Come comportarsi in un ristorante stellato (ma non solo)? Quali sono gli atteggiamenti più adatti all'occasione, cosa dovremmo evitare di fare in un locale gourmet? Una mini guida con i nostri consigli.
Non siamo avvezzi alla cucina stellata? Per toglierci lo sfizio abbiamo deciso di provare l'esperienza gourmet per la prima volta e siamo quasi terrorizzati da ciò che ci aspetta? Non abbiamo idea di cosa ci attende e più che essere rilassati, come si dovrebbe per una serata al ristorante, siamo tesi come una corda di violino, del tutto ignari di ciò che ci riserverà la serata?
Per chiunque abbia deciso di rompere gli indugi, provando per la prima volta il tanto temuto (che poi, chissà perché) ristorante stellato, una piccola guida su come comportarsi per una serata perfetta e senza sbavature (almeno dal punto di vista del cliente).
Di seguito alcune regole non scritte, ma fortemente raccomandate, per permettere a noi di goderci una serata da raccontare, e allo staff del ristorante di poter lavorare nel modo migliore possibile. E alla fine ci chiederemo: "Ma perché ero così nervoso di cenare in uno stellato?!".
La prima accortezza è sempre quella di prenotare, con sufficiente anticipo, per esser sicuri di trovare posto nella data stabilita. I ristoranti di un certo livello, infatti, sono dotati di non molti coperti (non si raggiungono i 10 tavoli totali a volte) e per questo è bene farsi riservare il posto prenotando per tempo..
Un intoppo dell'ultimo momento ci impedisce di andare al ristorante? È buona educazione telefonare al locale per disdire la nostra prenotazione. Il ristoratore ci ringrazierà per la correttezza, così come qualcun altro in lista di attesa che in questo modo potrà godersi la serata al posto nostro. Questa regola non scritta, comunque, vale in qualsiasi occasione, non solo per i ristoranti stellati. Si tratta di educazione.
Ricordiamoci di informare, già in fase di prenotazione, circa nostre eventuali intolleranze o allergie. In questo modo faciliteremo il lavoro dello chef che in anticipo potrà pensare a un menu ad hoc privo di eventuali cibi che non possiamo mangiare.
Ok il calice di bollicine offertoci, magari assieme a una piccola amuse buche, come benvenuto dello chef. Qualora però il personale di sala ci dovesse chiedere se, nell'attesa della cena, fosse di gradimento l'aperitivo, siamo ben consapevoli che questo si paga.
Non ci sarebbe nemmeno bisogno di specificarlo, in quanto nella maggior parte dei casi è scritto sullo stesso menu. Il degustazione, però, si intende per tutti i commensali dello stesso tavolo. Non chiediamo quindi eventuali modifiche di piatti o portate, a meno che non ci venga chiesto direttamente dal personale di sala.
Se non siamo degli intenditori di vino ma vogliamo comunque concederci un pairing, non facciamo di testa nostra (col pericolo di non azzeccare l'abbinamento, rischiando di "soffocare" quella tartare di gambero con un Barolo di 20 anni), il sommelier è qui per questo. Anche nel caso in cui volessimo abbinare solamente un paio di portate del menu (magari un primo e un secondo), le dritte del sommelier (quello solitamente con il tastevin) ci possono risultare di grande aiuto.
D'accordo, esiste uno specifico linguaggio non verbale riguardo la disposizione delle posate. Un galateo di riferimento al quale, però, praticamente più nessuno fa caso. O perlomeno, nella maggior parte dei casi ormai non si bada più a come un commensale sistema coltello e forchetta, perché spesso non più indice sul tasso di gradimento di una certa portata (a meno che non siamo dei nostalgici degli anni '70-'80). Le posate, insomma, mettiamole come vogliamo, sarà poi cura del personale di casa chiederci se un piatto ci sia o meno piaciuto.
Siamo in un ristorante stellato, con poche altre persone, tra clienti e personale, in sala. Il tono di voce, per mantenere l'atmosfera piacevole, deve essere adeguato alla situazione. Niente urla o schiamazzi, niente schiocco di dita per chiamare il cameriere (ma qui si tratta di buona educazione, indipendentemente dal tipo di locale). Lasciamo che la soffusa musica in sala non venga sopraffatta dalle nostre voci, e godiamoci la serata.
Consapevolezza che in questo tipo di ristoranti il conto non sarà certo leggero. Informiamoci preventivamente, già prima della prenotazione, sul locale in cui abbiamo intenzione di mangiare, e valutiamo anche la previsione di spesa totale. Non facciamoci cogliere impreparati, insomma, quando al momento di pagare ci viene presentato un conto anche da oltre 200 euro (cifra che lievita con gli eventuali vini). "Mi può fare lo sconto?" è proprio una richiesta da non fare. Qui, dopotutto, come in qualsiasi altro locale. Un eventuale vino sarà lo stesso chef o ristoratore, nel caso, a toglierlo dal prezzo finale, omaggiandoci per la gradita visita.
Un suggerimento generale: niente paura di mangiare in un ristorante stellato. Perché, alla fin fine, sempre di mangiare si tratta, e avere terrore di farlo è solo un'enorme schiocchezza. "Non so come ci si comporta in queste occasioni", il timore più diffuso. Il nostro consiglio è di tenere presente le indicazioni sopra citate e di non preoccuparsi: a tutto, e a farvi sentire a vostro agio, penserà lo staff del ristorate. Essere intimoriti di mangiare in un ristorante di classe è insomma solo un grande spreco di energie. Perché, dopotutto, sempre di cibo stiamo parlando.
Si vada, dunque, si mangi, si beva, si paghi e, se la serata è stata di gradimento, è bene ringraziare e andarsene col sorriso. Magari possiamo spargere la voce, promuovete quel locale se ci ha soddisfatto particolarmente. E vedremo che nel ripensare al timore pre cena ci verrà solamente da sorridere.