A pochi chilometri da Viterbo e a una cinquatina da Roma l'affascinante lago di Vico si estende tra i monti del comprensorio dei Cimini. Una perla azzurra immersa nel verde, scrigno di materie prime e prodotti gastronomici tipici della provincia viterbese.
Alle spalle il verde e i boschi di faggi che popolano il Monte Cimino. Di fronte agli occhi uno specchio azzurro d’acqua che si distende tra alture e colline i cui clivi si tuffano a bomba nel bacino lacustre. Ci troviamo nell’affascinante oasi del lago di Vico, nel cuore della Tuscia laziale, in una delle parti naturali più incantevoli e suggestive di tutta la vasta provincia viterbese.
Nei pressi del comune di Ronciglione il lago di Vico (di origine vulcanica) fa da sfondo a un paesaggio da cartolina, capace di proporre colli verdi e allo stesso tempo una gemma azzurra come il lago sottostante. Una vera e propria bomboniera dai colori cerulei che, a suo modo, detiene un importante record nazionale. Il lago di Vico, infatti, con i suoi 507 metri s.l.m. è tra i grandi bacini lacustri italiani quello situato alla maggiore altitudine. Un territorio da proteggere, tutelato non a caso dalla Riserva Naturale Nazionale del Lago di Vico che ne preserva fauna, flora e ambiente.
Una passeggiata su e giù per i sentieri che si snodano sul vicino monte Cimino rappresenta un must per gli amanti di trekking o hicking, ma da queste parti c’è materiale anche per appassionati di storia e arte. A poca distanza dal lago, nel comune di Caprarola, merita una deviazione il maestoso Palazzo Farnese, sede dell’omonima famiglia di epoca rinascimentale e tra i migliori esempi di dimora di epoca manierista.
Affascinante anche il paesino di Ronciglione, di epoca medievale (la prima testimonianza scritta risale al 1103) con una parte affacciata su una rupe. A circa 30 minuti d’auto c’è Viterbo, con il suo borgo medievale ed ex palazzo pontificio, sede papale nella seconda metà del 1200 dove si tenne il primo conclave della storia.
Data la sua vastità la provincia di Viterbo, che tocca le coste tirreniche così come le alture dell’entroterra, presenta un gran numero di ricette e prodotti tipici. La gastronomia del luogo è molto ricca, andiamo a scoprire nello specifico cosa può offrire la zona che si affaccia sul lago di Vico. Pur essendo sulle sue sponde, ci troviamo pur sempre in un territorio montano, ed quindi è più che fisiologica l’alternanza tra preparazioni a base di pesce e di terra.
Impossibile non parlare delle nocciole, a marchio Pat, coltivate in questo territorio. Quella di varietà Gentile Romana, a minor contenuto di grassi rispetto alla media, cresce su questi terreni di origine vulcanica e da sempre è stata alla base di dolci tradizionali come i tozzetti viterbesi ed il panpepato. Negli ultimi anni sta scoprendo una sua valenza anche in accompagnamento a piatti di carne sotto forma sia di granella sia di deliziosa crema.
A una quindicina di chilometri da qui, inerpicato a quota 500 metri sul monte Cimino, c’è il comune di Canepina. Famoso nella zona per la realizzazione del caratteristico fieno, una tipologia di pasta di epoca medievale la cui ricetta è stata tramandata fino a oggi. Del fieno locale è la prima testimonianza di pasta all’uovo del viterbese, con le prime fonti scritte che risalgono al 1600. Si tratta di un formato visceralmente legato al borgo di Canepina, meno realizzato (se non per niente) uscendo dal piccolo comune viterbese.
Particolarmente rinomati in zona i marroni dei monti Cimini. Il comprensorio locale è storicamente vocato alla castanicoltura, alla base di ricette come dolci alle castagne, la crema di marroni o i marroni canditi. Nel periodo invernale con queste gustose castagne si realizzano anche delle sostanziose zuppe.
Non incontrerà le simpatie di gran parte della gente, ma il pesce di lago compare per forza di cose tra le specialità gastronomiche locali. Coregone, persico, anguilla, luccio da fare ora in umido, ora arrosto con le patate oppure da inserire un una gustosa zuppa. Meritano una citazione anche i lattarini, adatti per una bella frittura magari con tanto di spruzzata di limone.
Cinghiale o lepre ma anche porchetta o coniglio: in queste zone è un festival di carni e di cacciagione, con cui si possono preparare ottimi ragù (magari per delle pappardelle home made) o deliziosi secondi. Ad accompagnare il tutto i funghi porcini del Cimino ma anche i tartufi, di cui questa zona è particolarmente ricca. Un esempio di ricetta tipica? Il cinghiale in umido con funghi porcini come contorno.