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3 Luglio 2024 13:00

Cos’è l’inulina, a cosa serve e in quali alimenti si trova

L'inulina è un polisaccaride che si trova principalmente nel carciofo, nel topinambur e nella cicoria, diffuso in commercio soprattutto come integratore e favorisce la salute dell'intestino. Ne abbiamo parlato con un esperto.

A cura di Federica Palladini
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Intervista a Dott. Daniele Giacalone
Biologo nutrizionista - Docente di scienza degli alimenti
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Ormai non ci sono dubbi: che la salute generale dell’organismo passi attraverso l’intestino è un dato di fatto. E da questo punto di vista ciò che mangiamo gioca un ruolo chiave. A mantenere sana la flora intestinale ci pensano una serie di sostanze chiamate prebiotici, ovvero fibre solubili di origine vegetale. L’inulina rientra in questa categoria, diventando essa stessa un’importante fonte di nutrimento per il microbiota, contribuendo alla proliferazione dei probiotici, ovvero i batteri "buoni". Si trova naturalmente all’interno di determinati alimenti, in particolare carciofi, topinambur e cicoria da cui si estrae per diventare un integratore da assumere in base alla posologia medica consigliata, oppure si utilizza al posto dello zucchero come dolcificante in prodotti confezionati, si addiziona allo yogurt per diminuire i grassi, favorire le funzioni intestinali e aumentare la cremosità, come additivo alimentare. “Nonostante ci siano molti studi sugli effetti benefici dell’inulina come integratore” spiega il dott. Daniele Giacalone, “l’Efsa, ovvero l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ancora non li ha confermati, per cui all’interno dell’opinione scientifica non c’è un parere univoco”.

Cos’è l’inulina e a cosa serve

Quando parliamo di inulina ci riferiamo a una delle fonti principali di FOS, che è l’acronimo di Frutto-Oligosaccaridi, ovvero fibre solubili funzionali per la salute dell’intestino che si trovano nella frutta e nella verdura o che possono essere sintetizzate dal saccarosio. “L’inulina è un carboidrato complesso, quindi un polisaccaride che rientra all’interno delle fibre, collegate in generale al benessere dell’intestino” dice Giacalone. “Siamo di fronte a un oligosaccaride che contiene poche unità di zuccheri, in quanto si compone di molecole derivanti dallo stesso tipo di carboidrato semplice, in questo caso fruttosio”. Attraverso gli enzimi che si trovano nell’apparato digerente, l’organismo riesce a digerire diversi composti, ma non questi, che arrivano direttamente al colon. “Il vantaggio in termini fisiologici è che la flora intestinale usa l’inulina come fonte di energia, grazie alla produzione di una serie di sostanze benefiche, come gli acidi grassi a catena corta, che hanno la caratteristica di essere antinfiammatori”. Altre azioni positive derivanti dall’inulina si manifesterebbero per alcune attività metaboliche: “Combatte l’eventuale innalzarsi del livello del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue”.

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Inulina e controindicazioni

Se da un lato per gran parte della popolazione l’inulina si presenta come un alleato per mantenere sana la flora batterica, dall’altro alimenti troppo ricchi di fibra solubile possono portare a delle controindicazioni. “L’inulina fa parte di un un gruppo di alimenti che viene chiamato FODMAP (Fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols): si tratta di zuccheri fermentescibili, ovvero che fermentano nel nostro organismo a causa dei batteri intestinali. In generale fanno bene, ma in individui sensibili possono portare a problemi di digestione, gonfiore addominale e meteorismo. In queste situazioni si procede quindi con una dieta low FODMAP, preferendo cibi che ne hanno un basso contenuto ed eliminando a poco a poco gli altri, per capire quale possa essere l’origine del disturbo”.

Quali cibi contengono inulina?

Gli alimenti che contengono elevate quantità di inulina sono principalmente il carciofo, il topinambur, la cicoria, ma anche l’asparago, la cipolla, l’avocado e la banana. “Se ne raccomanda un’assunzione fino a un massimo di 30 grammi al giorno: arrivando da frutta e verdura, che spesso assumiamo poco, siamo generalmente in deficit di inulina, ed è per questo che alcuni soggetti possono avere la necessità di integrarla. Nei confronti di altri integratori, come per esempio la creatina o la beta-alanina, per cui la comunità scientifica è concorde, in questo caso non c’è conformità di giudizio".

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Usi alimentari dell’inulina

“Rispetto ai carboidrati, che forniscono al nostro corpo 4 kcal per ogni grammo consumato, l’inulina è meno calorica, in quanto la cifra si abbassa a 1,5 kcal. Non si tratta quindi di un edulcorante a zero calorie, ma ne contiene comunque meno del saccarosio, il comune zucchero da tavola, ma di più dell'eritritolo, che si attesa a 0,2 kcal”. Fa dimagrire? “No, la regolazione del peso corporeo si iscrive all’interno del controllo che esercita sui livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue: da un punto di vista metabolico sono comunque correlati all'accumulo di grassi”. L’inulina, che si presenta come una polvere bianca e insapore, compare nell’industria alimentare come dolcificante in pasticceria e negli snack confezionati, oppure si usa nei prodotti lattiero caseari in quanto diminuisce l’apporto di grassi, aiuta l'intestino a funzionare meglio e ha anche capacità stabilizzanti ed emulsionanti, dando struttura e volume alle masse, come per esempio quelle del gelato.

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