In Abruzzo tra le specialità più tipiche della cucina regionale c'è sicuramente il cacio fritto. Fette di pecorino poco stagionato infariante e gettate nell'olio bollente: una preparazione identitaria del territorio e di estrazione contadina.
Dalla tradizione contadina e pastorizia dell'Abruzzo nasce il cacio fritto. Piccole fette di pecorino fresco gettate in olio bollente: il risultato è una pepita d'oro dal cuore morbido e filante, identitaria e fiera rappresentate della sua Regione di origine.
Il formaggio fritto entra di diritto tra i piatti più ghiotti, golosi e gustosi della gastronomia abruzzese. Chi l’ha detto che nella Regione del Gran Sasso e dei trabocchi ci siano solamente arrosticini, cacio e ova o spaghetti alla chitarra? In questo nostro speciale sui fritti d’Italia, dopo aver viaggiato da Nord a Sud tra Lazio, Veneto, Sardegna e Marche, eccoci in Abruzzo, dove incontriamo una delle specialità tipiche del territorio: il formaggio, come se già non fosse sufficientemente buono nella sua forma classica, fritto.
Da sempre terra di contadini, di transumanze, di cibi che dovevano accompagnare i pastori nei loro viaggi con le greggi, l’Abruzzo ha dato vita a questa prelibatezza a base, e chi se non lui, di pecorino. Si tratta di una preparazione figlia della tradizione rurale del luogo, realizzata con una delle specialità d’eccellenza per antonomasia dell’Abruzzo. Il formaggio di pecora rappresentava una delle produzioni più importanti per le famiglie contadine, e pare che le donne di casa per cercare di declinarlo nei modi più disparati idearono questa frittura speciale.
Il cacio viene passato in una semplice pastella a base di farina, acqua e uova prima di essere gettato nell’olio bollente. Quello che ne esce è una pepita dorata dall’esterno croccante e il cuore morbido e filante. Un’autentica esplosione di gusto.
La tradizione pastorizia locale richiederebbe l'utilizzo di formaggio di pecora fresco, anche se oggi è ammessa la variante di latte vaccino per chi non ami particolarmente il sapore forte del pecorino, per quanto poco stagionato.
La parola d'ordine in tutto ciò è freschezza, oltre a qualità delle materie prime utilizzate. Ottimo come antipasto ma anche come secondo, il formaggio fritto è protagonista in molte sagre e feste di paese abruzzesi, meglio ancora se abbinato agli arrosticini.
Pare che l'usanza di friggere il formaggio sia nata nel teramano, per poi estendersi progressivamente anche nelle zone limitrofe. In un territorio dove la pastorizia è stata per secoli il principale strumento di sussistenza e di commercio, la tradizione di cucinare il formaggio si perde nel corso dei tempi. In passato ogni famiglia aveva il suo piccolo gregge, i cui prodotti erano destinati da soli al sostentamento dell’intero nucleo.
Il latte, insomma, non mancava di certo, così come le tante forme di formaggio realizzate dai contadini. Chissà chi fu la prima persona ad aver avuto l'idea di friggere una bella fetta di pecorino: chiunque sia stata, a lei va il ringraziamento dei buongustai ogni volta che un formaggio viene infarinato e gettato nell'olio bollente. Rispolverando e onorando così una tradizione per la quale in Abruzzo vanno, giustamente, molto fieri.