Un tempo appannaggio solo della cultura a stelle e strisce, oggi diffuso e amatissimo in tutto il mondo: la golosa crema di arachidi, comunemente nota come “burro”, è una vera delizia. Ma lo sai che deve la sua nascita a un coleottero che distrusse le piantagioni di cotone?
Oggi non c’è nessuno che non conosca il burro di arachidi: la deliziosa crema a base di noccioline tostate, zucchero di canna o miele e olio di semi di arachidi a lungo è stata identificata solo con la tradizione americana – è un prodotto di origine statunitense, infatti – ma ormai si è globalmente diffusa, tanto da essere amata e apprezzata ben oltre i confini Usa.
Merito della bontà di questa crema spalmabile, definita “burro” pur non contenendone traccia e invece preparata con 3 ingredienti semplici, facilmente reperibili, che fanno sì che questo prodotto possa essere realizzato facilmente anche a casa e impiegato nei modi più vari: lo puoi usare per preparare la colazione/merenda americana tradizionale spalmandolo su del pane tostato insieme alla marmellata, oppure lo puoi usare come guarnizione di pancakes, gelati, coppe di yogurt e dolci al cucchiaio, o ancora lo puoi aggiungere direttamente all’impasto di biscotti e torte.
Insomma, il burro di arachidi è una vera specialità radicata nella tradizione Usa e sembra incredibile che sia diventato così amato se pensi che è nato in seguito un’infestazione di coleottero che devastò i campi di cotone, costringendo i proprietari terrieri a coltivare noccioline anche se erano considerate più che altro cibo per animali. Curioso di conoscere tutta la storia? Te la raccontiamo noi.
Le primissime tracce di una preparazione simile al burro di arachidi si ritrovano indietro nel tempo di migliaia di anni: sembra infatti, da alcune prove rinvenute, che gli aztechi siano stati i primi a produrre una pasta estratta proprio dalle arachidi. Per scoprire la versione moderna di questa preparazione, però, dobbiamo compiere un bel salto avanti nel tempo, precisamente alla fine del 1800: è in quest’epoca che diversi personaggi si legano all’origine del burro di arachidi.
Facciamo una doverosa premessa: fino alla Guerra di Secessione (1861-65), le noccioline erano viste più come alimento destinato agli animali e ai poveri, soprattutto nel Sud del Paese, ma poi furono i soldati nel corso della stessa guerra a iniziare a consumarle in quanto importante fonte di proteine. Questo avvenne parallelamente all’evento che, più di tutti, influì sulla diffusione delle noccioline come alimento per gli esseri umani: la comparsa di un coleottero che devastò le piantagioni di cotone alla fine dell’Ottocento.
Avendo questi immensi campi ora completamente liberi da coltivazioni e, visto l’aumento di richiesta delle noccioline, i proprietari terrieri convertirono questo spazio alla coltivazione di arachidi, mettendo le basi per la commercializzazione su larga scala di prodotti derivati che sarebbe arrivata da lì a qualche anno. Fondamentale in questo senso fu George Washington Carver, afroamericano nato in schiavitù poco prima della guerra di Secessione e diventato un rinomato agronomo: fu lui a incoraggiare numerosi proprietari terrieri a convertire le proprie coltivazioni di cotone puntando sulle arachidi.
Spinto dalla crescente popolarità delle piantagioni di arachidi e delle noccioline usate come snack, vendute per strada calde e tostate prima al pubblico del circo Barnum, poi a quello delle partite di baseball, entra in scena un secondo personaggio: il farmacista canadese Marcellus Gilmore Edsonm, che brevettò un processo di macinazione delle arachidi tostate con l’aggiunta di zucchero per ottenere una crema spalmabile economica e che potesse sostituire la carne per le famiglie meno abbienti.
Contemporaneamente, nel 1895, anche un personaggio di spicco degli Usa dell’epoca sperimentò con le arachidi. Il dottor John Harvey Kellogg (sì, proprio l’ideatore dei cereali Kellogg’s) nella ricerca della sua perfetta alimentazione che mantenesse i suoi pazienti privi di pulsioni sessuali che inquinassero lo spirito dell’uomo, ideò una crema ottenuta dalle arachidi crude; in questo caso, però, si trattava di un prodotto diverso dal burro d’arachidi odierno perché il dottor Kellogg considerava anche gli zuccheri un alimento “impuro”.
Come ha fatto un prodotto sperimentale come il burro di arachidi a diventare così importante, amato e diffuso? Si deve tutto a un uomo d’affari di St. Louis, in Missouri: si chiama George Bayle ed è il primo a capire la potenzialità della crema spalmabile a base di arachidi, tanto che nel 1894 inizia a proporlo come uno snack e da presentarlo e nel 1904 lo presentò all’Esposizione Universale della città.
Contemporaneamente, sempre nel 1904, Ambrose Straub, anche lui di St. Louis, aveva brevettato una macchina per fare il burro di noccioline, facilitandone così il processo di industrializzazione: da lì a poco le aziende Beech-Nut e Heinz lo commercializzarono in tutto il paese e nel 1907 vennero prodotte 15,4 tonnellate di burro di arachidi. Proprio grazie a questo successo il burro d’arachidi divenne un prodotto non più destinato solo alle classi agiate ma accessibile a tutti, ma non poteva ancora essere commercializzato su larga scala perché rimaneva difficile da conservare e quindi trasportare.
La svolta arriva negli anni Venti, quando viene inventato il processo di idrogenazione, una reazione che permette, tra le altre cose, di convertire gli oli vegetali in grassi solidi o semisolidi (come la margarina), ovvero grassi meno cari, che irrancidiscono meno dei grassi animali, come il burro, e permettono una conservazione più lunga. Ecco che il prodotto poté essere trasportato senza deteriorarsi e nacque l’industria del burro di arachidi.
Nel corso del XX secolo la crescita del burro di arachidi è stata esponenziale, conquistando piano piano tutto il mondo e radicandosi a fondo nella cultura americana, tanto che tutt’oggi è un alimento base nelle scuole americane grazie ai programmi di alimentazione scolastica, contribuendo a far crescere l’amore per il burro di arachidi tra i giovani.
È un prodotto talmente iconico che spesso si è associato a personaggi altrettanto iconici della cultura americana: per esempio è molto famosa la predilezione di Elvis Presley per il “peanut butter”, in particolare spalmato in un sandwich farcito con marmellata d’uva, banana a fette e bacon fritto a strisce. Leggenda narra come non si trattasse di un panino normale, bensì di un'intera pagnotta farcita con un barattolo sano di burro di arachidi, un vasetto di marmellata e un chilo di bacon. L’apporto di questa merenda veloce? Appena 8000 calorie.
Altri personaggi noti legati al burro d’arachidi sono l’astronauta americano Alan Shepard, che nel 1961 portò un sandwich di burro di arachidi e marmellata nello spazio durante la missione Freedom 7, e stato Jimmy Carter, ex presidente degli Stati Uniti dichiarò durante la sua campagna presidenziale del 1976 che la crema spalmabile era uno dei suoi snack preferiti e infatti, sia prima che dopo la presidenza, fu uno dei coltivatori di arachidi destinati a essere trasformati in peanut butter.