Natale vuol dire una cosa in particolare: mangiare, mangiare, mangiare! È una regola che vale un po’ in tutto il mondo, ma se sei familiare con le ricette tipiche dell’Italia forse non conosci altrettanto bene cosa imbandisce le tavole degli altri paesi. Ti accompagniamo in un viaggio nel mondo tra i piatti tradizionali di Natale più famosi, dal pudding inglese alla pavlova della Nuova Zelanda.
Il menu di Natale è un dei grandi protagonisti delle festività di dicembre e noi italiani lo sappiamo bene: le nostre ricette tipiche sono tante e molto varie, figlie di una tradizione antica che cambia da una regione all’altra, ma che in tutti i casi viene tramandata con amore da generazioni. Proprio per questo sei familiare con le ricette italiane di Natale, anche quelle che non appartengono al tuo luogo di origine, ma magari conosci meno le tradizioni di altri paesi del mondo. Ti sei mai domandato che cosa viene servito all’estero sulle tavole natalizie? Ti portiamo alla scoperta di alcune delle ricette più tipiche e curiose del Natale nel mondo.
Il protagonista assoluto delle tavole della Gran Bretagna è il dolce che tutti aspettano alla fine del pasto: si chiama Christmas pudding, ed è un particolare tipo di pudding preparato con frutta secca, rum, cannella, canditi, uvetta e pangrattato. Si dice che debba contenere 13 ingredienti, come gli apostoli, ma il motivo vero per cui tutti lo desiderano è che al suo interno, per tradizione, viene nascosta una monetina (di solito di cioccolato) che porterà fortuna a chi la troverà nella sua porzione. Prima di arrivare al pudding di Natale non mancano altre ricette gustosissime e tipicamente inglesi, dal cornish pasty, tipico pasticcio di carne inglese a base di vitello, patate e cipolle che sono avvolte in uno strato di pasta sfoglia, ai pigs in blankets, salsicce avvolte da fettine di bacon, fino a salse varie tra cui quella di mirtillo per accompagnare patate e verdure. La portata principale di solito è il tacchino farcito, ma in alcune zone è sostituito dal roast beef o da uno spezzatino stufato nelle birre stout (come la Guinnes), accompagnati da patate al forno cotte nel burro.
I nostri vicini di casa francesi sono famosi per la loro raffinatezza e anche a Natale non sono da meno, ma devi tenere in considerazione che vale lo stesso discorso dell’Italia: è impossibile stabilire un menu unico di Natale, perché le preparazioni variano tantissimo a seconda delle regioni, ma ci sono delle pietanze che accomunano un po’ tutti. Una delle più diffuse è il coquilles Saint-Jacques, un mollusco dalle grandi dimensioni che viene gratinato al forno e servito nella sua stessa conchiglia. Immancabili le fondute di formaggio e le zuppe, ma anche le torte salate ripiene di verdure, come le celebri quiche e in particolare la quiche lorraine, la più famosa, che comprende anche uova, crème fraîche e pancetta o l’alsaziana, con l’aggiunta di cipolle. Tra i dolci, invece, non manca mai la bûche de Noël, un tronchetto natalizio solitamente ricoperto di cioccolato che ricorda la forma di un ceppo di legno, simbolo di buon auspicio in antichità quando, durante la Yule, la festa del solstizio d'inverno, veniva bruciato un tronco d'albero come offerta agli dei, per garantirsi un buon raccolto per l'anno venturo. E a Parigi? La capitale si distingue sempre con una tavola natalizia dove non mancano mai escargot, le lumache, ostriche, salmone e pâté di foie gras.
Rimaniamo in Europa sbirciando sulle tavole spagnole, dove proprio come negli altri paesi limitrofi le ricette variano da una regione all’altra e, proprio come in Italia, a seconda delle diverse Comunidad il pasto principale può essere la cena del 24 o il pranzo del 25. Quello che accomuna più di ogni altro piatto il Natale in Spagna sono le zuppe: in Catalogna è immancabile l’escudella, una zuppa a base di patate, cavolo e diversi tipi di carne, in cui si cuociono le galets (pasta a forma di conchiglia), mentre nell’area madrilena si mangia il cocido, zuppa a base di ceci, verdure, patate, carne di vitello e maiale. A seguire si trova quasi sempre il tacchino ripieno, i cui avanzi cotti al forno e cosparsi di besciamella si riciclano nei cannelloni spagnoli, oppure l’agnello, in particolare il lechazo de Castilla y León, agnello con denominazione d’origine protetta, che si cucina nel forno a legna. Non mancano anche piatti di mare, in particolare il baccalà, e i dolci, che vanno dal celebre torrone di Jijona alle casadielles delle Asturie.
Il Natale in Germania prevede un pasto ricco tanto quanto le migliori tavolate italiane. Il piatto principale di molte regioni è il martinsgans, un arrosto d’oca ripieno di castagne, mele e cipolle, che viene servito con il cavolo rosso, mentre in altre aree si usa incentrare il menu sui i klöße, gnocchi di patate dalle grandi dimensioni. Tra le altre portate non mancano mai il maialino arrosto, le salsicce bianche bollite e soprattutto il christstollen, un pane a base di noci, uva passa, limone e frutta secca. Ma se c’è una pietanza protagonista delle festività natalizie tedesche sono i dolci: ce ne sono a decine, uno più gustosto dell’altro, ma tra gli immancabili spiccano il lebkuchen, biscotti glassati e speziati, il christbaumgebäck, dessert a forma di albero di Natale decorato, e il dresden stollen originario di Dresdama diffuso in tutta la Germania, una pasta lievitata, morbida e profumatissima, arricchita da frutta candita, mandorle a lamelle, rum e aromi vari.
I paesi scandinavi sono famosi per le loro grandi celebrazioni natalizie, che iniziano già a metà novembre con riti, decorazioni e mercatini di ogni sorta, ma anche per qualcos’altro: i sapori forti, anzi fortissimi, di alcune particolari preparazioni. E poteva mancare una di queste specialità anche a Natale? In Norvegia, in alcune zone, in tavola si porta la smalahove, la testa di pecora, che viene bollita, cotta al vapore e in alcuni casi affumicata, oppure si preferisce il lutefisk, ovvero il merluzzo cotto al forno (o meglio lo stoccafisso, che non è proprio la stessa cosa). Immancabili anche i ribbe e i pinnekjøtt, rispettivamente arrosti di maiale e di agnello, di solito serviti con crauti e patate bollite. Per quanto riguarda i dolci se ne trovano diversi, ma le icone del Natale sono la casetta di pan di zenzero, da fare in casa insieme alla famiglia, e gli småkaker, sette diversi tipi di biscotti natalizi che devono essere fatti tutti in casa per poi consumarli insieme il giorno di Natale.
Il Giorno del Ringraziamento, una delle feste più sentite dagli americani, cade a fine novembre e poco più avanti, quando arriva il Natale, agli americani piace riproporre buona parte dello stesso menu tradizionale del Thanksgiving Day. La portata principale, quindi, è di nuovo il famoso tacchino farcito accompagnato dalla mitica cranberry sauce, ma a Natale qualcuno preferisce invece il prosciutto glassato cotto al forno o l’oca arrosto (soprattutto negli stati dl nord-ovest). Ad accompagnare tornano anche le mashed potatoes, ovvero il nostro purè di patate, e le patate dolci americane, preparate fritte o al forno. Quello che cambia davvero, invece, sono i dolci: al posto di quelli tipici del Thanksgiving Day compaiono le mince pies, tortine di pasta frolla e frutta secca che i bimbi lasciano per ringraziare Babbo Natale, i gingerbread men cookies, simpatici omini profumati di zenzero e cannella, e a volte anche il christmas pudding, dolce inglese conservato dalla tradizione dei primi coloni arrivati negli Stati Uniti.
L'Australia e la Nuova Zelanda hanno un modo tutto particolare di celebrare il Natale, che cade nei mesi caldi cambiando la classica immagine invernale a cui sei abituato. Soprattutto in Australia, la maggior parte delle persone organizza un barbecue a base di pesce e frutti di mare per Natale, mentre in entrambi i paesi non mancano cibi tradizionali inglesi, come il tacchino arrosto, il pan di zenzero e le mince pies. In Nuova Zelanda però, in aggiunta, non è Natale senza che in tavola sia servita la pavlova, una meringa decorata con crema fragole e kiwi diventato il dolce simbolo del paese.
La Russia merita un capitolo tutto suo perché, come per tante altre occasioni, custodisce delle tradizioni molto particolari. Prima di tutto la chiesa ortodossa segue un calendario diverso, quello Giuliano, e quindi le date sono leggermente sfasate rispetto alle nostre: il Natale ortodosso è il 7 gennaio e, di conseguenza, il capodanno cade fra il 13 e il 14 gennaio. Prima delle feste, per tradizione, i fedeli osservano una quaresima di 40 giorni in cui mangiano solo cibi magri (socelnik) e questo vuol dire che al momento del Natale il cibo abbonda il quantità. La cena della Vigilia è composta da 12 portate (in riferimento ai 12 apostoli) che non prevedono né carne ne pesce, includendo invece comprendono i blinis di grano saraceno, la lingua di manzo salmistrata, solitamente accompagnata dalla salsa al rafano, sottaceti fatti in casa, insalata di barbabietole e l’immancabile insalata russa che in Russia si chiama insalata Oliver, dal nome dello chef che la inventò a metà del XIX secolo, Lucien Olivier. Il resto si mangia il giorno di Natale, in particolare il kulebiaka, un maialino da latte con polenta di grano saraceno, e lo sterliadj zalivnaja, lo storione lesso e accompagnato da salsa di cipolle fritte, funghi e carote, mentre tra i dolci non mancano mai il kut'ja, una sorta di porridge dolce, il prianili, un dessert a base di mele e spezie o la torta alla ricotta.
Le Filippine sono un’eccezione nel continente asiatico perché sono l’unico paese in prevalenza cristiano: il 90% circa della popolazione è cristiana, di cui un buon 80% è cattolico. E il Natale viene preso sul serio da tutti, con festeggiamenti plateali e che durino il più a lungo possibile. Già da settembre si iniziano a vedere lucine per strade, celebrazioni ed eventi, una grande festa che ha il suo culmine nella “Noche Buena”, la sera del 24 dicembre. Molte ricette preparate per l’occasione sono di derivazione europea, soprattutto spagnola, come l'hamon, una sorta di prosciutto dolce, e il lechon (maiale arrosto), ma anche il riso trova ampio spazio: è usato come accompagnamento, come una sorta di zuppa/risotto che si chiama arroz e anche nei dolci, tra cui i celebri bibingka, una torta a base di riso e puto bumbong, altro dolce fatto sempre di riso a vapore, condito con burro e scaglie di cocco e zucchero di canna. A questo punto le pance saranno piene, ti dirai. E invece no: alla fine della grande cena della nottata, dopo la messa tradizionale, i filippini si riversano nelle strade per mangiare i piatti dello street food locale, tappa immancabile delle celebrazioni del Natale.
Il Brasile è un po’ come l’Australia: Natale non vuol dire freddo e neve come da noi, ma vuol dire caldo e mare, addirittura un bagno in costume se le temperature sono abbastanza alte, cose che capita abbastanza spesso. Questo, però, non vuol dire che si mangi di meno, anzi. La cucina brasiliana, proprio come la sua cultura, è un incredibile mix di tradizioni europee e locali che durante le feste natalizie dà il massimo. Tra i piatti tipici spiccano dunque specialità di derivazione tedesca, come gli stollen, o italiana, come il panettone e le lasagne, ma anche preparazioni autoctone come il farofa di pollo e il chester, una sorta di grande polpetta di tacchino, ma anche verdure arrostite, riso, prosciutto, insalate di patate. E per dessert c’è il bolo de Natal (dolce di Natale): fatto con uova, farina, zucchero e latte e poi infornato, o in alcune zone, fritto.
La religione cristiana, in India, è di certo una minoranza, ma esistono gruppi di fede cristiana che amano celebrare il Natale aggiungendo alla tradizione e in ogni caso l’India, dall’indipendenza dal Rengo Unito, riconosce e tutela la diversità religiosa, per cui il giorno di Natale è considerato a tutti gli effetti festa nazionale, come le altre importanti celebrazioni religiose. Gli addobbi natalizi, come palline colorate e luci, sono messi su enormi banani o grandi alberi di mango all’esterno delle case e in tavola spiccano alcuni grandi classici della saporita cucina tradizionale. Di solito come primo piatto si sceglie il biryani, che durante il resto dell’anno è una portata unica: è un piatto composto di riso, pollo, agnello, maiale o pesce, tutto insaporito da un mix di numerose spezie. Non manca mai anche il pollo tandoori, cosce e sovracosce di pollo marinate per 24 ore con yogurt, pasta tandoori, aglio, zenzero, sale e succo di limone, e poi cotte in forno, mentre per dolce è un must il kheer, simile nell’aspetto al pudding inglese ma aromatizzato con rosa e cardamomo.