video suggerito
video suggerito
30 Dicembre 2024 11:00

Cosa si mangia a Capodanno nel mondo? Viaggio nel menu di 10 cenoni

Dai toshikoshi soba giapponesi alle oliebollen olandesi, passando per l'uva in Spagna e le ostriche in Francia, ecco quali sono i cibi che si portano in tavola il 31 dicembre e il 1° gennaio, in un mix di gioia per il palato e buona sorte.

A cura di Federica Palladini
33
Immagine

Tempo di Capodanno, tempo di cenoni, tempo di scaramanzia. Impossibile evitarla al veglione made in Italy, dove allo scoccare della mezzanotte si festeggia con lenticchie e cotechino, cibi evergreen che simboleggiano soldi e prosperità. La superstizione fa intrinsecamente parte di questo passaggio, e non compare solo in cucina, basti pensare all’intimo rosso: anche i più dubbiosi, infatti, spesso cedono ad almeno uno di questi rituali. Le credenze popolari non fanno parte solo del background italiano, ma si trovano praticamente in tutti i paesi, dagli Stati Uniti alla Spagna, passando per Filippine e Grecia, nascoste in un menu a cavallo tra vere e proprie specialità e bisogno di attirare l'attenzione della Dea Fortuna.

I cibi tradizionali di Capodanno nel mondo

Abbiamo fatto un viaggio immaginario in 10 paesi in giro per il mondo, lontani e vicini, andando a scoprire cosa si mangia per salutare l’anno vecchio e accogliere il nuovo.

1. Stati Uniti

Immagine

Tra tacchini ripieni e pie, che dal Ringraziamento arrivano fino alle tavole del Natale e del Capodanno, sono gli Stati Uniti del Sud a conservare maggiormente le tradizioni portafortuna del 31 dicembre. Al motto di “peas for pennies, greens for dollars, and cornbread for gold” si cercano di portare in tavola piatti a base di fagioli all’occhio (i black eyed peas, che rappresentano le monete), ortaggi a foglia, in particolare la verza e spinaci (i dollari) e il tipico pane fatto con farina di mais (l’oro).

2. Giappone

Immagine

I rituali in Giappone non mancano di certo. L’arrivo del nuovo anno non fa eccezione, che nel Sol Levante si accoglie con diverse specialità ad alto tasso simbolico. La più celebre è quella dei toshikoshi soba, lunghi noodles preparati con farina di grano saraceno tuffati nel brodo caldo, come augurio di longevità. Se si spezzano mentre si mangiano non è un problema anzi, significa che ci si libera dei problemi e dei dolori dei mesi precedenti.

3. Russia

Immagine

In Russia il Capodanno cade due volte: il 31 dicembre secondo il calendario gregoriano e il 13 gennaio, seguendo quello ortodosso. Cosa c'è sempre? L’insalata Olivier, la versione autentica di quella che comunemente si chiama insalata russa, che da piatto gourmet a base di gamberetti di fiume, carne di fagiano, pernice, lingua di vitello, è diventata appannaggio del popolo dopo gli anni '30, grazie a ingredienti quali carote, piselli, cetrioli, cipolle, uova e patate avvolte nella maionese.

4. Filippine

Immagine

Si chiama Media Noche e nelle Filippine si festeggia in famiglia, attorno a una tavola 100% scaramantica. Per l’occasione, infatti, non può mancare un’abbondante offerta di frutta fresca a patto che siano 12 frutti diversi (uno per ogni mesi) e di forma tonda. Tra i cibi, fanno la loro comparsa i lumpia, sfiziosi involtini, il pandesal, classici panini soffici e il pancit, spaghetti con gamberi, maiale e verdure che si comportano esattamente come la soba in Giappone, segno di lunga vita.

5. Gran Bretagna

Christmas pudding

Approdando nel Vecchio Continente, gli inglesi sono soliti cucinare il tacchino, farcito con castagne e accompagnato da salsa di mirtilli. Come dessert spazio al Christmas pudding, ma in un una versione “upgrade”. All’interno del classico dolce natalizio, infatti, viene nascosta una moneta: chi la trova non dovrà temere per le proprie finanze.

6. Grecia

Immagine

Di torte e monetine si parla anche in Grecia. Protagonista in questo caso è la vasilopita, un dolce caratteristico di tutta l’area balcanica, conosciuto anche come Pane di San Basilio, festeggiato il 1° gennaio. Morbido e di forma tondeggiante, si trova facilmente in commercio o, in casa, si prepara con un semplice impasto di uova, farina, burro, zucchero e scorza di agrumi e mandorle. Leggenda vuole che il vescovo cappadociano vissuto nel 300 d. C. la distribuì alle famiglie più povere della sua diocesi. La superficie è spesso decorata con la scritta dell’anno a venire, mentre al suo interno, come buon auspicio, si inserisce una moneta: chi la trova sarà molto fortunato.

7. Spagna

Immagine

In Spagna, la cena è in genere a base di pesce e di crostacei, ma se c’è un cibo che unisce tutti è l’uva. Precisamente 12 acini d’uva che vanno “inghiottiti” uno dietro l’altro allo scoccare della mezzanotte, a ritmo dei rintocchi dell’orologio posto sulla cima della Puerta del Sol a Madrid. Un gesto antico che porta, ovviamente, ricchezza e prosperità. In Portogallo e in tutta l’America Latina ci si può imbattere nel medesimo benvenuto al nuovo anno.

8. Francia

Immagine

Il tuo must have di Capodanno è la combo ostriche e champagne? Allora probabilmente hai un po’ di sangue francese, perché il cenone d’oltralpe fa rima con lusso. Oltre a questo grande classico, non è raro trovare nel menu anche fois gras ed escargot, le lumache.

9. Germania

Immagine

Non zampone o cotechino, il maiale, simbolo di abbondanza, arriva sulle tavole dei tedeschi (ma anche di austriaci e altoatesini) sotto forma di maialino di marzapane, meglio conosciuto come glücksschwein. Negli ultimi tempi è sempre meno diffuso in chiave edibile, ma più come pittoresco oggetto d’arredo, “amuleto” da conservare in borsa o nel portafoglio o ciondolo portachiavi. E il banchetto? Quello si fa con aringhe affumicate, verza, patate e tanti cioccolatini e praline da scartare a mezzanotte: il brindisi è a base di sekt (spumante) e feuerzangenbowle, simile al vin brulé.

10. Paesi Bassi

Immagine

Nei Paesi Bassi, ma anche in Belgio, l’anno inizia in dolcezza grazie alle oliebollen, frittelle soffici come ciambelle arricchite con uvetta e/o mele e spolverate di zucchero: somigliano molto alle fritole veneziane di Carnevale. La loro origine si perde indietro nel tempo, addirittura tra le tribù germaniche precristiane che celebravano lo Yule, ovvero il solstizio d'inverno tra il 21 dicembre il 1° gennaio.

Immagine
Quello che i piatti non dicono
Segui i canali social di Cookist
api url views