Cosa si mangia nei pressi di Sirolo, vicino ad alcune delle spiagge più belle delle Marche centrali? Ricette e piatti tipici del Conero, dai vincisgrassi alle sarde allo scottadito.
C’è un tratto di Marche in cui il litorale è ancora praticamente incontaminato, privo del sovraffollamento di persone, lettini e ombrelloni che caratterizzano buona parte delle coste dell’Adriatico, ma non solamente. Qui, in provincia di Ancona, all’ombra dei 572 metri del monte Conero si snodano le suggestive spiagge di Sirolo, luoghi paradisiaci (non facilmente raggiungibili) e totalmente immersi nella natura nei quali abbandonarsi per qualche ora di pace e relax. Il tutto a ben debita distanza dal trambusto cittadino.
Da una parte il mare cristallino con il suo turchese che riflette i raggi del sole, dall’altra il verde della vegetazione che riempie il Conero, si tuffa in acqua e regala a tutto l’ambiente un colpo d’occhio eccezionale.
Scordatevi gli immensi stabilimenti, ci sono appena un paio di strutture adibite a bar, qualche lettino e ombrellone ma per lo più si tratta di litorale selvaggio e roccioso in cui, per una volta, è l’uomo a doversi adattare all’ambiente.
La spiaggia di San Michele e dei Sassi Neri (dal colore scuro delle rocce sul fondale) sono le mete più battute da coloro che decidono di raggiungere una destinazione non certo facilmente accessibile, premio per chi è disposto a camminare anche 20 minuti tra i sentieri immersi nella vegetazione (una discesa non così agile all’andata, che si trasforma in salita a tratti un po’ ripida al ritorno) pur di arrivare in questi luoghi. Lo spettacolo naturale una volta arrivati, però, è impagabile.
Un luogo adatto non solo per gli amanti del mare, da queste parti si può anche andare alla scoperta della natura per larghi tratti ancora incontaminata che qui si staglia rigogliosa. Lo stesso comune di Sirolo è un caratteristico e accogliente borgo marchigiano da visitare.
Distante una ventina di chilometri da Ancona, da Sirolo si ha una vista privilegiata sul Conero poco distante e sul mare sottostante. Qui gli appassionati di storia possono ammirare la torre campanaria, l’antica torre di difesa della città, i palazzi nobiliari lungo via Italia, le mura difensive oggi testimonianza dell’antico castello eretto intorno all’anno 1000. Necropoli e l’area archeologica I Pini per gli amanti di archeologia, mentre chi è più propenso per passeggiate nella natura ci sono i vari percorsi che si snodano per le pendici del Conero, il cui omonimo Parco Naturale è stato istituito nel 1987. Il Parco, inoltre, è ritenuto a livello nazionale il secondo più importante per la migrazione primaverile di uccelli rapaci, il che rende questo sito particolarmente battuto per chi pratica birdwatching.
Fatto questo recap paesaggistico e turistico veniamo ora al momento del cibo. Cosa si mangia da queste parti? Quali sono le specialità tipiche di questa parte della provincia di Ancona? A tavola una bella scelta di ricette a base di pesce, da accompagnare possibilmente a un buon Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc o una Passerina.
Non sarà propriamente una ricetta estiva, ma è impossibile non citare la pasta al forno tipica di queste parti. I vincisgrassi, gustoso primo simile per forma e sostanza alle lasagne bolognesi ma una specialità tutta made in Marche, per la precisione made in Ancona.
Un piatto per tutte le stagioni, il brodetto marchigiano. Realizzato, storicamente, con i pesci di scarto, quelli con poco mercato e quindi rivalorizzati direttamente da pescatori che li usavano per preparare una gustosa zuppa di mare. Una tradizione comune a molte altre località di mare in gran parte d'Italia.
In particolar modo quella di Offagna (meno nota di quella di Urbino), comune distante meno di 20 chilometri da Sirolo, in cui è autentica specialità locale questa sorta di piadina realizzata con farina, lardo, strutto, olio di oliva e poi cotta sulla brace. Può essere farcita con erbe e formaggio, ma anche con affettati o carne alla brace.
Le cozze pescate, non allevate, nel tratto di mare che va da Ancona sino al Sirolo. Questi mitili sono per lo più attaccati alle pareti rocciose del monte Conero, nei tratti in cui queste si tuffano nel mare. Da qui vengono raccolti e, ancora freschi, portati nelle cucine dei ristoranti locali. Oggi il mosciolo del Conero è nell’elenco dei Presidi Slow Food e viene anche celebrato nel corso di una sagra dedicata.
Lo stoccafisso alla maniera di Ancona. In città è un’autentica prelibatezza, così radicato nella gastronomia e nella tradizione cittadina da avere anche un’accademia dedicata, l’Accademia dello Stoccafisso. Un pesce proveniente dai mari nel nord qui trova il giusto accostamento con ingredienti mediterranei come pomodoro e olive, aromi vari, poi patate e un filo di olio extravergine di oliva.
Uno degli sfizi estivi più in voga da queste parti, alici oppure sarde impanate (pangrattato, prezzemolo, aglio , sale, pepe e olio evo) e grigliate e condite con del limone, da mangiare ancora calde e rigorosamente con le mani.