Si tratta dei contrassegni di Stato: fascette che certificano il pagamento delle accise su alcolici, birra e vino. Questi contrassegni attestano che l'imposta è stata versata, permettendo la vendita legale del prodotto in Italia e nell'UE.
I contrassegni di Stato sui tappi degli alcolici sono delle etichette o sigilli apposti dallo Stato per attestare l'avvenuta applicazione dell'accisa, ovvero un'imposta indiretta che grava sulla produzione e sulla commercializzazione di determinate bevande alcoliche. Servono a tracciare il prodotto lungo tutta la filiera distributiva, dalla produzione al consumo finale e assicurano l'autenticità del prodotto, proteggendo i consumatori da contraffazioni e frodi. Queste fascette servono anche come dato statistico: lo Stato può in questo modo monitorare il mercato degli alcolici e definire politiche fiscali adeguate, aumentando o diminuendo le tasse in base agli andamenti.
In Italia, nel corso degli anni, sono state utilizzate diverse tipologie di contrassegni, che si differenziavano per materiale (carta, alluminio), forma e caratteristiche grafiche. C'è l'obbligo dei contrassegni in Italia per grappe, vini aromatizzati, vermouth, vini liquorosi, acquavite, distillati, liquori, alcol puro e vino semplice se è di indicazione controllata o protetta.
Attualmente, i contrassegni più comuni sono realizzati in carta filigranata e sono differenti a seconda del tipo di bevanda alcolica e della sua capacità:
I contrassegni di Stato sono strutturati in forma di fascetta e sono forniti agli uffici del Dipartimento dall'Istituto Poligrafico e Zecca di Stato. Una fornitura ufficiale per cui i produttori devono fare una specifica richiesta, quantificando anche il numero di bottiglie su cui vanno apposti per permettere alle autorità competenti di monitorare i flussi commerciali e intervenire in caso di irregolarità.