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27 Maggio 2022
11:00

Cos’è il bicerin, storia del drink tutto made in Torino che ha stregato Cavour e Picasso

Da non confondere con l’omonimo liquore a base di crema gianduja, il bicerin è una speciale bevanda tutta torinese nata nella seconda metà del 1700. Apprezzata da illustri personaggi storici, oggi rappresenta un must da assaporare per chiunque visiti la città sabauda.

A cura di Alessandro Creta
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Non è un caffè, tantomeno una cioccolata calda e guai a chiamarlo cappuccino. Nell’eventualità in cui ci si trovasse a Torino e si volesse provare qualcosa di tipico, magari dopo un pranzo a base di plin e vitello tonnato, la parola da pronunciare è solamente una: bicerin. Si tratta di una bevanda calda tipica della città all’ombra delle Alpi, a base di caffè, cioccolata e crema di latte, tanto parte della storia sabauda quasi quanto la Mole, la Basilica di Superga o i toretti; le caratteristiche fontanelle a forma di toro disseminate per la città.

Il bicerin, in dialetto piemontese letteralmente bicchierino, nasce nel 1763 presso lo storico locale Caffè al Bicerin, tuttora esistente e tuttora in grado di richiamare turisti e locali che vogliono provare qualcosa di tipico e unico. Ma cosa avvenne in questo bar due secoli e mezzo fa? Praticamente 100 anni prima dell’Unità d’Italia venne qui brevettata un’evoluzione della settecentesca bavareisa, una bevanda di gran moda al tempo (tipica delle barocche colazioni torinesi) servita in grossi bicchieri e a base di caffè, cioccolato, latte e sciroppo. Gli ingredienti, proposti separatamente e miscelati dal cliente secondo le sue preferenze, ispirarono Giuseppe Dentis (titolare del bar) per la creazione del nuovissimo bicerin.

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Il Caffè al Bicerin di Torino

In tanti fin da subito vennero incuriositi dalla bevanda appena inventata, attirati anche da un prezzo veramente accessibile. Come si può leggere sul sito ufficiale del Caffè Al Bicerin il drink si potè ordinare per tre soldi (15 centesimi di lira) da metà Ottocento fino al 5 dicembre del 1913, quando passò a 20. Oggi invece il prezzo di questa bevanda così caratteristica e storica si assesta sui 7 euro.

Come è fatto il bicerin

Se oggi il bicerin è una bevanda unica e identitaria di Torino, in un primo momento e in particolar modo nell’Ottocento questa veniva proposta in tre varianti. C’era la pur e fiur, simile all’attuale cappuccino, la pur e barba, caffè e cioccolato, e ’n poc ‘d tut, vale a dire un po’ di tutto con tutti i tre ingredienti (caffè caldo, cioccolata fatta in casa e crema di latte) insieme. Fu, di fatto, la versione che raccolse i maggiori consensi, al punto da affermarsi nel corso degli anni come il bicerin vero e proprio. Una delle particolarità? Al tempo come oggi il tutto viene servito non all’interno delle comuni tazze o tazzine come avviene per caffè e cappuccino, ma in bicchierini (per l’appunto, bicerin) senza manico, di vetro e dalla forma allungata che danno la possibilità di apprezzare le varie sfumature di colore del drink.

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Tutt'oggi la ricetta del bicerin rimane segreta, conosciuta solamente nel bar in cui è stato inventato. Questo aspetto comunque non ha scoraggiato alcuni bar cittadini, che propongono delle loro versioni della storica bevanda. Nonostante gli ingredienti siano noti, infatti, sono le dosi a rimanere un mistero gelosamente custodito tra le mura del bar situato in piazza della Consolata. Nel 2001 il bicerin venne riconosciuta come “bevanda tradizionale piemontese”, entrando nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.

Bicerin: la bevanda degli artisti

Nel corso di due secoli e mezzo sono stati fisiologicamente milioni i bicchieri di bicerin serviti ai clienti, siano stati essi turisti in visita oppure semplici locali. Tra i tanti ad aver avuto il piacere di assaporare questa bevanda anche qualche nome illustre. Pare infatti che Cavour, già ghiotto di finanziera, ne andasse matto. Così come, dopotutto, Alexandre Dumas padre. Lo scrittore francese in una delle sue lettere ne parla così: “Tra le cose belle e buone che ho trovato a Torino, non dimenticherò mai il Bicerin, quell'eccellente bevanda al caffè, latte e cioccolato, che viene servita in tutti i caffè ad un costo relativamente basso”.

Tra gli altri palati illustri citiamo Ernest Hemingway, che definì il bicerin tra le 100 cose da salvare nel mondo, ma anche Pablo Picasso e Umberto Eco. Proprio quest’ultimo citò il drink in un suo scritto, Il Cimitero di Praga, descrivendolo come “… quel bicchiere, odoro di latte, caffè, cacao e altri aromi”.

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A cura di
Alessandro Creta
Laureato in Scienze della Comunicazione prima, Pubblicità e Marketing poi. Giornalista gastronomico per professione e mangiatore seriale per passione, mi piace navigare tra le pieghe del cibo, perché il food non è solamente cucina, ristoranti e chef. Appassionato di olio evo ma anche di viaggi, sono particolarmente incuriosito da cibi strani e sconosciuti. Mi fate felice con un Verdicchio. Mi trovate su Instagram: @cretalex
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