Una tradizione millenaria giapponese che coniuga la passione per il cibo e la bellezza della natura. L'hanami è pensato per godersi la fioritura dei ciliegi in primavera, con un buonissimo picnic a base di pietanze tradizionali. Tutto, però, è rivisitato in chiave "sakura": molti alimenti sono aromatizzati ai fiori di ciliegio, c'è rosa e bellezza ovunque.
Una tradizione millenaria che abbina cibo e natura: questo è l'hanami. L'usanza viene celebrata di sera, in primavera e fa riferimento alla fioritura degli alberi. La traduzione letterale di "hanami" sarebbe "guardare i fiori" ma ormai è riferito solo alla fioritura dei ciliegi giapponesi, i fantastici sakura, che attirano ogni anno milioni di turisti nel Sol Levante.
La tradizione è molto sentita in Giappone e tutti gli emigranti fanno ritorno a casa per godere della bellezza dell'evento e di un sontuoso picnic nella natura. Il cibo in questa tradizione è fondamentale, quasi quanto i fiori, anche se non ci sono dei rituali ben precisi che riguardino l'hanami. Generalmente i nipponici si limitano a mangiare e bere cose rosa, che ricordano ciliegie e fiori.
L'hanami occupa gran parte della primavera, tutto il periodo della fioritura dei sakura che va da inizio aprile, nelle zone a sud, a metà maggio, più a nord. La festa consiste nell'ammirare la fioritura mentre si consuma un sostanzioso picnic all'ombra dei sakura in fiore. La celebrazione avviene di sera, in alcuni casi proprio di notte, così da ammirare tutti i ciliegi illuminati appositamente dalle luci e dalle stelle: in questo caso prende il nome di Yozakura.
Durante il picnic non possono mai mancare i dango, che per l'occasione prendono il nome di hanami-dango, e i sakura-mochi. I primi sono degli gnocchi di riso infilzati su bastoncini in gruppi di 3-5 (tradizionalmente 5) e ricoperti con una glassa di salsa di soia dolce, vetrosa e con forti sentori di bruciato. I mochi sono i classici tortini di riso, zucchero e amido di mais.
Entrambe le preparazioni sono diverse dalle loro versioni classiche perché tutti gli alimenti dell'hanami hanno gusti che ricordano i fiori di sakura e spesso sono pure decorati con questi fiorellini. Sia i dango sia i mochi si trovano in tutti i supermercati del Paese, insieme a bevande, dolci e gelati al gusto "fiore di ciliegio". Molti nipponici preferiscono preparare a casa i piatti da gustare di sera e fortunatamente ci sono ancora molti negozietti, simili alle drogherie italiane, che mettono dei fiori di sakura sotto sale, così da conservarli e usarli per aromatizzare tè, birre, alimenti salati e dolci, o anche solamente l'acqua.
I market più grandi e i centri commerciali offrono degli hanami bento già pronti, i classici cestini per il pranzo, che per l'occasione sono decorati con fiori veri o disegnati.
Cosa si può trovare in un bento? Gli onigiri non possono mai mancare, quella sorta di "arancini" che si vedono spesso in manga e anime; stesso discorso per le tamagoyaki, le frittatine giapponesi, e gli edamame, i fagioli di soia acerbi, ideali da stuzzicare sotto un cielo stellato. Tra i dolci della tradizione wagashi, oltre ai due citati, molti portano con sé i dorayaki, gustosi e facili da portare in giro.
La bevanda tipica della tradizione è l'hanami-zake, una coppetta di sakè con dentro immerso un fiore di ciliegio appena caduto: un drink molto scenografico, affascinante, evocativo. Altra bevanda tipica è la sakura chu-hi: un drink alcolico a base di shochu (un distillato di riso che ricorda vagamente la grappa) e soda, aromatizzata ovviamente al sapore di ciliegio. Peri più piccoli c'è il tè verde ai fiori di ciliegio.
Con la globalizzazione l'offerta è aumentata a dismisura: la Coca-Cola vende in Giappone in questo periodo dell'anno una versione alla ciliegia, con la confezione rosa, idem fa Starbucks nei suoi punti vendita con il caffè. La Asahi, la birra giapponese più venduta al mondo, propone una bionda chiara con sentori di ciliegio e le maggiori industrie dei succhi di frutta fanno altrettanto, con un packaging pensato per la festa. Negli ultimi anni anche il vino rosato italiano sta facendo la sua entrata in scena sul mercato giapponese: ma parliamo ancora di piccolissime realtà, sostenute da veri appassionati di vino.
La tradizione millenaria è fondamentale per i giapponesi e l'hanami va festeggiato come si deve. Il sakura è un elemento fondamentale per la cultura del Sol Levante: la brevità della sua vita, la sua delicatezza, rendono questo fiore una metafora perfetta della fragilità dell'esistenza, della sua bellezza e infine della rinascita a cui tutti ambiscono.
Nel nostro Paese questa tradizione non è stata assorbita, visto che i ciliegi si trovano in campagna e in posti difficili da raggiungere, a eccezione di una città. Solo a Roma si festeggia l'hanami per un motivo storico molto importante.
Nel 1959 l'allora primo ministro del Giappone, Nobusuke Kishi, regalò 2500 sakura alla nostra nazione durante la sua prima visita in Italia. La maggior parte di questi alberi sono stati piantati nel parco dell'EUR, nel giardino del laghetto.
Per ringraziare il politico nipponico questa strada fu poi ribattezzata "Passeggiata del Giappone". Nel periodo di fioritura, che in Italia è tra marzo e aprile, molti cultori di questa pratica festeggiano l'hanami con un picnic sotto gli alberi. Alcuni di questi appassionati si reca all'EUR vestendo il kimono, come impone la tradizione giapponese.