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23 Ottobre 2024 15:00

Cos’è più antico, il vino o la birra?

Il vino è più "giovane" della birra. Parliamo di due bevande molto antiche e che si sono evolute tantissimo nel tempo. Anche se diciamo che hanno 13.700 e 8.000 anni non dobbiamo comunque pensare a bevande simili a ciò che beviamo oggi ma solo alle loro progenitrici.

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La domanda su quale sia più antico tra vino e birra è una questione che ha diviso gli storici per molto tempo. Entrambe queste bevande alcoliche hanno radici che si perdono nella notte dei tempi e il loro esatto ordine di comparsa è difficile da stabilire con certezza. Le evidenze archeologiche, al momento, indicano che la birra sia nata prima del vino, sebbene entrambe si siano sviluppate in tempi antichissimi. Pare che la birra abbia 13.700 anni, il vino "solo" 8.000 anni ma le cose possono cambiare in base alle scoperte che faremo in futuro. Mettiamo "le mani avanti" perché le cose possono cambiare in base alle scoperte: la datazione più antica del vino trovato in Georgia risale ad appena qualche anno fa e ha spostato indietro le lancette di questa bevanda di ben due millenni. La birra è passata da 7.000 a 13.700 anni solo nel 2018. Non sappiamo ancora cosa c'è nascosto sotto i nostri piedi.

La birra è più antica del vino

La birra è considerata una delle bevande alcoliche più antiche prodotte dall'uomo. Le sue origini risalgono a circa 13.700 anni fa nella regione della Mesopotamia, che oggi corrisponde all'Iraq. Tracce di birra sono state trovate in antichi recipienti scoperti nei pressi di Godin Tepe, nell'attuale Iran, e nei siti archeologici dei Sumeri, la prima grande civiltà mesopotamica. I testi sumeri menzionano addirittura otto birre d'orzo, otto birre di farro e tre birre miste. Le tracce più antiche di residui di birra, con tanto di attrezzi per la sua produzione, sono stati rinvenuti dagli archeologi nella grotta di Raqefet, nel Nord di Israele e risalgono addirittura a 13.700 anni fa.

I Sumeri hanno lasciato anche delle testimonianze scritte sulla produzione della birra: una Una delle più note è l'"Inno a Ninkasi", risalente al 1800 a.C., un testo religioso dedicato alla dea della birra, che contiene una vera e propria ricetta per la sua preparazione: il metodo di base è quello di maltare alcune bacche di grano, quindi immergerle in acqua, lievito, sciroppo di datteri e una pagnotta di pasta d'orzo parzialmente cotta e fermentata. L'intero processo dura circa una settimana e produce una bevanda delicata e chiara che contiene solo il 2% di alcol e non ha esattamente il sapore della a cui sei abituato nelle birre moderne, somiglia un po' al kvass. Gli studiosi ritengono comunque che le prime birre risalgano addirittura al Neolitico, ovviamente prodotte per caso, perché le civiltà della Mesopotamia erano già troppo brave a fare questo prodotto per averlo sviluppato "da sole" in fretta e furia.

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Successivamente il pallino è stato preso dagli Egizi che avevano un legame profondo e complesso con la birra: andava ben oltre il semplice consumo come bevanda. La birra era parte integrante della loro vita quotidiana, della loro cultura e persino della loro religione. Secondo la mitologia egizia, Osiride, dio dell'oltretomba e della rinascita, fu il primo a insegnare agli uomini come produrre la birra; questo legame tra una divinità e una bevanda conferiva alla birra un significato quasi sacro. La birra era quindi considerata un dono divino, un elisir di vita e di fertilità. Veniva offerta agli dei durante i rituali e le celebrazioni. Non a caso sono state ritrovate addirittura delle "fabbriche" di birra risalenti al periodo, in grado di produrre grosse quantità di questa bevanda fermentata (che aveva comunque un sapore molto diverso dalla birra attuale). La civiltà dell'antico Egitto ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo e nella diffusione sia della birra sia del vino. La birra era la bevanda preferita dalla popolazione egizia, prodotta principalmente dalle donne e consumata quotidianamente da tutte le classi sociali. Era così importante che veniva offerta agli dei come tributo e spesso inclusa nelle razioni dei lavoratori che costruivano le piramidi. Anche il vino era apprezzato, ma era considerato un bene di lusso riservato alle élite. Le raffigurazioni nelle tombe degli alti funzionari mostrano scene che ricordano la produzione del vino, che veniva consumato in particolare durante le cerimonie religiose e i banchetti aristocratici. Oltre al classico vino fatto con la vite c'erano anche vini di datteri, di melagrana e di palma, quest'ultimo utilizzato soprattutto durante la mummificazione. Essendo l'Egitto un Paese molto caldo, il vino più utilizzato e prodotto era lo shedeh, un vino dolce.

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