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21 Gennaio 2022 12:00

Cronaca semiseria della sesta serata di Masterchef: primo mappazzone, prima (quasi) rissa

Puntata di Masterchef ad alto tasso emozionale quella di ieri sera. Carmine si conferma, almeno per ora, una spanna sopra a tutti (rispetto ad alcuni, anche due o tre), mentre Polone e Federico vanno vicini al regolamento di conti.

A cura di Alessandro Creta
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Come ogni giovedì torna il consueto appuntamento con l’asilo, ehm la classe, di Masterchef. Undicesima edizione, fin qui, più simile a una soap opera che a un talent di cucina: tra pianti, rivalità, litigi e attacchi reciproci. La serata di ieri meno spinta a livello emozionale, ma in esterna si è rischiata la rissa. La prima in assoluto del programma televisivo.

Cosa è successo nella prima puntata: a parole tutti bravi

Due puntate all’insegna del mix gastronomico e della mescolanza culturale. Si inizia con l'omaggio di Mime al lassismo tipicamente italiano, in opposizione al rigore e alla disciplina giapponese. Nelle intenzioni della concorrente un inno al nostro Paese, migliorabile però nella resa verbale. Ma la perdoniamo.

Dopo un breve viaggio tra Italia e Giappone si torna in classe: la Mistery Box è caratterizzata da ingredienti importati in Italia nel corso della storia, affermatisi a tal punto da diventare autoctoni. Non sono passati nemmeno 5 minuti e Bruno già accusa problemi di udito: Cannavacciuolo parla ma il nostro simpatico rocker sembra proprio non capire, e stavolta nemmeno gli occhiali lo aiutano così tanto. E menomale che il buon Bruno è in prima fila.

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Si passa alla cucina; i concorrenti devono cavarsela con prodotti come arachidi, carne di bisonte, mangalitza, papaya, luppolo e altri ingredienti dal nome dubbio e quasi impronunciabile. Fatto sta, gli aspiranti chef devono realizzare un piatto dal sapore italiano con almeno cinque ingredienti, ma i presupposti iniziali non sono dei migliori. “Non ne conosco uno”, “Sapori terrificanti”, “Non so che piatto fare” il leitmotiv tra le postazioni, ma in compenso qualcuno sembra abbastanza carico e sicuro di sé.

Come Polone, per esempio, che battagliero promette scintille; ma anche Christian dimostra di star progressivamente sconfiggendo la sua timidezza e punta a scalzare Carmine, il quale a sua volta dichiara (almeno lui, con senno) le intenzioni di vittoria.

Cannavacciuolo intanto prova ad attentare alla sensibilità di Mery: “Ti fai trascinare troppo dalle emozioni”. Tutti ci saremmo aspettati i rubinetti aperti, ma stavolta almeno la personal trainer romana tiene botta e non molla. Brava Mery.

Giorgio Locatelli tenta il dialetto romano, ma con scarsi risultati. Nick si aggiunge, a parole, all’elenco degli alfa che promettono i fuochi d’artificio. Mai cantare vittoria prima, ma di una cosa ci stiamo man mano accorgendo: a chiacchiere sono tutti bravi.

Parafrasando una celebre frase di Enzo Ferrari: date un foglio di carta, dei colori a un bambino e chiedetegli di disegnare un siciliano, sicuramente quel bambino vi disegnerà Pietro.

Al termine dei 45 minuti i giudici chiamano alla prova dell’assaggio Carmine (e Christian non sembra prenderla bene), Tina (e Lia non sembra prenderla bene) e la stessa Lia (accompagnata da un applauso non proprio convinto dei colleghi), e stavolta a non prenderla bene pare essere Mery. Le dichiarazioni di vittoria di Nick e Polone restano tali e l’incubo del buttafuori di Anzio sembra essere appena iniziato.

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“Volevi farmi credere che NOPPENSAVI di entrare nei migliori?!” chiede Cannavacciuolo a Tina, decisamente sorpresa di essere davanti agli chef. Alla fine, però, il piatto migliore è quello di Carmine (usati 8 ingredienti su 10), il quale dimostra nuovamente di nascondere sotto quella chioma riccia una fucina di idee in continuo fermento. Il concorrente viene incensato di complimenti dai giudici, e proprio dietro di lui Christian sembra prendere ogni elogio al rivale come un attacco personale. Anche per il torinese non saranno due puntate facili.

Al ragazzo salernitano il vantaggio nell’Invention Test “guidato” dalla scrittrice, insegnante ed esperta di cucina mediorientale Anissa Helou.

L’ospite della prima puntata porta nella masterclass tre differenti tipologie di pani: uzbeka, marocchina e turca, con Carmine chiamato a distribuirle tra i suoi rivali. Obiettivo della prova, replicare alla perfezione il pane assegnato e inventarsi un degno accompagnamento.

Continuano le manie di persecuzione di Polone, il quale nonostante le difficoltà non molla la presa e dimostra di essere carico a pallettoni. “Carmine mi spiccia casa” dice il romano, umiltà time del tutto gratuita e ingiustificata. Ma siamo solamente all’inizio dell’incubo del vichingo del litorale laziale.

Tra applausi e imprecazioni termina l’Invention Test e si passa al momento dell’assaggio. Nick è evidentemente invidioso della sicurezza (verbale) del suo corregionale Polone, al punto da azzardare un “Mo li faccio sogna’”. “Questo piatto è troppo spicy” lo corregge la Helou, ma il concorrente prosegue per la sua strada: “Ma che te spicy!”. Capacità di incassare le critiche non pervenuta.

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Federico conferma i suoi problemi nell’impiattamento ma, oltre a quelli, dimostra anche di non sapere accettare correzioni e giudizi. A Locatelli la licenza poetica made in Barbieri: “È il primo mappazzone di questa edizione” rivolgendosi al piatto del dj argentino, “sembra cibo per cani”. Il concorrente non la prende benissimo, risponde a tono e alza la cresta nonostante l'importante quantitativo di gel tra i capelli. Chiederà scusa a fine puntata, almeno.

Ai sogni di gloria, dichiarati, di Polone non fanno seguito i fatti. Il suo piatto non piace e per lui sono, di nuovo, critiche. Forse il bodyguard romano sta iniziando a percepire che qualcosa, in queste due puntate, sta andando storto. A Christian riservato un altro bagno di umiltà, mentre Cannavacciuolo critica Mime, ma a soffrirne sembra essere Bruno.

Alla fine il piatto migliore è quello di Tracy, la quale sta risalendo velocemente le gerarchie della classe. Poche parole per lei, tanti fatti. Tra i peggiori Christian, Polone (ancora tu) e Anna, con la dietologa costretta a salutare l’undicesima edizione di Masterchef. Se ne va col sorriso, consapevole che, nonostante Cannavacciuolo, la sua cucina light ha saputo degnamente difendersi nel corso delle puntate.

Cosa è successo nella seconda puntata: a Trieste vicini alla rissa

La prova in esterna prosegue sul tema della contaminazione gastronomica. I concorrenti si ritrovano a Trieste, importante snodo commerciale e porto di confine, dove si intersecano culture e prodotti dei Paesi limitrofi. Giudici d’eccezione, stavolta, saranno venti produttori del territorio, “pescati” tra Croazia, Slovenia, Austria e Friuli.

La squadra rossa dovrà vedersela con un antipasto austriaco e un secondo sloveno, la blu con un primo croato e un dolce friulano. Tracy si “salvaguarda” scegliendo i migliori Dalia e Carmine, con lei anche Pietro (l'uomo dei dolci), Tina, Elena e Nicky. Per loro il menu blu.

Dall’altra parte Chris passa la seconda esterna consecutiva visibilmente scazzato e inizia a sparare giudizi sui suoi compagni. Lia si autogufa dichiarando di vedersi già al Pressure Test, ma la curiosità è tutta su come agiranno in team Federico e Polone, due che non sembrano proprio aver fatto amicizia, anzi. A differenza di giovedì scorso, stavolta, almeno la scelta delle squadre avviene in modo pacifico, chi si aspettava movimento non rimarrà comunque deluso: non mancheranno le attese e ormai prevedibili scintille.

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Il momento cringe della puntata è affidato a Polone, il quale chiama Federico (capitano) al grido di battaglia, ma il ragazzo argentino, visibilmente spiazzato, lo guarda con fare interdetto e perplesso, accennando una timida risposta. Da Mery un’iniezione di ottimismo a tutto il gruppo: “Non mi fido della mia squadra”. Presupposti ottimi per lavorare in brigata.

Nel team rosso non sembra proprio esserci feeling e il povero Polone si ritrova nel bel mezzo di un interrogatorio sulla cottura delle lumache. A confronto il processo Mani Pulite sembra una chiacchierata tra amici al bar. Forse il nostro caro vichingo sta iniziando a maledire il giorno in cui ha deciso di iscriversi alle selezioni di Masterchef.

Tracy, dall’altra parte, sembra trovarsi bene nel ruolo di capitano, al punto da sfiorare l’abuso di potere. Tra i rossi Mery continua invece a non essere proprio convinta dei suoi compagni: “Che squadra di m***a”. Il tutto mentre Christian corregge Cannavacciuolo sulla preparazione della carne: lo chef campano ci mette una decina di secondi per metabolizzare quanto accaduto, realizzare che è successo davvero, prima di rispondere per le rime al concorrente: “Se ti dico una cosa tu devi farla”. Non tutti i giorni capita di essere redarguiti minacciosamente da un due stelle (più tre singole) Michelin.

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I fuochi d’artificio sono però riservati alla fine del servizio, proprio quando sembrava essere filato tutto liscio. La squadra rossa esulta per aver terminato il proprio lavoro, Fede e Polone si abbracciano come amici di lunga data e apparentemente sotterrano l’ascia di guerra. La doccia fredda richiama tutti all’ordine: manca incredibilmente un piatto, con Federico che accusa il suo (nuovo, ma già ex) amico di esserselo magnato. A Polone non sembra vero di avere una scusa per picchiare il concorrente sudamericano, e parte all’attacco come un toro quando vede il drappo rosso. Stavolta il lavoro di squadra funziona, ma solamente per placare i due litiganti. L’ascia da guerra è più dissotterrata che mai.

Nonostante tutto, però, la sfida è molto equilibrata: sarà 12 a 8 per la squadra blu, ma al capitano dei rossi viene data la possibilità di salvare un concorrente. Federico, memore di quanto fece Monir nella scorsa edizione, decide di mettersi al sicuro, lasciando i suoi ex compagni tra le onde di un mare che inizia a farsi pericolosamente agitato.

Per il Pressure non si va in studio, bensì all’ombra del Castello di Miramare. Qui gli aspiranti chef sono chiamati a una prova a base di cozze, per realizzare il tipico Pedocio di Trieste. Un test a step, dalla pulitura dei mitili al filtraggio della loro acqua di cottura, passando per il trito di pane e prezzemolo fino ad arrivare all’impiattamento finale.

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Polone pare troppo distratto a ricordare la sua giovinezza passata a pulire e preparare le cozze, al punto da perdersi praticamente metà dei passaggi. Anche Bruno, però, non sembra capire a pieno la prova e si perde tra un procedimento e l’altro. Loro due, assieme a Christian, risultano i tre peggiori, ma il romano di Anzio si salva, nuovamente, per il rotto della cuffia.

Atteso lo show-down tra Chris e Bruno, ma per sapere chi sarà eliminato bisogna attendere la prossima puntata, quando i concorrenti si giocheranno in studio la permanenza nella masterclass.

Ma che cosa abbiamo imparato dalle puntate di ieri sera? Che Trapani e Beirut si somigliano, che Lia è probabilmente la “less popular girl in the room” e che Barbieri quando va al mercato tocca quello che gli pare. Una cosa, però, non l’abbiamo ancora colta: come si cucinano ‘ste cavolo di lumache?

Foto tratte dagli screen Sky

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Quello che i piatti non dicono
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