Di proverbi, in Italia, ne abbiamo davvero tanti, e anche se sono parte dei nostri modi di dire abituali spesso non ne conosciamo il significato, o magari gli attribuiamo un senso diverso da quello che ha veramente.
Se hai nonni o parenti anziani, ti sarà capitato sicuramente di sentire usare il proverbio: “Al contadino non far sapere quant’è buono il formaggio con le pere”. Si tratta di un modo di dire molto conosciuto, ma oggi ormai poco usato, su cui sono stati svolti molti approfondimenti per capirne l'origine e il significato.
Questo perché spesso i proverbi, nati per definire abitudini, usanze di un popolo o indicarne le tradizioni e le consuetudini alimentari, cambiano nel tempo, assumendo significati differenti da quello con cui sono entrati nel linguaggio comune.
Oggi scopriamo l’origine e la storia del detto del contadino, del formaggio e delle pere, ma se vuoi approfondire l’argomento ti suggeriamo il libro Il formaggio con le pere. La storia di un proverbio del prof. Massimo Montanari: il docente di storia medievale spiega, nel saggio, proprio la storia dietro il celebre proverbio.
Per noi oggi è facile associare il formaggio con la frutta, un'accoppiata che usiamo in tantissime ricette come i crostini ricotta e pere, o il risotto pere e gorgonzola che ti proponiamo nella nostra ricetta, ma non è sempre stato così.
Storicamente, il formaggio è sempre stato un simbolo della cucina umile e del cibo dei poveri, mentre la frutta è sempre stata più costosa, appannaggio quindi di una classe sociale più agiata.
Fino a oggi si è stati convinti che il detto sia stato ideato in occasione della nascita dell’accoppiata formaggio e pere, arrivato sulle tavole dei benestanti per nobilitare il formaggio. La convinzione alla base sarebbe quindi che era meglio non far sapere al contadino che anche nella sua alimentazione ci fossero cose buonissime: per scongiurare una perdita della differenziazione sociale, è necessario che il sapere rimanga privilegio della nobiltà.
In realtà, dopo uno studio approfondito sul tema, è saltato fuori che il significato del proverbio è un po’ diverso. Lo ha spiegato molto bene Lorenzo Bigiarelli nel corso della puntata di venerdì 29 ottobre di È sempre mezzogiorno: sembrerebbe che in realtà la nascita del proverbio si debba alla nutrizionistrica medievale.
La convinzione era che i contadini, avendo accesso a meno pietanze considerate sane, avessero uno stomaco diverso da quello dei nobili, e quindi non potessero fisicamente sopportare accoppiate diverse dalla loro classica alimentazione.
“Al contadino non far sapere quant’è buono il formaggio con le pere” sarebbe quindi espressione di un atto di generosità dalla classe nobile, per preservare lo stomaco del contadino considerato non è in grado di mangiare le stesse cose delle classi benestanti.
La prima interpretazione del proverbio, oggi considerata non del tutto corretta, ha però influito fortemente nel mondo in cui questo modo di dire sia stato usato nel parlato quotidiano.
Solitamente, sono due i significati attribuiti al modo di dire: in alcuni casi significa "inutile fare il misterioso con chi conosce perfettamente tutti i fatti" e questo farebbe riferimento al fatto che alcuni alimenti, come la frutta nel nostro caso specifico, erano troppo costosi e il contadino non poteva permetterseli, e che quindi anche se i nobili inventavano scuse, i meno abbienti sapevano benissimo che le differenze nell' alimentazione erano solo una questione economica.
Il secondo modo in cui si usa il proverbio è per dire che "se tutti venissero a conoscenza di un segreto, non sarebbe più tale, perdendo l'esclusività che era solo di alcuni". Questo significato è strettamente legato all'origine che si è sempre data al proverbio: un modo dei nobili per mantenere l’esclusività su alcuni alimenti.
Se tutti infatti avessero saputo quanto, per esempio, formaggio e pere fossero buone insieme, le pere sarebbero state svalutate, il formaggio sarebbe aumentato di prezzo e le loro tavole, in generale, avrebbero goduto di meno benefici.