video suggerito
video suggerito
24 Dicembre 2024 11:00

Cosa mangia Babbo Natale? Gli spuntini che i bambini del mondo gli lasciano la sera della Vigilia

Sono tante le tradizioni che rendono la notte della Vigilia di Natale speciale, ma una in particolare è più magica delle altre: lasciare un pensierino, solitamente un dolce e una bevanda, per ringraziare Babbo Natale. Vieni con noi in un viaggio intorno al mondo alla scoperta di cosa mangia Babbo Natale.

A cura di Martina De Angelis
47
Immagine

Non c’è notte del 24 dicembre senza che ci sia Babbo Natale. La simpatica figura vestita di rosso (anche se il suo vestito in origine era diverso) oggi è incarna il vero e proprio spirito del Natale ed è amatissimo soprattutto dai bambini, che aspettano da lui di ricevere i loro regali. Ma, in pieno spirito natalizio, la tradizione vuole che anche Babbo Natale riceva qualcosa in cambio, un piccolo ringraziamento per i suoi sforzi che si traduce in qualcosa da mangiare e qualcosa da bere per rifocillarsi. La sparizione, la notte del 24, di quello che è stato lasciato è la “prova certa” per i bimbi che il magico signore esista davvero. Cosa mangia, però, questa simpatico signore? Partiamo anche noi per un viaggio intorno al mondo, in questo caso non per consegnare doni ma per scoprire cosa lasciano i bimbi a Babbo Natale (e anche ai suoi aiutanti).

Finlandia, la casa di Babbo Natale

La casa di babbo Natale, secondo un’antica tradizione impregnata di leggende, è collocata tra le nevi della Lapponia e, precisamente, nel piccolo ma affascinante villaggio di Rovaniemi, in Finlandia. Da queste parte, quindi, il Natale è una cosa seria e a Babbo Natale viene lasciato uno spuntino decisamente sostanzioso come ringraziamento del suo lavoro: è il munajuusto, un formaggio all'uovo piuttosto saporito che si produce sia con latte di capra sia con latte bovino.

La Scandinavia e i doni agli “aiutanti”

Nel resto della Scandinavia, soprattutto  in Svezia e in Danimarca, l’attenzione non viene rivolta a Babbo Natale quanto ai suoi assistenti, che proprio come lui lavorano molto nel corso della notte della Vigilia. È un’usanza che affonda le origini nell’antico culto del dio Odino, in particolare in una storia in cui i bambini, per ingraziare il dio durante le sue cacce di dicembre, cercavano di conquistare il suo cane a otto zampe offrendogli del cibo. Per questo in Svezia viene lasciato sul tavolo un particolare porridge di riso speziato alla cannella pensato per sfamare le renne, ma anche una tazza di caffè per tenere sveglio Babbo Natale. In Danimarca, invece, le attenzioni sono tutte per gli elfi a cui è indirizzato il tradizionale risengrød, un dolce simile al risoelatte piemontese.

Immagine
Risengrød, il dolce norvegese per Babbo Natale

E in Norvegia, ti starai chiedendo? Qui la storia è un po’ diversa perché per i norvegesi Babbo Natale non risiede a Rovaniemi ma nel paese norvegese di Drøbak. Per questo i doni sono tutto per lui e prevedono due tipi di biscotti, i tradizionali omini di pan di zenzero che qui si chiamano pepperkaker e i sirupsnipper, biscotti di pasta frolla aromatizzati all'anice.

Latte e biscotti, dagli Stati Uniti all’Europa

Latte e biscotti è forse la combinazione di doni più conosciuta, ma conosci la sua origine? A differenza di quanto molti credono questa usanza è nata negli Stati Uniti negli anni Trenta, anche se è facile trovare traccia al suo interno del retaggio europeo che i coloni portarono con loro quando attraversarono l’oceano. Durante l’epoca della Grande Depressione i genitori, nonostante la grande crisi economica, provarono a insegnare ai propri figli come fosse importante manifestare gratitudine a Natale e lo fanno spingendoli a “sacrificare” una piccola parte del loro latte e biscotti a Babbo Natale, proprio per ringraziarlo del suo lavoro. La notte, poi, le mamme e i papà mangiavano e bevevano gli alimenti per dimostrare ai bimbi che il dono era stato apprezzato. Dall’America questa tradizione si è diffusa un po’ in tutto l’Occidente e si è particolarmente radicata in Europa anche se con delle variazioni sul tema e sugli ingredienti dei biscotti: negli Stati Uniti d'America ancora oggi si lascia un bicchiere di latte caldo e un piatto pieno dei caratteristici cookies americani, in Italia si vira sui biscotti del nostro Paese, che siano da colazione o da merenda, in Germania si usano i caratteristici zimtsterne, dei biscotti alla cannella a forma di stella e in Austria ci sono i vanillekipferl, ottimi biscotti alle mandorle a forma di ferro di cavallo.

Vanillekipferl
Vanillekipferl, i biscotti tedeschi per Babbo Natale

Paesi Bassi: i doni a San Nicola

Nei Paesi Bassi la tradizione è un po’ diversa: il Natale si festeggia, ma la grande festa attesa da tutti i bimbi è Sinterklaas, la festa di San Nicola, una delle figure da cui la leggenda vuole sia nata la figura di Babbo Natale. La notte di San Nicola cade tra il 5 e il 6 dicembre, ed è in questa occasione che i bambini di Belgio e Olanda lasciano dei doni per la figura che consegnerà loro i regali. Si pensa soprattutto agli aiutanti del santo, che sono renne o cavalli a secondo della tradizione, a cui viene lasciata una calza o una scarpa con dentro una carota. In cambio San Nicola, come ringraziamento, sostituisce la carota con cioccolatini.

La Gran Bretagna e i paesi anglofoni: un ringraziamento…alcolico.

La Gran Bretagna viene spesso associata a tradizioni piuttosto alcoliche e non è un caso: persino nella notte di Natale i doni che vengono lasciati a Babbo Natale comprendono l’alcool. Lo spuntino britannico e irlandese, infatti, prevede che la tradizionale mince pie natalizia e le carote per le renne siano accompagnate anche da un cicchetto di sherry in Inghilterra e di Guinnes in Irlanda. La lontana Australia non è da meno: qui il Natale cade nei mesi estivi e quindi, per Santa Claus, viene lasciata una birra fresca.

Immagine

Il Sudamerica e il “pan di pascua” per il “Viejo Pascuero”

In Cile, ma in realtà è una tradizione che si è diffusa anche in Perù, Ecuador, Venezuela e Colombia, la notte di Natale passa il Viejo Pascuero (cioè Babbo Natale) e c’è solo un dolce che può essere lasciato per ringraziarlo: il pan de pasqua, una torta che ricorda molto il nostro panettone nella forma e per l’uso dei canditi, ma che si prepara usando marzapane, zenzero e miele; in tutto il Sudamerica si accompagna con un bicchiere di latte ma in Cile la tradizione lo vuole abbinato al colemono, un cocktail a base di brandy, latte, caffè, zucchero e spezie (a scelta tra cannella , chiodi di garofano, vaniglia e buccia d' arancia). E se pensi di aver letto male, non c’è nessun errore nei nomi: il termine “pascua” in questi Paesi viene usato per riferirsi non solo alla Pasqua, ma anche a Natale e Epifania.

Immagine
Quello che i piatti non dicono
Segui i canali social di Cookist
api url views