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10 Ottobre 2024 16:00

Cosa si intende per “vino morbido”? Ecco cosa significa

La "morbidezza" di un vino è legata principalmente alla percezione gustativa e alla struttura del vino, ed è influenzata da diversi fattori come la dolcezza, il contenuto alcolico, la maturazione e l'assenza di spigolosità o asperità.

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Quando descriviamo un vino come "morbido", ci riferiamo a una precisa sensazione tattile che percepiamo nel momento in cui lo assaggiamo. È quella sensazione avvolgente, vellutata e rotonda che accarezza il palato, lasciando una piacevole persistenza. Questi vini sono tendenzialmente dolci, con pochi tannini, poco acidi. Vediamo insieme tutti i dettagli di questo termine tanto caro all'enologia.

Cosa determina la morbidezza di un vino?

Quando si parla di vini morbidi, ci si riferisce a vini che offrono una sensazione vellutata e rotonda al palato, con tannini bassi (nel caso dei vini rossi) e una minore acidità. La "morbidezza" di un vino è legata principalmente alla percezione gustativa e alla struttura del vino, ed è influenzata da diversi fattori come la dolcezza, il contenuto alcolico, la maturazione e l'assenza di spigolosità o asperità.

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Ma un vino morbido che caratteristiche ha? Innanzitutto quella della dolcezza. Un vino con un residuo zuccherino importante tende a essere percepito come morbido, perché lo zucchero agisce come un bilanciatore naturale per l'acidità e i tannini. Ma fai attenzione, un vino morbido non è necessariamente un vino dolce, anzi, sono spesso secchi. Questa confusione deriva da altre due sostanze: l'alcol etilico e la glicerina. Quantità elevate di queste sostanze smorzano la sensazione di dolcezza e aumentano quella di "calore", per questo solitamente sono secchi.

Contestualmente c'è una bassa acidità, che rende il vino meno aggressivo e questo contribuisce alla sensazione di morbidezza. Vini con acidità elevata, come alcuni bianchi freschi e croccanti (Sauvignon Blanc, Riesling secchi), sono percepiti come più vivaci o taglienti, quindi meno morbidi.

Anche l'alcol influisce: più è alcolico, più il vino è morbido perché la sensazione di calore ne aumenta la percezione e smussa le asperità. Questo concetto vale anche per i superalcolici, pensiamo al rum ad esempio che è un distillato molto morbido anche perché proveniente dalla canna da zucchero. La morbidezza può essere legata anche alla rotondità del corpo del vino, che significa che il vino appare pieno in bocca, senza angoli duri o spigoli. I vini con un corpo più strutturato, grazie all'alcol o alla dolcezza, sono spesso percepiti come morbidi.

Per i rossi ci sono poi due ulteriori dettagli: i tannini e la maturazione. I tannini (le sostanze che provengono dalle bucce, dai semi dell’uva ma anche dalle botti di legno) determinano la struttura del vino. I tannini morbidi o levigati sono poco aggressivi e non danno quella sensazione di "astringenza" o secchezza in bocca. Ciò contribuisce a un palato più vellutato e piacevole. La maturazione vale anche per i bianchi ma incide maggiormente nei rossi: quando un prodotto subisce un invecchiamento in botte di legno tende a essere più morbido perché i tannini del legno interagiscono con quelli del vino, rendendoli più setosi. Anche l'invecchiamento in bottiglia può favorire la maturazione dei tannini, riducendone l’astringenza.

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