Cos’è l’Ho.Re.Ca., uno dei più ampi settori dell’industria italiana

Navigando in rete potresti essere incappato nella terminologia Ho.Re.Ca., una parola strana il cui significato non è immediatamente intuibile. Si tratta, infatti, di un acronimo di tre parole inglesi, un termine tecnico usato per indicare un ambito particolare dell’industria italiana.

Ho.Re.Ca. si riferisce, infatti, a tutte quelle attività legate alla ristorazione e all’ospitalità ed è un termine usato dagli addetti ai lavori del settore – per esempio, chi con la sua azienda fornisce forniture a questo tipo di imprese – per indicare con una sola parola più realtà legate allo stesso ambito.

Facciamo chiarezza su questa sigla e scopriamo insieme cosa rappresenta e perché viene usata, informazioni utili per capire meglio un ingranaggio fondamentale del nostro paese

Cos’è il settore Ho.Re.Ca.?

Ho.Re.Ca. è l’acronimo di tre parole inglesi – Hospitality, Restaurant e Cafè/Catering – e viene utilizzato per indicare tutto quel settore legato a consumi e somministrazione di cibi e bevande che non avvengano tra le mura domestiche. Ognuna delle parole (tranne la terza, che ha un significato ambivalente), indica una parte specifica di un settore che in Italia conta più di 400.000 aziende e circa 1.300.000 occupati (dati del 2022).

Nello specifico:

• Con hospitality si fa riferimento a tutti coloro che somministrano cibi e bevande nell’ambito dell’accoglienza, quindi alberghi, bed&breakfast, pensioni, ostelli, ecc.
• Con restaurant, come puoi intuire, si fa riferimento a ogni tipo di locale incentrato sulla ristorazione, quindi ristoranti, trattorie e pizzerie, ma anche paninoteche, piadinerie, pizza a taglio, ecc.
• Con Ca. generalmente si intendono i caffè, quindi tutti i servizi di bar e caffetteria, ma spesso viene usata con un significato ambivalente che si riferisce ai catering, un servizio spesso offerto da attività come panifici o pasticcerie e che comunque prevede alimenti che vengono venduti a terzi.

Anche se non rientrano nelle tre categorie dell’acronimo, in Italia si usa Ho.Re.Ca. per identificare tutte le strutture ricettive impegnate nel settore dell’entertainment ma che hanno al loro interno bar, ristoranti o punti ristoro, per esempio parchi tematici, discoteche, pub, campeggi, centri commerciali, ecc.

Differenza tra Ho.Re.Ca e GDO

Spesso il termine Ho.Re.Ca, non essendo ancora molto diffuso tra i non addetti ai lavori, viene confuso a livello di significato con altre terminologie relative allo stesso ambito operativo, in particolare con GDO (Grande Distribuzione Organizzata).

In realtà le due sigle di riferiscono a due aspetti molto diversi, seppure entrambi legati al mondo della distribuzione alimentare: come spiegato, Ho.Re.Ca. si riferisce a chi per professione somministra alimenti e bevande, mentre GDO si riferisce a tutte le aziende commerciano alimenti e bevande. In pratica le aziende GDO sono proprio quelle che forniscono alle aziende Ho.Re.Ca. la materia prima per svolgere il proprio lavoro.

L'importanza del canale Ho.Re.Ca.

Ho.Re.Ca. è un settore di fondamentale importanza in Italia, un paese dove l’enogastronomia riveste un ruolo essenziale non solo a livello turistico ma anche a livello di consumo locale: tutti noi usufruiamo di caffè, ristoranti, pasticcerie, gelaterie, hotel e via dicendo. È bene quindi imparare a conoscere un settore di cui usufruiamo quotidianamente.

Al di là dell’impatto di Ho.Re.Ca. per noi consumatori, il settore riveste una grande importanza da tanti altri punti di vista: è un ambito che crea lavoro per i produttori, stimolati a fornire prodotti sempre più di alto livello, ma che stimola anche la creatività, poiché chi fornisce i servizi può testare innovazioni e tecniche per raggiungere la clientela e per proporre nuovi prodotti.

Inoltre il settore Ho.Re.Ca. è per l’Italia un soggetto industriale molto forte, sia sotto il profilo economico sia dal punto di vista sociale, con 17 miliardi di euro di fatturato di media. La distribuzione Ho.Re.Ca. è anche fulcro cruciale del settore turistico italiano, il quale a sua volta incide per il 6,2% sul valore aggiunto italiano e il 5,6% sul PIL del Paese.