Un periodo tra il '700 e l'800 che ha messo a ferro e fuoco la città di Londra: l'arrivo del gin in Gran Bretagna è stato accolto con troppo entusiasmo dagli inglesi. Un periodo così cupo che ha costretto il Parlamento a fare delle leggi speciali. Nel giorno del world gin day vediamo la più incredibile storia legata a questo distillato.
Oggi vediamo Londra come una delle città più belle al mondo: patrimonio culturale e storico dell'Europa ma c'è stato un momento in cui la Capitale del Regno Unito ha rischiato il collasso e la devastazione. Non a causa di qualche invasore o di una guerra, il colpevole di tutto è gin. Può sembrare un'esagerazione ma a cavallo tra il ‘700 e l'800 la situazione degenera, una catastrofe evitata solo da una serie di leggi molto dure. Questo periodo è stato soprannominato "Gin Craze" ed è la più colossale sbronza mai presa dalla Gran Bretagna. Tante persone decedute, tantissima sofferenza provocata da un serio problema con l'alcolismo che ha costretto il governo britannico a prendere in mano la situazione. Nel giorno del world gin day vediamo la più incredibile storia legata a questo distillato.
Oggi è uno dei prodotti simbolo d'Inghilterra ma fino al 1688 il gin è quasi sconosciuto alla corte del Regno. In Gran Bretagna si beve brandy, elegante distillato di vino proveniente dalla Francia. C'è però un problema: in questo periodo storico i conflitti tra Francia e Gran Bretagna si susseguono e, se prima bere brandy era di moda e costoso, diventa improvvisamente anti-patriottico sia per l'opinione pubblica sia per il Parlamento che, non a caso, promulga una serie di leggi per produrre distillati a casa propria.
In soccorso arriva un accordo tra Guglielmo d'Orange, re d'Olanda, e la corona britannica: il gin diventa l'alternativa che tutti stavano aspettando. Questo distillato viene pubblicizzato dai politici e perfino dalla Regina Anna. Contemporaneamente c'è il crollo dei prezzi del cibo che permette alla classe operaia di concedersi qualche sfizio: lo sfizio più trendy dell'epoca è per l'appunto il gin.
Dobbiamo però fare una precisazione: oggi si tratta di un distillato sofisticato ed elegante, il jenever olandese importato non era la stessa cosa. Innanzitutto il volume era di circa il 30%, oggi è mediamente del 40% e per legge non può scendere sotto il 37,5%. La quantità di alcol presente era però l'ultimo dei problemi di questo prodotto: soprattutto a Londra, i gin erano adulterati con sostanze pessime (come trementina e l'acido solforico) che bruciavano la gola, arrossavano gli occhi fino a causare cecità e facevano venire la nausea. Altro punto fondamentale: all'epoca "gin" era un'affermazione generica per tutti gli alcoli a base di cereali all'epoca. Assoluto libertinaggio alcolico.
In pochi anni le cose prendono però una brutta piega: nel 1736 i magistrati del Middlesex esprimono "la più profonda preoccupazione" per il livello di degrado raggiunto. Secondo Vice vengono distillati più di 37.854.117 litri di gin ogni anno, una quantità gigantesca soprattutto per le tecniche del XVIII secolo. La cifra astronomica è giustificata dai dati di vendita: uomini, donne e perfino bambini si ritrovano con una bottiglia in mano. Moltissime persone se lo fanno in casa, causando esplosioni e incendi. Gli episodi di violenza, anche brutale, dati dall'abuso di alcol a Londra toccano livelli mai raggiunti prima e che non sono mai stati raggiunti dopo. Le strade di Londra diventano dickensiane e moltissimi uomini illustri sono coinvolti in furti, rapine, violenze di tutti i generi sia come vittime sia come carnefici. Ci sono omicidi sommari e stupri quotidiani. La città più grande d'Europa messa a ferro e fuoco da cittadini alcolizzati. Per gli storici questa mania è simile all'epidemia da crack e metanfetamina scoppiata negli anni '80 a New York e che ha reso la Grande Mela una delle città più pericolose al mondo.
Le cose cambiano nel 1734 a causa di un evento tragico che cattura l'opinione pubblica e crea una sorta di "movimento proibizionista". Una donna strangola il figlio di due anni per vendere i suoi vestiti in cambio del gin. L'impatto emotivo è così elevato che per i successivi 20 anni il Parlamento inglese avrebbe promulgato una serie di leggi atte proprio a limitare l'uso di questo prodotto. La Gin Act del 1751, il più importante di questi decreti, arriva addirittura a proibire la vendita di gin ai commercianti non autorizzati, aumentando le commissioni ai negozi più piccoli. Così facendo taglia fuori dalla disponibilità tutta la classe operaia, creando al contempo un vero e proprio disciplinare del gin, perché le distillerie più grandi subiscono continue visite da parte delle forze dell'ordine deputate al controllo di qualità. La Gin Act ha un effetto ancora oggi: solo grazie a questa legge il gin riesce a uscire dalla cattiva nomea che si crea in quegli anni e a diventare uno dei distillati più venduti al mondo.