Asparagi, agretti, carote a mazzi, fagiolini e carciofi delle varietà più tardive: ecco solo alcuni degli ortaggi di cui ci fa dono la primavera. Da cucinare in mille modi diversi per dare vita a contorni semplici, sfiziosi e leggeri.
La primavera, stagione tra le più ricche e generose, ci fa dono dei suoi prodotti migliori: asparagi, agretti, piselli freschi in baccello, carote a mazzetti, di cui sfruttare anche i ciuffi, e ancora i primi fagiolini e gli ultimissimi carciofi, da acquistare delle varietà più tardive. Proprio con loro è possibile dare vita a contorni allegri e sfiziosi: per completare secondi di carne e di pesce, impreziosire frittate di uova o farifrittate a base di farina di legumi e arricchire plumcake salati, quiche, rustici e muffin.
Composti principalmente da acqua, ipocalorici e ricchi di sali minerali, i vegetali primaverili vantano eccezionali proprietà depurative, digestive e remineralizzanti. Mai come in questa fase, infatti, abbiamo bisogno di alimenti che ci aiutino a disintossicare il corpo, ad affrontare il cambio stagionale e a sostenere l'attività degli organi cosiddetti "emuntori" (fegato, reni, polmoni…), deputati all'eliminazione delle sostanze di rifiuto.
Facciamo incetta anche di insalatina da taglio, erbette amare e a foglia verde – come cicoria, tarassaco, catalogna e borragine – e rucola: croccante e dall'inconfondibile retrogusto amarognolo e leggermente piccante, quest'ultima aiuta la digestione e fornisce un importante stimolo a livello tiroideo. Lo stesso dicasi per i ravanelli, piccole radici di colore rosso brillante, dalla polpa fragrante e dalla caratteristica nota pungente, con cui realizzare insalatone fresche, genuine e dall'ottimo contenuto di antiossidanti.
Disponibili fino al mese di maggio, quindi per un lasso di tempo piuttosto breve, gli asparagi sono degli alleati preziosi per il benessere al femminile: oltre a supportare la funzionalità epatica, aiutando i processi di depurazione del fegato, e a sostenere il microbiota intestinale, prevengono i sintomi della sindrome premestruale e alleviano senso di gonfiore e pesantezza. Se tutto ciò non bastasse, sono anche degli ottimi alleati in cucina.
Possono essere scottati in acqua, disposti nell'apposita asparagiera o in una pentola piuttosto stretta e profonda – in modo tale che le punte fuoriescano dall'acqua -, e poi conditi semplicemente con un filo di olio a crudo, una spruzzata di aceto balsamico e un pizzico di sale; guarniti con una maionese fatta in casa, sono ottimi per accompagnare due uova cotte all'occhio di bue (con il tuorlo morbidissimo, mi raccomando), per un accostamento raffinato e a un tempo semplice.
Una volta mondati, puoi anche spennellarli con un'emulsione di olio, succo di limone e sale, quindi grigliarli su una piastra ben calda finché non saranno teneri, ma ancora piacevolmente croccanti; per una pietanza più sostanziosa, invece, una volta sbollentati, ti basterà avvolgerli nelle fettine di pancetta (o di prosciutto crudo), cospargerli con parmigiano e pangrattato, e poi passarli in forno a gratinare: la crosticina dorata in superficie conquisterà anche il commensale più diffidente nei confronti di questo vegetale.
Tanti nomi diversi per un solo e unico ortaggio: gli agretti. Conosciuti come barba di frate nell'Italia centrale, barba di cappuccino e roscano, sono gli esemplari più giovani della salsola soda, una piccola pianta erbacea di origine mediterranea; dall'aspetto filiforme e dal sapore leggermente acidulo, è possibile mangiarli crudi in insalata, dopo un'attenta pulizia, oppure appena sbollentati in acqua.
Appena teneri, ti basterà condirli con olio, succo di limone e salsa tamari oppure saltarli in padella con un soffritto di cipollotto fresco e olio. Per un tocco in più puoi aggiungere pomodorini freschi, olive taggiasche e capperi, e portarli in tavola insieme a filetti di salmone alla griglia, un arrosto di carne o dei formaggi freschi cremosi. La cosa importante è che non manchino nei nostri menu: caratterizzati dall'ottimo contenuto di vitamine e sali minerali, sono depurativi e hanno un grande effetto su diuresi e funzionalità intestinale.
Nonostante le fave non siano un ortaggio, ma un legume a tutti gli effetti (basti dire che le proteine di cui sono ricche sono qualitativamente superiori a quelle dei fagioli), con queste è possibile realizzare contorni tipici della tradizione italiana: come la vignarola alla romana, grande classico della cucina povera laziale, o le fave in porchetta, specialità della gastronomia abruzzese nata con l'esigenza di recuperare le leguminose un po' più grandi e dure, dunque non adatte a essere consumate fresche e crude.
Appartenenti alla stessa famiglia, ovvero quella delle Fabaceae, le taccole sono una varietà di piselli di cui si consuma tutto, anche il baccello (per tale ragione vengono chiamate anche "piselli mangiatutto"). Di colore verde brillante e dal gusto lievemente dolce, si possono cuocere al vapore, lessare in acqua fino a intenerimento e, una volta cotte, saltare in padella con passata di pomodoro – o in alternativa datterini freschi – cipolla tritata e olio extravergine di oliva.
Appena saranno ben insaporite, si cospargono con scaglie di parmigiano e semi di sesamo: manca solo qualche fettina di pane casereccio tostato, a completare il tutto, e il pranzo è servito. Anche da trasferire nella schiscetta e portare con sé in ufficio o per un picnic al parco all'insegna del gusto e della leggerezza; mai come adesso, infatti, è possibile concedersi un buon pasto all'aria aperta e godere del sole e delle temperature miti e piacevoli.