La terza serata di Masterchef ci consegna un'Elena in versione giocatrice di poker. La romagnola fa all-in con il suo tris e si porta a casa la posta in gioco: sue tutte le prove. La zucchina cruda invece si rivela fatale.
Concluse le selezioni, finalmente si entra nella masterclass dell’undicesima edizione di Masterchef. Cannavacciuolo, Barbieri e Locatelli hanno scelto la loro squadra, i 20 concorrenti con il sogno comune di arrivare sino in fondo, per apporre la propria firma sul loro primo libro di ricette e mettere le proprie mani sulla corona di migliore aspirante chef italiano. Il sogno inizia e, guarda caso, lo fa in un’atmosfera fiabesca.
La classe pare un set ideato dai fratelli Grimm o da Charles Perrault, con la Mistery Box che sembra un’enorme scatola fatta di pan di zenzero pronta per essere morsa. Mai fidarsi però delle apparenze, perché al suo interno non ci sono zuccheri, canditi, bon bon o bastoncini dolci, bensì funghi, zucche, triglie e altri ingredienti, direttamente collegati al mondo dei racconti per bambini, da utilizzare per una preparazione da favola. Dopo gli eterei sogni di fiaba, insomma, per tanti è il momento del brusco risveglio.
Chi, alla fine della prova, troverà la strada maestra come Pollicino? Chi invece sarà la strega cattiva? Il ruolo del “villain”, intanto, non poteva non impersonarlo Bruno Barbieri. In tenuta verde Grinch (tanto siamo in periodo) lo chef fa la parte del cattivo e dopo essersi beccato da Cannavacciuolo l’appellativo di “ottavo nano” (giusto per rimanere in tema di fiabe) inizia a lanciare bordate tra le postazioni, chiamando poi l’imprevisto. Taglio al tempo, 15 minuti in meno per concludere la prova, ne rimangono appena 20.
C’è chi decide di proseguire per la sua strada, chi di provare un’altra via cambiando l’idea iniziale. Oggi non si va a casa, quindi la parola d’ordine rimane “coraggio”, pur sempre nella puntualità. Anzi, Mime dà sfogo a tutto il suo animo giapponese e decide di concludere prima la prova: piatto in anticipo di 5 minuti. A Trenitalia non piace questo elemento.
La prova fila più o meno (più meno di più in realtà) liscia sino alla fine: Barbieri testa l’attenzione (e l’udito) dei concorrenti ma ancora sta attendendo il “sì chef!” al suo “Mancano 5 minuti alla fine”. La prima sbroccata dell’anno non è per un piatto mal riuscito, ma perché gli aspiranti chef fanno orecchi da mercante non rispondendo a dovere ai richiami dei giudici: lesa maestà! Barbieri ancor più alterato: e abbiamo iniziato solo da 15 minuti.
Dopo 20 minuti già si piange, ma stavolta cercheremo di essere clementi. Non sarà facile.
Alla fine della prova i piatti migliori, tutti a base di pernice, sono di Carmine, Federico (sulla sua testa individuate tracce di capelli nel gel) ed Elena, underdog che in queste due puntate ci sorprenderà. È della romagnola la miglior resa, è suo il vantaggio nell’Invention Test.
Nella prova successiva l’ospite d’eccezione è la chef del Café Suisse (Stella Michelin) Marie Robert. Allarme rosso in classroom, e non solo per il colore dei capelli della cuoca svizzera. Vengono mostrati due piatti che sembrano opere d’arte (terrina di lepre e bonsai di fragole), la tensione tra i concorrenti sale, ma poi arriva la buona notizia. Non bisogna replicarli, ma “solamente” utilizzare gli stessi ingredienti per fare qualcosa di nuovo. Il tema della prova è il trompe d’oeil, far sembrare qualcosa che non è. Illusione, e gusto, le parole d’ordine della sfida.
Una prova svolta in coppie, decise dalla stessa Elena. Occasione giusta affinché in concorrenti imparino a conoscersi un po’ di più; occasione giusta per permettere ai concorrenti di cominciare a odiarsi, già da ora. “Voglio colpire i boriosi”, dice Elena: un po’ di maretta insomma già sembra esserci. Federico nel confessionale sembra Harry Potter quando, sotto al Cappello Parlante che assegna le matricole di Hogwarts alle rispettive casate, implora di non finire tra i Serpeverde. “Non Polone, non Polone, non Polone” dice il dj argentino, ma Elena sembra di tutt’altro avviso: “Polone!”. I presupposti non sono ottimali, e la prova conferma gli attriti.
L’Invention Test prosegue e si avvia verso la fine tra minacce di sberle, lacrime incombenti e cipolle bruciate. Il clima, e l'odore, insomma non sono dei migliori.
Marie Robert non fa sconti e in fase di assaggio pur col sorriso lancia alcune bordate che Barbieri al confronto pare un angioletto. Nick e Mery colpiti e affondati, ma anche Polone e Federico, mai realmente in sintonia. Vincono la prova Daria ed Elena (doppietta), e saranno le capitane della prova in esterna, mentre Letizia e Lia risultano le peggiori finendo direttamente al Pressure Test nella fase finale del secondo episodio.
La favola continua tra le magnifiche sale della Villa Reale di Monza, ex dimora di Re Umberto I. La reggia rappresenta un bivio tra la balconata e il Pressure, e a giudicare le due squadre ci sono 31 professionisti tra pasticceri e fornai.
La prova, infatti, vede i dolci (al cucchiaio e al piatto) protagonisti, e l’unica gioia dei concorrenti è l’assenza di Iginio Massari. Sarebbe stato troppo, già alla prima esterna. Squadra rossa (e quindi dolci al forno) per Elena, Daria in blu per la proposta al cucchiaio. La tensione è già alle stelle, Barbieri fiuta il pericolo e decide di concedersi un tour nella reggia, lasciando Cannavacciuolo e Locatelli alle prese con le crescenti crisi isteriche delle due squadre. Mossa saggia del navigato chef bolognese.
Mentre i 31 giudici d’eccezione si accomodano in sala nel cortile del Palazzo si fa a gara a chi è più in ritardo. Esce prima la squadra rossa, anzi no esce prima la blu. “Siamo in ritardo”, “Non ce la facciamo”, "Non arriveremo in tempo"… a Trenitalia piace questo elemento.
In sala intanto vige l’armonia di vedute. Per alcuni la crème brûlée è “Equilibrata, elegante, il gusto nella norma: è un sì”, per altri “Un disastro, sa di bacon affumicato”: ma sicuri di aver mangiato lo stesso dolce? De gustibus non disputandum est.
Alla fine della giostra per la squadra rossa è quasi un plebiscito: 26 voti a 5, con la sacher perfetta del siciliano Vito a fare la differenza. E intanto Elena cala (oltre alle lacrime date dalla tensione) il primo importante tris dell’undicesima edizione di Masterchef. Pokerface che Lady Gaga spostati proprio. Squadra blu, invece, alla prova a tempo più temuta.
Si torna in classe, chi tranquillo e sereno chi col grembiule nero. I fidanzati Nicky e Letizia sembrano Romeo e Giulietta, ma a parti invertite. È lui, infatti, a essere in balconata, mentre a lei non resta che sperare e aspirare a salirci.
Il Pressure consiste nel realizzare un panino. Facile direbbe qualcuno, ma siamo a Masterchef e l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Un panino sì, ma senza pane; sostituito da ingredienti come pollo, funghi, polenta, riso, pasta e quant’altro. Giulia decide evidentemente che era tempo di abbandonare la masterclass e sceglie di usare al posto del pane una zucchina cruda (sì avete letto bene, cruda) e nemmeno pulita a dovere. Una mossa in grado di cogliere di sorpresa anche i vegani più arditi. “Immangiabile” dice Locatelli: game, set and match: pietra tombale, concorrente a casa. Le verdure sanno essere indigeste, specialmente quando non cotte.
È lei quindi la prima eliminata dal programma, ma la vera protagonista delle ultime puntate è stata sicuramente l’underdog Elena. Tripletta tra Mistery, Invention ed esterna. Chi ben comincia…
Cosa ci aspetterà giovedì prossimo? Nuova prova in arrivo? Ci sarà la Golden Mistery, ma non abbiamo altri indizi a riguardo. We will see.
Cosa abbiamo invece capito durante la serata? Che quando si dice "stop al tempo" le mani vanno alzate, pena l'ira funesta di Barbieri. Che ai giudici si dà del lei e che il francese è la seconda lingua più parlata nella Masteclass. Soprattutto, però, i concorrenti sembrano credere (almeno a parole) ben poco alle favole. Per uno di loro, eppure, questa è appena iniziata…
Foto screen Sky dalla puntata