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28 Gennaio 2023 11:00

Cucina halal: regole e divieti di una tradizione che mira a purificare corpo e anima

Cos'è la cucina halal? Quali sono le sue regole e i principi di base? Ecco tutto quello che serve sapere sulla cucina di riferimento della cultura musulmana.

A cura di Martina De Angelis
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Nella religione musulmana, una grande attenzione viene posta sul cibo che si introduce nell’organismo: secondo la credenza dell’Islam, infatti, gli alimenti che vengono ingeriti nell’atto del nutrirsi influenzano la purezza del corpo e dell’anima. Proprio per questo nel Corano si trovano molti versi dedicati all’alimentazione, e una serie di regole specifiche che ogni musulmano deve seguire quando si tratta di mangiare.

La cucina halal è il nome con cui si identificano le regole alimentari dell’Islam, in contrapposizione alle norme haram, ovvero a ciò che non deve essere ingerito.  Un insieme di norme che non riguardano solo gli alimenti in sé, ma anche i loro processi produttivi: proprio per questo, esistono delle organizzazioni mirate a fornire la certificazione halal ai cibi, in modo che il musulmano che li acquista sia certo di non comprare qualcosa di vietato o contaminato.

Storia della cucina halal

Il concetto della cucina halal affonda le sue origini nel Corano stesso, in cui molti versetti sono dedicati proprio alla specifica questione dell’alimentazione. Al contrario dell’Ebraismo, però, l’Islam prevede norme e prescrizioni di gran lunga inferiori: in particolare, vengono soprattutto indicati gli alimenti espressamente vietati, e come si debba prestare attenzione alla filiera produttiva di ciò che si consuma.

Tuttavia, trattandosi di prescrizioni molto antiche, il mondo arabo nel corso del tempo ha conosciuto interpretazioni differenti di cosa sia halal (concesso) e di cosa sia haram (proibito). Spesso, ancora oggi, è difficile riconoscere universalmente tutto quello che è riconosciuto halal, anche se esistono delle norme generiche da rispettare. Per avere la certezza che gli alimenti siano halal, il fedele deve acquistare solo prodotti che portano la certificazione ufficiale, rilasciata secondo canoni ben precisi e molto rigidi. Inoltre, nonostante la certificazione, deve pronunciare il nome di Allah prima di mangiare e dopo aver terminato il pasto.

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Cibi halal e cibi haram: cosa è e non è consentito nella cucina islamica

Il Corano non fa un elenco specifico di cosa il fedele possa mangiare: invita a mangiare tutte le cose buone, senza specificare esattamente quali siano. Al contrario, è molto specifico riguardo a cià che è haram, proibito: il suino, il consumo di bevande alcoliche, le carni lecite ma macellate senza invocare il nome di Dio, il sangue, gli animali morti per cause naturali o ferite. Alla luce di questo, la filiera produttiva della carne halal – in cui alcuni principi sono cruciali – assume un’importanza fondamentale:

  • l’animale non deve essere maltrattato, ma fino al suo sacrificio ne deve essere garantito il benessere.
  • Gli animali condotti al macello devono essere vivi, è necessario pregare per loro prima che muoiano ed è fondamentale evitargli inutili sofferenze.
  • Una volta morto l’animale, deve essere prosciugato di ogni traccia di sangue (perché proibito) e la sua carne deve essere manipolata con cura, affinché eviti contatti e contaminazioni con prodotti e sostanze considerate haram.

Per quanto riguarda gli alimenti considerati idonei, l’importante è che siano salubri e integri, quindi non contaminati da uno degli elementi espressamente vietati dal Corano. Questo rende assolutamente fondamentale la certificazione, perché spesso nei prodotti in commercio potrebbero essere presenti sostanze nascoste che in realtà contengono qualcosa di proibito. Esistono anche una serie di alimenti mashbooh, ovvero cibi in cui sono presenti elementi dubbi (ad esempio grassi, aromi o gelatine) da approfondire con il produttore.

Nonostante la rigidità dei divieti, il Corano afferma anche che al fedele è concesso consumare cibo haram se, e solo se, dovesse trovarsi in condizione estreme, al fine di pervenire la morte per fame: solo in questo caso sarebbe concesso, in quanto il cibo proibito non verrebbe consumato per peccare, ma per necessità di sopravvivenza.

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Cucina halal in Italia

Vista la diffusione sempre maggiore delle comunità musulmane in tutto il mondo, è diventato necessario per molti Paesi istituire delle organizzazioni mirate a proporre prodotti certificati halal. In Italia è nato proprio con questo scopo Halal Italia, ente di certificazione che garantisce la corretta applicazione dei principi alimentari dell’Islam ai prodotti made in Italy.

L’obiettivo dell’ente è quello di riuscire a proporre alla comunità islamica l’alta qualità dei prodotti agro-alimentari italiani, ma anche la conformità nel rispetto delle normative europee e dei processi produttivi oggetto di certificazione. L’ente lavora a stretto contatto con il Comitato Etico per la Certificazione Halal della CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica), che da più di 20 anni rappresenta l’armonia tra i principi religiosi musulmani e l’identità culturale italiana e europea.

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Quello che i piatti non dicono
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