ora hai buttato.
Se hai un balcone, un davanzale assolato o un giardino, puoi divertirti a coltivare erbe aromatiche o piccole verdure: oltre a ridurre gli acquisti, sarà una vera soddisfazione raccoglierli e utilizzarli in cucina. Naturalmente usa terreno di qualità e assicurati di non esporre le tue piante a fonti di inquinamento.
Andare fuori a cena è un piacere: ma, anche in queste occasioni, è importante scegliere il ristorante giusto. Trattorie che lavorano con produttori locali, ristoranti che seguono un certo stile di cucina sostenibile, ristoranti che garantiscono stagionalità, freschezza e rispetto della materia prima: tutto questo potrebbe sembrare retorico, ma è importante – anche quando ci si concede un momento di svago – farlo con coscienza e rispetto degli altri.